Tre studenti di informatica dell’Università del Kentucky sono riusciti a leggere il 5% dei testi bruciati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Si arricchisce di nuovi importanti risultati la sfida lanciata lo scorso anno con la “Vesuvius Challenge” dell’Università del Kentucky, che si era appellata agli informatici di tutto il mondo perché migliorassero l’algoritmo della machine learning da loro creata per decifrare le immagini ai raggi x delle pagine carbonizzate dei papiri trovati, già nel 1752 a Ercolano.
Tre studenti dell’Università del Kentucky, Youssef Nader, Luke Farritor e Julian Schilliger, grazie all’Intelligenza Artificiale sono infatti riusciti a leggere il 5% del testo e a svelare, senza dover srotolare le pagine, che altrimenti si danneggerebbero, parte del misterioso contenuto.
Un risultato con il quale si sono aggiudicati il premio di 700 mila dollari della Challenge.
Che non è conclusa: un super premio in dollari è ora previsto per chi riuscirà a svelare il restante 90% del testo.
Il trattato filosofico del seguace di Epicuro
Secondo quanto finora decifrato, il testo sarebbe da attribuire a Philodemus, filosofo seguace di Epicuro.
Il papiro conterrebbe dunque un saggio sulla ricerca del piacere (dunque della felicità), fine supremo della filosofia epicurea.
Il lavoro sul papiro, sul quale al momento si fanno supposizioni in attesa che altre parti confermino quanto scoperto, lasciano intendere che non si tratti di un duplicato di un’opera esistente, ma di un documento originale.
Un vero e proprio trattato di questo filosofo e poeta che, come conferma anche la sua biografia, giunto in Italia nel 75 A.C, fu ospite di Lucio Calpurnio Pisone, suocero di Cesare, nella villa di Ercolano oggi chiamata “Villa dei Papiri” per i ritrovamenti che ci sono stati nel XVIII secolo.
L’algoritmo che legge il passato
Il progetto dell’Università del Kentucky sta dunque aprendo sempre più la strada all’uso dell’Intelligenza Artificiale per decifrare i fragilissimi Papiri di Ercolano.
Per farlo, mette in campo i nuovi algoritmi di AI per riconoscere le parole contenute nei papiri carbonizzati sottoposti a tomografie a raggi X.
Si tratta di una particolare tecnica che senza toccare il rotolo permette di mettere in evidenza i minimi cambiamenti di spessore tra le parti in cui è presente inchiostro e quelle non scritte.
L’algoritmo dell’Università, che sempre più si sta affinando, sta permettendo di leggere questi minimi cambiamenti e di conseguenza di riconoscere i testi scritti sui papiri esaminati.
Villa dei Papiri, conserva più di 1.800 documenti mantenutisi intatti perché carbonizzati. Una parte di essi è stata srotolata e studiata già durante il XIX secolo, tuttavia un significativo numero di papiri risulta in precario stato al punto che solo toccandoli si distruggerebbero. Ecco che allora scendono in campo le moderne tecnologie grazie alle quali si aprono nuovi orizzonti per avere accesso a testi antichi.
Silvia Bolognini