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“ Pesce di Pace ” un ponte per unire più Paesi

“ Pesce di Pace ” un ponte per unire più Paesi

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La storia dell’Associazione di volontariato veneziana che da oltre 20 anni, anche attraverso i disegni a più mani dei bambini, favorisce il dialogo tra i popoli

Tutto cominciò nel 1992. A Sarajevo, proprio di là dell’Adriatico, divampava la guerra. La città cosmopolita, multiculturale e multireligiosa era diventata una trappola umana. La veneziana Nadia De Lazzari raggiunse la capitale bosniaca durante l’assedio. Portò in dono a un bimbo del posto, dentro una boccia di vetro, un pesce rosso, la forma urbis della sua città e simbolo della volontà di movimento, speranza e pace. Portò anche solidarietà concreta, generi di prima necessità come medicinali, materiale igienico–sanitario, generi alimentari, capi d’abbigliamento, giocattoli, libri, il necessario per la scuola. Iniziò così, sotto le bombe, la prima missione della volontaria veneziana. Da quella volta, seguirono quaranta missioni e prese vita “Venezia: Pesce di Pace”. Non è un caso che il logo dell’Associazione di volontariato ponga in campo Venezia, da sempre crogiolo di popoli, una città metropolita dove è confluita gente di ogni provenienza, nazionalità, religione, cultura e tradizioni. Proprio osservando una piantina dall’alto della città, si può scorgere quella forma di pesce che ispirò il dono a quel piccolo studente come segno di speranza durante la guerra.
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Nada De Lazzari a Istanbul
De Lazzari usufruiva di un pass rilasciato dall’Onu e degli aerei C–130 dell’Unhcr. Partiva dall’aeroporto di Falconara e dopo 55 minuti di volo veniva catapultata in una realtà infernale tra gente ferita e affamata e tra case minate e distrutte. I ricordi di allora restano interminabili, come rievoca la responsabile dell’Associazione: «I ragazzi imitavano gli adulti e giocavano alla guerra». A Sarajevo, per i bambini, il pane era razionato: un panino al giorno e un litro di latte ogni tre. La volontaria percorreva la città a piedi, sfidava i cecchini e distribuiva medicine, cibo e disegni. «Un giorno un bimbo, al quale avevo portato dei regali, salì su una sedia. Dal muro staccò alcuni disegni. Li aveva colorati per nascondere i buchi lasciati dalle bombe», spiega. Quel bimbo felice glieli passò dicendole: «Portali ai bambini di Venezia». La prima consegna di quei fogli colorati capitò nella scuola elementare di San Girolamo nel sestiere di Cannaregio. Era l’11 novembre, festa di San Martino, un inizio benaugurante.
Proprio dalla festa della solidarietà, tanto cara ai bambini veneziani, ha così preso vita l’idea di “Disegni quattromani”. Afferma De Lazzari: «Ho pensato al Santo che ha tagliato in due il suo mantello di lana per donarlo a un bisognoso. E ho piegato a metà un semplicissimo foglio di carta bianca da riempire». In ognuno hanno trovato posto due piccoli disegni colorati nati in circostanze diverse e si sono confrontate impressioni di chi, qui da noi, vive nella sicurezza della pace e di chi, a Sarajevo, era prigioniero della guerra. Gli autori, bambine e bambini, insieme hanno dato vita a cascate di colori per comunicare amicizia, fratellanza e pace.
Sono trascorsi ben 22 anni e il ponte della condivisione sta continuando ad unire mondi diversi, creare incontri, dare speranza. «Realizzai questo programma in collaborazione con gli insegnanti delle scuole elementari, paritarie e pubbliche – aggiunge De Lazzari – Insieme abbiamo superato barriere di ogni genere convinti che la crescita della persona passi anche attraverso la conoscenza e la solidarietà». In oltre vent’anni “Venezia: Pesce di Pace” ha portato migliaia di disegni da colorare “a più mani” in quattro continenti: Africa, America, Asia, Europa. Queste le città coinvolte: Sarajevo, Gerusalemme, Kinshasa, Beirut, New York, Ulaan Bator, Islamabad, Istanbul, Rodi. Quest’anno è il turno dei bambini di Venezia, Berlino, Cefalonia, Mosca, Rodi, Yerevan.
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La copertina del libro che raccoglie i designi del progetto
Nel tempo sempre più persone hanno sostenuto e sostengono tuttora le iniziative dell’Associazione veneziana. Via via è arrivato il plauso di tre Presidenti della Repubblica Italiana – Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano – e le benedizioni di due Pontefici – Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Recentemente la volontaria ha ricevuto una lettera con la “Benedizione Apostolica” di Papa Francesco. Nella sua città e oltre i confini di Venezia, sono arrivati il sostegno del Patriarca monsignor Francesco Moraglia, del Rabbino capo della Comunità ebraica Scialom Bahbout, del Metropolita Gennadios Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta ed Esarca per l’Europa Meridionale, del vice Presidente della Comunità religiosa islamica italiana Imam Yahya Pallavicini, del Comune di Venezia, dell’Università di Ca’ Foscari, dello Iuav, della Scuola Grande della Misericordia, della Scuola del Vetro Abate Zanetti, del Comune di Istanbul, del Comune di Rodi e del Comune di Cefalonia. Tra i riconoscimenti più preziosi, è arrivato il Premio “San Rocco 2002”.
Così lo ha motivato l’omonima Scuola Grande: “Confidando nella Provvidenza Nadia De Lazzari ha saputo promuovere molteplici iniziative per l’educazione alla pace e alla solidarietà favorendo nella scuola la conoscenza, il dialogo, il rispetto delle diverse culture e religioni con particolare attenzione verso i più piccoli, privilegiando sempre un agire concreto e personale che l’hanno portata in plurime e rischiose missioni nei luoghi di conflitto e guerra”.
 

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