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Irpef, nuovo taglio per il ceto medio: verso aliquota al 33%

Irpef, nuovo taglio per il ceto medio: verso aliquota al 33%

Il viceministro Leo conferma l’idea di un ulteriore taglio delle aliquote: ecco quanto potrebbe valere concretamente per chi guadagna tra 28 e 50 mila euro l’anno

Il ceto medio resta ancora al centro delle politiche fiscali in Italia.
Dopo il primo passo della riforma dell’Irpef operato con l’ultima Legge di Bilancio, che con l’accorpamento delle due fasce intermedie dell’imposta sulle persone fisiche ha ridisegnato il concetto stesso della fascia numericamente più numerosa (e più importante in termini assoluti per le somme totali versate all’erario) dei contribuenti, il Governo sta pensando di mettere in campo un nuovo intervento per favorire chi, in un anno, guadagna una somma complessiva tra 28 mila e 50 mila euro. L’idea, che potrebbe concretizzarsi già il prossimo autunno, ancor prima della nuova Legge di Bilancio, è quella di un taglio dell’aliquota applicata per il calcolo dell’imposta, come ha annunciato il viceministro del Tesoro, Maurizio Leo, al recentissimo Festival dell’Economia di Trento, sottolineando la necessità di muoversi con provvedimenti ad hoc di fronte al progressivo impoverimento del ceto medio e poi trovando conferme nelle parole del vicepremier Antonio Tajani.

Gli effetti di un’aliquota intermedia Irpef al 33%

La progressiva semplificazione degli scaglioni Irpef era già iniziata nel 2022, quando si era passati da 5 aliquote (rispettivamente al 23%, 27%, 38%, 41% e 43%) a 4 (23%, 25%, 35% e 43%). Con l’ultimo intervento, è stata eliminata la seconda fascia (quella che andava da 15 mila a 28 mila euro), accorpandola alla prima.
Il prossimo passo, pensato per dare una sorta di boccata d’ossigeno nel non facile momento attuale al ceto medio, dovrebbe riguardare ora quella che è diventata la seconda fascia, con l’orientamento di portare la relativa aliquota dal 35% al 33%.
Il guadagno per le tasche dei singoli contribuenti, secondo i calcoli dei commercialisti, sarebbe limitato per chi percepisce fino a 35 mila euro, visto che si arriverebbe all’incirca a 40 euro in un anno. Ma il vantaggio aumenterebbe al salire del reddito.
Così, per esempio, chi ha un reddito di 45 mila euro risparmierebbe fino a 340 euro di tasse, portando il vantaggio, nell’arco degli ultimi 2 anni, a 600 euro. E, per il sistema fiscale in vigore, che applica una progressività a scaglioni (le parti di reddito complessivo vengono tassate diversamente in base alle soglie), ne beneficerebbero ancor più i contribuenti da 65 mila euro, che potrebbero risparmiare 440 euro l’anno.

Le coperture e le altre possibili mosse fiscali del Governo

È evidente che un taglio dell’aliquota (l’ideale, per Maurizio Leo, sarebbe puntare a un sistema a due sole aliquote: obiettivo però ritenuto irraggiungibile dal rappresentante del Governo) si tradurrebbe in un minore flusso di denaro nelle casse pubbliche, richiedendo dunque una copertura finanziaria. Interpellato sulla questione, il viceministro ha indicato 3 possibili leve: le risorse provenienti dal concordato preventivo biennale, gli effetti della lotta all’evasione fiscale e il cosiddetto “clearance fiscale”, che dovrebbe favorire l’emersione spontanea dei redditi grazie al dialogo preventivo avviato dall’amministrazione fiscale con le imprese, ma riguardo al quale devono ancora essere valutati i concreti risultati raggiunti. Nel frattempo, sul fronte fiscale, si sta avvicinando la scadenza di luglio 2025 per l’effettiva entrata in vigore della “sugar tax”, l’imposta di 10 euro per ettolitro da applicare alle bibite contenenti edulcoranti e 25 centesimi per kg per i prodotti zuccherati da diluire. Al riguardo, il viceministro Leo ha sottolineato la necessità di un intervento da mettere in campo in tempi brevi per stabilire un’ulteriore proroga almeno fino a gennaio 2026. Quanto infine alla cosiddetta “pace fiscale”, potrebbero arrivare novità entro l’estate, anche se sembra che la possibilità di saldare a rate e senza interessi i debiti col fisco possa essere concessa solo a chi si trova davvero in difficoltà.

Alberto Minazzi

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Tag:  irpef, tasse