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LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO

LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO


No, non è Michelle Hunziker, anche se le somiglia molto. Si chiama Laura e vive a Cessalto, al confine tra le province di Venezia e Treviso
“Effettivamente più di qualcuno mi ha fatto notare questa somiglianza ma francamente la cosa mi fa semplicemente sorridere”. Questo è quello che dice Laura, volto emergente di questo numero di Reyerzine quando le si chiede se guardandosi allo specchio si rende conto di somigliare a Michelle Hunziker. A Laura, tra l’altro, la Tv interessa poco e anche quando ha partecipato a qualche concorso di bellezza lo ha fatto più che altro per puro divertimento e senza eccessiva convinzione. “Eppure ci sono molte ragazze che prendono fin troppo seriamente i concorsi di bellezza – dice –  spesso sono i genitori a insistere, forse perché la televisione incentiva certi modelli e illude le ragazze e le famiglie che si possa avere facilmente celebrità e soldi attraverso questa strada”. Eppure non per tutte è così, come racconta lei stessa. “Chi, come me, è abituata a guadagnarsi da vivere con un lavoro “tradizionale” ha la percezione del valore delle cose. La differenza la si avverte soprattutto con ragazze molto giovani. Io vado a lavorare tutti i giorni alle sei della sera e rientro anche alle cinque di mattina. Sono ritmi di vita impegnativi, non sempre facili da accettare, ma ogni cosa che si guadagna facendo fatica alla fine ha un valore doppio”. Il lavoro di barista presso un cocktail bar è certamente una professione che porta ad avere uno spaccato sulle abitudini dei giovani. “Già, è proprio così – racconta Laura – vivo praticamente più di notte che di giorno e mi trovo a tu per tu con tanta gioventù. L’impressione è che sempre più i ragazzi cerchino di smaltire di notte lo stress accumulato di giorno. La cosa che colpisce è che si vede più senso di responsabilità nei ventenni che nei trentenni. Per esempio, in relazione al consumo di alcolici, sono i più giovani ad organizzarsi in modo tale che la persona designata a guidare non beva”. L’evoluzione degli stili di vita ha portato anche ad un cambiamento delle abitudini notturne? “Direi proprio di si – spiega il “volto emergente” – per esempio la gente rimane molto meno nello stesso locale. Direi che i ritmi della vita diurna si ripercuotono anche sui passatempi notturni”. Ma alla fine ciò che cercano più di ogni altra cosa è soprattutto l’occasione per scambiare due parole. “Per quello che vedo stando al di qua del bancone – chiude Laura – direi che i giovani hanno soprattutto un gran bisogno di dialogare. In questo senso il barista deve essere un po’ psicologo e un po’ amico. Allo stesso tempo però hanno anche una certa difficoltà a rivolgersi la parola tra di loro. Non a caso stanno spopolando strumenti di dialogo virtuale, soprattutto via internet, che azzerano quelle difficoltà che si incontrano quando si è faccia a faccia. Chissà che questo non possa essere un mezzo per riscoprire la socializzazione anche di persona”.
DI VALENTINA KENT
 

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