Sta per nascere il Parco fluviale del Marzenego: 24 ettari di acqua, boschi e sentieri tra Mestre e la Città metropolitana di Venezia. Un progetto che guarda al futuro recuperando le radici del paesaggio veneziano
C’è un fiume che attraversa Mestre quasi in silenzio.
Lo si incrocia tra i quartieri, accanto a una pista ciclabile o dietro un vecchio muro, e spesso non ci si accorge che è lì.
Il Marzenego, un tempo anima della terraferma veneziana, ha vissuto decenni di marginalità: tagliato fuori dallo sviluppo urbano, ingabbiato da argini e strade, dimenticato dal quotidiano.
Eppure il suo corso conserva ancora, tra canneti e rive umide, la memoria di una città che nacque proprio lungo le sue acque.

Ora, dopo anni di studi, confronti e attese, quel fiume sta per tornare protagonista.
La Giunta comunale di Venezia ha approvato la realizzazione del Parco fluviale del Marzenego, un progetto che cambierà il volto di Mestre e della Città metropolitana.
Non si tratta solo di un intervento di rinaturalizzazione, ma di una rigenerazione urbana e culturale: 24 ettari di terreno che diventeranno un grande spazio verde per la città, dove l’acqua non sarà più barriera ma legame.
Il sogno di un paesaggio ritrovato
Il Parco fluviale sarà un corridoio ecologico lungo il corso del fiume, capace di connettere gli ecosistemi naturali e al tempo stesso offrire ai cittadini nuovi spazi di vita.
Boschi, prati e zone umide si intrecceranno a percorsi pedonali e ciclabili, creando una rete di ambienti diversi: un mosaico di habitat che permetterà il ritorno di specie vegetali e animali oggi rare, dagli aironi alle libellule, dai salici bianchi ai pioppi neri.
Ma il progetto non si ferma alla dimensione naturalistica. “Il Parco del Marzenego – spiegano dal Comune – è pensato come infrastruttura verde accessibile ed educativa, dove si possa imparare a conoscere il paesaggio fluviale e a prendersene cura.”
Ci saranno spazi per la didattica ambientale, aree per lo sport all’aria aperta, punti di osservazione naturalistica e zone per la socialità. Un luogo vivo, dunque, dove la natura si intreccia con la quotidianità urbana.
Una rivoluzione di prospettiva
A guidare la visione è un concetto semplice: rimettere il fiume al centro della città.
Per decenni la città di Mestre si è sviluppata guardando altrove, dimenticando l’acqua che le aveva dato vita.
Ora la prospettiva si ribalta: il fiume non è più retro, ma facciata e identità.
Il Parco fluviale sarà anche un modo per ricucire i quartieri, collegare aree isolate, restituire continuità al paesaggio. L’intervento interesserà anche la zona dell’ex Ospedale Umberto I, dove verrà recuperato un antico ponte romano: un simbolo di memoria e rinascita.
Il fiume come infrastruttura di vita
Il Parco del Marzenego nasce da un accordo di programma tra Comune di Venezia, Città metropolitana e Consorzio di Bonifica Acque Risorgive. Un lavoro corale che unisce competenze idrauliche, paesaggistiche e sociali.
Il piano punta al ripristino degli ecosistemi fluviali, al miglioramento della biodiversità, alla ricostruzione degli ambienti tipici dei corsi d’acqua planiziali. Ma non solo: il fiume diventa anche strumento di depurazione e prevenzione.
Lungo le sponde verranno piantumati canneti e realizzati pendii erbosi per filtrare naturalmente le acque, mentre vasche di fitodepurazione – in corrispondenza dei salti d’acqua – aiuteranno sia la riproduzione della fauna ittica sia il contenimento delle esondazioni.
Sport, mobilità dolce e connessioni nuove
Il parco sarà attraversato da una fitta rete di percorsi ciclo-pedonali, pensati per collegare quartieri e aree di interesse storico e ambientale: dalla Gazzera fino a via Miranese e via Castellana, con nuove connessioni verso il sistema ferroviario metropolitano regionale (SFMR).
Cambierà così anche il modo di muoversi: più spazio a bici e camminate, meno auto.
Accanto agli aspetti ambientali, il progetto diventa anche un’opportunità per ripensare la viabilità e creare nuovi assi di collegamento tra la tangenziale, Brendole e il parcheggio di via Montagnola. “La realizzazione del parco – aveva spiegato già nel 2020, quando si iniziò ad approntare il progetto, il sindaco Luigi Brugnaro – ci consentirà di rendere più fluida la mobilità e più efficiente la rete stradale, migliorando al contempo la qualità della vita.”
Un fiume che respira insieme alla città
Chi oggi cammina lungo il Marzenego fatica forse a immaginare il paesaggio che verrà.
Ma il progetto – visibile già nelle tavole pubblicate sul sito del Comune – racconta un futuro vicino: specchi d’acqua dove ora ci sono incolti, filari di alberi lungo gli argini, percorsi ombreggiati, ponticelli e radure.
Sarà un parco da vivere tutto l’anno: per pedalare, fare jogging, osservare gli uccelli, pescare, partecipare a laboratori didattici o semplicemente sedersi a leggere.
Il Marzenego non è un fiume spettacolare: non scorre tra montagne o ponti monumentali.
Ma proprio per questo la sua rinascita parla di una bellezza ordinaria, di un ritorno dell’acqua come segno di identità
Quando il parco sarà completato, Mestre non sarà più soltanto attraversata da strade e binari, ma da un fiume che respira insieme alla città.
Consuelo Terrin