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LA MODA E LA LAGUNA

LA MODA E LA LAGUNA


Rodrigo Basilicati, nipote e braccio operativo di Pierre Cardin, presenta l’avveniristico progetto per fare del waterfront veneziano un polo d’eccellenza della moda
Estro, creatività, passione per l’arte tout court di certo non gli mancano. Rodrigo Basilicati ha preso molto dallo zio Pierre Cardin, il grande stilista di origini trevigiane, fondatore dell’omonima maison famosa in tutto il mondo. Un “ragazzo” di 40 anni, uno sguardo sincero che esprime vitalità. E quando parla dei suoi progetti e delle sue idee si anima di un entusiasmo contagioso. Designer, ingegnere e pure compositore, il talentuoso Rodrigo non ha perso tempo e dopo aver conseguito il diploma in pianoforte al conservatorio Pollini di Padova ed essersi specializzato all’Accademia di Budapest, mentre studiava ingegneria all’Università, ha cominciato a collaborare con lo zio. Un’attività cresciuta nel tempo che gli ha consentito, tra l’altro, di coltivare ed arricchire la sua passione per il design. Rodrigo disegna e produce per Pierre Cardin “mobili-sculture”, creazioni dallo stile futuristico, retroilluminate o robotizzate, dalle forme antropomorfe o floreali, molto colorate, che si ispirano a quelle che lo zio ideò negli anni Settanta e Ottanta. Creazioni per clienti esclusivi, alcune delle quali esposte nell’atelier ricavato al piano terra del sontuoso palazzo veneziano di Ca’ Bragadin. Ed è proprio tra il capoluogo lagunare e Padova, dove si trova il laboratorio in cui realizza le sue creazioni, tra la periferia di Treviso, dove risiede ed ovviamente la Francia e Parigi, che Rodrigo si muove per seguire gli affari della maison Cardin. È stato a lui a gestire in prima persona molte delle produzioni artistiche dello stilista italo-francese, come il recente musical “Casanova”, che ha debuttato la scorsa estate in piazza San Marco e sta facendo il giro del mondo. Un sodalizio, quello tra Pierre e Rodrigo, nato oltre quindici anni fa e consolidatosi a tal punto che oggi il giovane designer è di fatto diventato il braccio destro di Cardin. Con lo zio sta ora lavorando al progetto oggi più caro allo stilista, ormai prossimo a spegnere 89 candeline, il Palais Lumiere. Una struttura architettonica spettacolare, che dovrebbe sorgere proprio a Venezia, sulla gronda lagunare nella zona industriale.
Un palazzo-scultura, dunque. Ci spiega in che cosa consiste? «Uno dei principi che hanno sempre guidato Pierre Cardin in quasi settant’anni di moda e design è che la scultura possa altresì avere una utilità pratica. L’idea è di concentrare in uno spazio unitariamente concepito tutto ciò di cui l’individuo può aver bisogno. Ci saranno uffici, hotel, appartamenti, centri commerciali, bar e ristoranti, di cui uno all’ultimo piano con una veduta mozzafiato sulla città storica. E ancora centri benessere e fitness, cinema, teatri e, ovviamente, l’Ateneo della Moda, un centro studi di eccellenza che affronterà tutti gli aspetti collegati al fashion».
Parliamo della location: perchè proprio Venezia? «Il waterfront veneziano è qualcosa di unico. La realizzazione del Palais, inoltre, ci consentirebbe di intervenire su quelle aree industriali ormai inattive e improduttive in cui si fatica ad investire e che, con operazioni ad hoc, potrebbero acquisire un valore artistico-paesaggistico ed economico inestimabile. Senza dimenticare poi i benefit in termini di impatto occupazionale, dal momento che ad opera compiuta il Palais darà lavoro a quasi tre mila persone, mentre in fase di costruzione ad oltre dieci mila addetti».
Ma torniamo alla struttura… «Palais Lumière sarà composto di 6 dischi di forma circolare – distanti 35 metri l’uno dall’altro – sostenuti da 3 torri simili, ma di diversa altezza, la più grande delle quali raggiungerà i 300 metri, disposte a forma di stella».
Sembra che una delle caratteristiche più interessanti sia l’ecosostenibilità… «Palais Lumiere sarà di classe 2 A. L’integrazione fra sistemi di produzione di energia rinnovabile, di tipo fotovoltaico ed eolico, e l’impianto geotermico di climatizzazione dell’edificio garantirà, infatti, una totale indipendenza energetica di tutta la struttura».
I tempi di realizzazione? «Il nostro desiderio, che credo coincida anche con gli interessi della città, sarebbe quello di realizzarlo per l’anno dell’Expo, il 2015»
DI CATERINA COLLUCCI

 

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