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Coronavirus: tra aperture e chiusure. Si profila un nuovo lockdown?

Coronavirus: tra aperture e chiusure. Si profila un nuovo lockdown?
Ministro della Salute Roberto Speranza

Apri. Chiudi.
Le direttive cambiano. Anche all’ultimo momento.
Mentre molti si aspettavano che, per lo meno nell’Italia in giallo, fossero riaperti in confini regionali, è arrivata la proroga del divieto per gli spostamenti tra le Regioni.
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Nel momento in cui negli impianti sciistici i preparativi erano in corso in vista dell’imminente apertura, è arrivato il dietrofront: niente sciate sulla neve per gli amatori.
Le piste restano precluse.

I provvedimenti

La proroga del divieto di uscire dai confini della propria regione, anche se in fascia gialla, è giunta sabato al termine del primo Consiglio dei ministri.
L’impedimento varrà fino al 25 febbraio.
Fatti salvi, ovviamente, gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.
A renderlo necessario, secondo quanto rilevato dal governo, la priorità di impedire ulteriormente la diffusione del contagio in giorni in cui i casi stanno salendo.
Il dietro front sugli impianti sciistici, invece, è arrivato il giorno di San Valentino, successivamente a ordinanze regionali che già avevano previsto dal 17 febbraio il riavvio delle attività montane.
Con un’ordinanza, è intervenuto infatti il ministro Speranza, posticipando ogni apertura alla data del 5 marzo.
Un intervento dell’ultimo minuto, che ha portato i presidenti delle regioni interessate, Luca Zaia in primis, a chiedere ristori immediati e risarcimenti.

Zaia: “Non possiamo assistere a questo balletto di dichiarazioni”

“Pur considerando che la salute dei cittadini viene prima di tutto, è innegabile che questo provvedimento in zona Cesarini metta in crisi tutti gli impiantisti – ha scritto Zaia sui suoi canali social -. In Veneto tutti gli operatori avevano predisposto ogni cosa: erano state preparate le piste, i rifugi erano già pronti ad accogliere. Certamente il provvedimento mette in difficoltà tutti coloro che si erano adoperati per una stagione che non è mai iniziata e che ora devono addirittura sobbarcarsi i costi di un riavvio che ormai non ci sarà fino al 5 marzo. Non possiamo assistere a questo balletto di dichiarazioni – ha concluso il presidente – Così è impossibile programmare alcunché“.

Un nuovo lockdown  in arrivo?

I ministri Boccia e Speranza, in realtà, già da diversi giorni avevano espresso la propria contrarietà alla riapertura degli spostamenti tra le regioni.
La corsa tra i monti del primo weekend di sole, sia pur se di gran freddo, deve aver contribuito a rinsaldare le ragioni anche in una prospettiva di riapertura degli impianti sciistici, anche se al 30 per cento e con una possibile fruizione solo da parte dei residente nelle singole regioni.

In questo balzare tra un’indicazione e l’altra, restrizioni maggiori, che arrivano addirittura a un nuovo lockdown, sono richieste in questi giorni dagli esperti.
Lo aveva fatto il virologo Andrea Crisanti qualche giorno fa, dichiarando al Tg Com 24 : “Bisognava fare il lockdown a dicembre, mentre ora siamo nei guai. La soluzione sarebbe un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele”.

L’ufficialità arriva però dal consigliere del ministro Speranza, Walter Ricciardi, che ha annunciato, tra le sue priorità, la richiesta di correre ai ripari al più presto attraverso ” un lockdown totale, intenso, anche se limitato nel tempo”.

La dichiarazione è stata fatta durante la trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, dove Ricciardi, rilevando che la decisione dipende dal governo, ha sottolineato: “credo che il ministro della Salute Roberto Speranza sia convinto di questa nuova fase. Spero che il presidente del Consiglio Draghi la recepisca e che il governo appoggi questa strategia necessaria”.

La preoccupazione per le varianti

A renderla tale sono le numerose varianti del coronavirus.
“Tutte le varianti del virus SarsCov2 sono temibili – ha chiarito il consiliere del ministro della salute Roberto Speranza – e ci preoccupano. In particolare, quella inglese risulterebbe essere anche lievemente più letale e sta facendo oltre mille morti al giorno in Gran Bretagna».

 

 

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Tag:  covid19, lockdown