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Natale 2020: dal coraggio e dalla saggezza degli anziani gli auguri migliori

Natale 2020: dal coraggio e dalla saggezza degli anziani gli auguri migliori
auguri natale Ipav

Nonno Gino ha festeggiato 97 anni lo scorso 30 novembre. Ma, a guardarlo, ha la vitalità di un ragazzino e l’espressione di chi non si lascia spaventare.
E’ uno dei 900 ospiti di I.P.A.V. (Istituzioni Pubbliche di Assistenza Veneziane) e vive a Mestre all’Antica Scuola dei Battuti, una delle strutture che fa parte del più grande Ente di Assistenza del Veneto.

In un periodo in cui purtroppo rimanere distanti è una delle regole da rispettare, il quotidiano si vive in maniera diversa e anche lui, come tutti gli altri ospiti della struttura, quest’anno non potrà festeggiare il natale con i suoi cari.
Le visite in presenza sono ancora sospese, ma nonno Gino non si perde d’animo.
Avverte la mancanza di un abbraccio fisico, di una carezza o di una stretta di mano che possa scaldare il cuore.
Ma si accontenta di una videochiamata che aiuta a condividere dei momenti di serenità.
Proprio da lui e dagli altri “nonni”, arrivano così racconti di vita come messaggi di speranza: auguri speciali di Buone Feste.

E la saggezza degli anziani aiuta a guardare al futuro con ottimismo

La situazione difficile non ha spento i sorrisi dei tanti anziani ospiti delle strutture di Mestre e centro storico che fanno parte di I.P.A.V.. Dalle loro parole emerge il coraggio di chi nella vita ne ha passate tante ma sempre ce la fa senza lasciarsi abbattere.
I racconti di lunghe vite trascorse anche attraverso tragici momenti sono testimonianze preziose.
E’ la saggezza dell’età di cui abbiamo bisogno e che infonde a chi è più giovane la dose di ottimismo indispensabile per andare avanti.

Nonno Gino: “vinceremo anche il Coronavirus”

Nonno Gino, un tempo imprenditore a capo di un’azienda che asfaltava strade, è un modello concreto di resilienza.
A tre anni dal raggiungere il secolo di vita, ha tante cose da insegnare. Ha rischiato di morire varie volte durante la sua lunga vita, ma ce l’ha sempre fatta. E nemmeno il Covid lo spaventa.
“E’ un virus impressionante – dice – ma in Cina lo stanno gestendo bene. Adesso anche qui si stanno organizzando per i vaccini. Siamo arrivati a curare il tifo e la malaria, penso che dovremmo riuscire a vincere anche il Coronavirus. La vita è sempre più forte”.

Sono parole che danno coraggio, quelle di nonno Gino, che ha sempre vissuto alla Gazzera, a Mestre e ha due figli di 76 e 72 anni. A 18 anni, partito per fare il militare, ha contratto il tifo in caserma a Vicenza e poi la malaria  riuscendo comunque a sconfiggere entambe le malattie. Anche la sua famiglia è stata colpita da una disgrazia: di otto fratelli, il maggiore Guido è rimasto cieco a causa dello scoppio di un ordigno bellico e lui era solito leggergli i giornali per tenerlo informato. Anche Guido non si è mai arreso.

Adriana e l’agricoltore Gino, l’importanza dell’amore e della terra che insegna a diventare migliori

Anche Adriana e Gino vivono all’Antica Scuola dei Battuti. E anche loro accendono una luce di speranza con le loro storie. Per Adriana l’amore per i nostri cari e per il prossimo è il senso della vita.
“Credo fosse nel 1949 – racconta – quello che considero il Natale più bello della mia vita. Eravamo cinque sorelle e tra noi c’è sempre stato un legame profondo, ancora oggi una di loro mi chiama spesso. Mia madre, che era insegnante e interprete, ma anche bravissima sarta, ha confezionato per tutti noi dei bellissimi pigiami rossi. La gioia è stata immensa e la ricordo come fosse ieri, quando abbiamo aperto i regali e abbiamo trovato cinque paia di guantini per scaldarci le mani, fatti all’uncinetto da lei, di un colore diverso per ciascuna di noi. I miei erano bianchi”. Adriana non lo specifica, ma il suo messaggio sul fatto che si può gioire anche di poco arriva forte in un momento in cui in molti si trovano in difficoltà.

Anziani all’Antica Scuola dei Battuti a Mestre

Gino ha 85 anni e abitava in una fattoria a Scorzè con i genitori e dieci fratelli. Una vita dedicata alla terra. Coltivavano mais, frumento e avevano una stalla con buoi, mucche, oche e galline che producevano uova. Successivamente ha lavorato in una fornace di mattoni e in una fonderia a Marcon.
Anche sua moglie Ada era ospite all’Antica Scuola dei Battuti e il figlio Andrea, che ha ereditato i terreni del padre, oltre a gestire una pizzeria si dedica all’agricoltura e vorrebbe diventare allevatore di api. “Con lui parliamo sempre della terra – dice Gino – e gli do consigli. La terra insegna a superare ogni problema per diventare migliori”.

“Angeli” al fianco degli anziani ospiti di I.P.A.V.

Con Gino, Adriana, Ada e tutti gli anziani ospiti delle strutture Ipav ci sono infermieri, operatori socio sanitari, educatori, psicologi e logopedisti. Un esercito di mille persone che 24 ore su 24, giorno e notte si occupano di loro nei cinque centri servizi residenziali che si trovano a Mestre e a Venezia.
“Tutto il personale – sottolinea il presidente di I.P.A.V. Luigi Polesel – sta dimostrando grande professionalità ma anche sensibilità, umanità e passione per il proprio lavoro. Ogni giorni h 24 è impegnato per rendere più serena la permanenza degli anziani che vivono nelle nostre strutture”.

L’albero di Natale in una struttura I.P.A.V.

In particolare per Natale sono stati addobbati gli alberi e allestiti presepi. E non mancherà un regalo, come vuole la tradizione delle Feste, per ciascun ospite. Per loro infatti sono state preparate delle scatole dono contenenti dolci, indumenti e un biglietto di auguri. Un pensiero da parte dei familiari o degli operatori per chi non ha parenti.

 

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Tag:  anziani, covid