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Inflazione, guerra, rischio recessione. Le banche si interrogano sul futuro.

Inflazione, guerra, rischio recessione. Le banche si interrogano sul futuro.

All’assemblea annuale dell’Abi, il ministro dell’Economia Daniele Franco e il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco

Lo spettro della recessione preoccupa chiunque.
Anche le banche, alle prese ora con una “difficile situazione congiunturale”.
Sbagliate le previsioni sull’inflazione a causa dell’aumento del costo dell’energia, che ha trascinato con sé quello delle materie prime e in generale della vita, i grandi della finanza si sono ritrovati a fare i conti.
Al netto delle oggettive difficoltà, tuttavia, la situazione appare meno grave di quel che sembra.
Quanto meno per il ministro dell’Economia Daniele Franco, che ha ricordato come per il trimestre appena concluso si stimi in realtà” una crescita robusta, che porta la crescita acquisita per il 2022 sopra il 3%“.

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Il ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco

Franco: “La crescita non si arresterà”

Secondo i dati del Mef la produzione industriale negli ultimi tre mesi è aumentata del 2%.
“Le difficoltà e i rischi davanti a noi sono importanti, sarebbe tuttavia sbagliato abbandonarsi al pessimismo in una fase in cui ci sono molteplici segnali di fermento – ha rilevato Franco -. La crescita degli investimenti e gli effetti del Pnrr si concretizzeranno dal 2023 al 2026 ed esistono validi motivi per essere fiduciosi che, con il dinamismo del nostro sistema produttivo, con un’incisiva azione di governo e con il contributo essenziale delle parti sociali, la crescita non si arresterà“.
Tra le azioni del governo rientreranno altri interventi finalizzati a contrastare il caro energia “che – ha annunciato il ministro – non sembra destinato a rientrare rapidamente”.
Ma saranno soprattutto legati al taglio del cuneo fiscale (definito prioritario) per far crescere l’occupazione. Una questione che sarà affrontata nella legge di bilancio.
A giorni, invece, è fissata la cabina di regia per recuperare le somme delle frodi legate al Superbonus.
Guardia di Finanza, Ministeri e altri organi pubblici saranno impegnati nel trovare il modo di far introitare nuovamente allo Stato gli altri 3,7 miliardi di euro che, uniti ai 2 mld già recuperati, sono stati “rubati”.

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BCE: sia mantenuta la sostenibilità del debito pubblico

Questi, dunque, sono gli impegni assunti dalla politica per dare una nuova spinta alla crescita e frenare l’inflazione.
Ma nell’imponderabile restano le decisioni che, in merito alle forniture di gas, saranno prese da ora in avanti.
L’Italia finirà in recessione solo nel caso di uno scenario di blocco delle forniture di gas dalla Russia – ha affermato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco- In questo caso il Pil  subirebbe una contrazione nella media del biennio 2022-23, per tornare a crescere nel 2024″.
Le ricadute sarebbero immediate sui costi delle materie prime, sull’aumento dell’incertezza e dunque su un decremento degli investimenti oltre che sul commercio estero.
Secondo la BCE è fondamentale, in questo momento, che sia mantenuta innanzitutto la sostenibilità del debito pubblico.
“Reazioni sui mercati finanziari non giustificate dai fondamentali dei diversi paesi – ha detto Visco – potranno essere contrastate utilizzando con decisione, come già accaduto in passato, tutti gli strumenti in possesso della banca centrale e, se necessario, impiegandone di nuovi”:
A fronte di un PIL che rallenta, però, il governatore della Banca d’Italia ha invitato le banche a essere prudenti nelle politiche di distribuzione degli utili  e degli accantonamenti.

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