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Inflazione, record alimentari: +11,8%

Inflazione, record alimentari: +11,8%

Codacons stima un impatto di 657 euro per la spesa delle famiglie e, come tutte le associazioni di consumatori, chiede interventi

Il caro-energia di elettricità e gas è indubbiamente l’effetto più evidente e noto dell’attuale spirale di crisi economica, aggravata dal conflitto tra Russia e Ucraina. Ma anche gli altri beni non sono esenti dall’impennata dell’inflazione, arrivata all’8,9%.

L’esempio più chiaro arriva dal settore alimentare, con i prezzi in crescita del +11,8%. Tant’è che, stima l’associazione di consumatori Codacons, della stangata di 2.734 euro in più che una famiglia-tipo dovrà pagare, ben 657 euro sono determinati proprio dalla spesa per cibi e bevande.

I rincari

Codacons ha rielaborato i dati forniti da Istat, individuando, in un contesto generalizzato di aumenti per i beni di prima necessità, quelli che, in particolare dallo scoppio della guerra in Ucraina in poi, hanno fatto registrate le maggiori impennate.

Al primo posto, nel confronto tra i prezzi di settembre 2021 e 222 c’è l’olio di semi, con un +60,5%. Tant’è che il prezzo è ormai vicino a quello dell’olio d’oliva e non è escluso un sorpasso nei prossimi mesi.

Vengono poi il burro (+38,1%), la margarina (+26,5%), il riso (+26,4%). Ancora, farina e latte conservato (+24%), la pasta (+21,6%), lo zucchero (+18,4%) e i gelati (+18,2%). E non fanno eccezione i prodotti freschi.

Tra questi, a essere maggiormente rincarati sono i vegetali (+16,7%), poi le uova (+16,6%), il pollame (+16,5%), il latte fresco (+15,3%) e il pane (+14,6%). A confermare la tendenza, infine, sono le acque minerali, che pagano la carenza di anidride carbonica e segnano un +12,9%.

Le richieste delle associazioni

“Siamo di fronte a uno tsunami economico senza precedenti – commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – e la crescita dei prezzi al dettaglio è destinata purtroppo ad aggravarsi nelle prossime settimane”.

“Il rischio – prosegue – è quello di un crollo verticale dei consumi delle famiglie negli ultimi mesi del 2022, con effetti a cascata sull’economia”. La richiesta dell’associazione al Governo è quindi quella di tagliare da subito l’iva sugli alimentari e sui generi di prima necessità.

Sulla stessa linea, Federconsumatori ritiene necessaria “una profonda revisione e riforma delle aliquote iva”, così come Consumerismo reputa “indispensabile per abbattere i listini al dettaglio e alleggerire la spesa delle famiglie” il taglio dell’iva su cibi e bevande.

L’unica che non condivide la posizione, tra le diverse associazioni, è l’Unione Nazionale Consumatori, per la quale la riduzione della spesa sarebbe limitata: 90 euro per una famiglia media e 122 per una con due figli.

La richiesta dell’Unc, allora, è quella di un bonus di 600 euro per le famiglie, per fronteggiare un rincaro annuo della spesa stimato in 665 euro medi (907 per una coppia con due figli).

Alberto Minazzi

 

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