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Il mare diventa verde: cosa sta succedendo all’Adriatico

Il mare diventa verde: cosa sta succedendo all’Adriatico
Le alghe colorano di verde il Nord Adriatico a maggio 2025 (ph. European Union, Copernicus Sentinel-3 imagery @copernicus.eu)

Le immagini satellitari di Copernicus mostrano un fenomeno diffuso lungo la costa nord-adriatica. Le acque si colorano di verde. Nessun pericolo per la salute, ma allarme per turismo e pesca

Dopo mesi passati a sognare il primo tuffo della stagione, la sorpresa non è delle più piacevoli: in molte zone dell’Alto Adriatico, il mare ha cambiato colore.
In queste settimane, a partire dalla Romagna fino al Veneto e al nord delle Marche (inclusa tutta la provincia di Ancona), l’acqua si presenta torbida, verde intensa, in alcuni tratti persino rossastra o marrone, con le prime chiazze di mucillagine già visibili.
Nessun rischio per la salute umana, è bene dirlo subito.
Ma di certo non è l’immagine da cartolina che balneari e turisti si aspettavano per l’inizio di maggio, quando le temperature hanno già raggiunto valori quasi estivi.
A documentare il fenomeno, con prove inequivocabili, sono anche le immagini satellitari: lo scatto del 2 maggio catturato dal satellite Sentinel-3, parte del programma europeo Copernicus per l’osservazione della Terra, mostra con chiarezza la differenza tra le acque blu del mare aperto e le zone costiere color verde acceso.

Il Nord Adriatico “verde” nella foto di Copernicus

“All’inizio di maggio 2025 – spiegano gli esperti di Copernicus illustrando la foto postata il 13 maggio – le acque lungo la costa dell’Adriatico centrale e settentrionale sono state colpite da una fioritura algale”.
“Le aree di un verde intenso nell’immagine contrastano nettamente con il blu più intenso dell’acqua non interessata”, prosegue l’analisi, che fornisce anche una possibile spiegazione al fenomeno: “La proliferazione delle alghe, che ha conferito all’acqua marina un colore verde intenso, è stata probabilmente causata da temperature marine superiori alla media e dalle recenti forti precipitazioni, che hanno aumentato il deflusso fluviale in mare”.
Come ricorda un post di RaiMeteo linkato dal sito ufficiale copernicus.eu, l’acqua marina superficiale ha infatti già raggiunto i 20 gradi, con valori fino a 5 gradi sopra la media stagionale, e “le recenti piogge e nevicate a Nord-Ovest hanno riversato grandi quantità d’acqua nei fiumi, abbassando la salinità del mare e creando condizioni ideali per la crescita delle microalghe”.

adriatico

La proliferazione delle alghe in Adriatico e la mucillagine

Sono questi, dunque, i principali fattori che hanno favorito la proliferazione delle alghe, un fenomeno già registrato in passato più volte in Adriatico, nei casi più estremi fino alle coste di Abruzzo e Gargano.
La più recente risale alla scorsa estate, quando a metà settembre risultavano ancora ricoperti da alghe circa 9 mila km quadrati di mare, con effetti negativi sul turismo.
“Sebbene l’aspetto sia poco gradevole, nella maggior parte dei casi non si tratta di specie tossiche”, scrive ancora RaiMeteo, riferendosi ai cianobatteri, ovvero i microrganismi dotati di pigmenti fotosintetici responsabili della colorazione dell’acqua con le tonalità verdastre tipiche della clorofilla e, come avvenuto in parte nei giorni scorsi, della comparsa delle prime chiazze di mucillagine. I cianobatteri, che crescono rapidamente in caso di eutrofizzazione e aumento delle temperature dell’acqua, possono anche provocare una colorazione rossa o marrone. Ma, soprattutto, spiegano gli esperti di Copernicus, “le fioriture algali possono ridurre i livelli di ossigeno e compromettere la vita marina, mettendo a rischio la pesca e il turismo”.

Alberto Minazzi

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