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Il bacio tra Luna e Venere nella luce cinerea

Il bacio tra Luna e Venere nella luce cinerea

Una particolare congiunzione astrale da ammirare anche a occhio nudo

Non servono attrezzature particolari, ma sarà sufficiente che la nuvolosità non oscuri il cielo, per poter godere anche a occhio nudo il particolare fenomeno astronomico che si verificherà a partire dalla notte tra il 22 e il 23 maggio 2023. La particolare congiunzione astrale tra Venere e Luna determinerà una sorta di “bacio luminoso” tra il secondo pianeta del sistema solare e il nostro satellite.
Una manovra di avvicinamento che, pur toccando il suo massimo alle 14.08 di mercoledì 23, sarà visibile già dopo il crepuscolo.
La porzione di cielo da tenere sotto osservazione è quella occidentale, in corrispondenza del punto dove tramonterà il sole. E, nuvole e inquinamento luminoso permettendo, non sarà difficile individuare, oltre alla sottile falce di Luna, anche Venere, che è il secondo astro più luminoso della volta celeste.
Il “bacio”, inoltre, si accompagnerà a un altro suggestivo fenomeno che interessa il satellite terrestre in occasioni delle prime e delle ultime fasi del suo ciclo: la cosiddetta “luce cinerea” che rende parzialmente visibile anche la superficie lunare oscura.

Il fenomeno della luce cinerea

A determinare l’illuminazione grigiastra della Luna è, in sostanza, il riflesso della luce del Sole sulla superficie terrestre, che ha un elevato potere riflettente, pari a circa il 37%. Dal sole, quindi, la luce “rimbalza” sulla Terra, arriva sulla Luna e, a sua volta, sia pure in percentuale assai ridotta (il potere riflettente della luna è solo del 7%) torna verso il nostro pianeta, potendo in tal modo essere vista da noi.
La riflessione che innesca il fenomeno è, a parti invertite, quel che si verifica anche nelle notti in cui una Luna particolarmente brillante proietta come uno specchio verso di noi la luce solare, determinando i cosiddetti “chiari di Luna”.

Da Leonardo da Vinci a Galileo Galilei

A intuire per primo i meccanismi della luce cinerea, che rende percepibile allo sguardo umano, sia pure in penombra, l’intero disco lunare solo quando questo è visibile vicino all’orizzonte durante la prima e l’ultima fase, fu addirittura Leonardo da Vinci, attorno al 1510, anche se ipotizzò che a determinare la particolare situazione sia il riflesso oceanico. In realtà, si è poi scoperto, il riflesso è determinato soprattutto da nuvole e ghiaccio.
Tornando alla storia, va detto che, dopo Leonardo, fu necessario un altro secolo, e il genio di un altro grande italiano come Galileo Galilei, per fornire le esaustive spiegazioni scientifiche che stanno alla base del fenomeno.

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Tag:  astronomia

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