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I Campi Flegrei si preparano all'evacuazione

I Campi Flegrei si preparano all'evacuazione
L’area dei Campi Flegrei (@INGV)

Governo, Prefettura ed enti locali al lavoro per definire il piano. La Protezione civile ha intanto predisposto le procedure da attuare in caso di emergenza

Un piano speditivo, predisposto dalla Protezione civile e approvato dal Governo nel 2023, con le procedure da mettere in atto in caso di emergenza, già pronto.
Un altro, su cui stanno lavorando i Ministeri coinvolti, la Prefettura, i Comuni dell’area e la Regione Campania, per poter intervenire subito con un’evacuazione qualora si rendesse necessaria.
Ai Campi Flegrei la terra continua a tremare (la scossa più forte, dopo lo sciame sismico della notte tra il 20 e il 21 maggio, è stata per ora quella delle 8.28 di mercoledì 22, che ha toccato una magnitudo di 3,6 gradi) e si stanno così mettendo in campo tutte le soluzioni, attuali e di prospettiva, per minimizzare i rischi per la popolazione.

Il piano di emergenza della Protezione Civile: le due zone di intervento

Il passo già compiuto, dunque, è quello del Dipartimento della Protezione civile, che ha definito, nel Piano speditivo di emergenza per fronteggiare il rischio bradisismo ai Campi Flegrei, le procedure da mettere in atto in caso di aggravamento della situazione.
Il Piano è strutturato sostanzialmente sulla previsione di 2 diverse zone di intervento, classificate sulla base del grado di rischio, e 3 scenari di rischio, corrispondenti ai livelli di gravità e di conseguente criticità derivanti dagli eventi legati ai movimenti bradisismici.
Va ricordato che, per i Campi Flegrei, la stessa Protezione Civile ha previsto anche una mappa di evacuazione, legata però al rischio di una possibile eruzione.
Le zone “rossa” e “gialla” previste dalla mappa non corrispondono dunque alle 2 aree di intervento del Piano speditivo di emergenza, studiato per gli eventi sismici.

evacuazione campi flegrei
Sezione 3d Campi Flegrei, Napoli, Campania, Italia,

Le 2 zone di intervento. Bagnoli zona più critica

Le informazioni utilizzate per questo Piano derivano dalla pericolosità indicata dagli enti di ricerca che si occupano dei Campi Flegrei.
La prima zona di intervento comprende i territori particolarmente soggetti al bradisismo, nei comuni di Pozzuoli, Bacoli e Napoli. Le zone del capoluogo interessate sono quelle di Posillipo, Bagnoli e Soccavo-Pianura.
Sono poco meno di 85 mila i residenti e oltre 15 mila e 500 gli edifici residenziali compresi in quest’area, all’interno della quale ve ne è una seconda, sostanzialmente corrispondente con parte del comune di Pozzuoli e del quartiere di Bagnoli, dove vivono 33.653 persone in poco meno di 7 mila abitazioni, ritenuta ancor più critica.

Il Piano di emergenza: gli scenari e le procedure di intervento

A seconda dei 3 scenari operativi di rischio, il Piano prevede diverse attività organizzative e procedure di intervento a salvaguardia della popolazione, alla quale le autorità locali sono tenute a garantire adeguati servizi di assistenza.
I primi 2 scenari sono stati oggetto di una esercitazione della Protezione civile nazionale che si è tenuta lo scorso 22 aprile.
Lo scenario di rischio più basso è quello secondo il quale il terremoto produce danni limitati e che coinvolgono aree ridotte. In questo caso, la Protezione civile locale e regionale si limita a mettere in sicurezza gli edifici e, nel caso sia necessario, a vietarne l’accesso.
L’ipotesi del secondo scenario è quella di danni più gravi ed estesi a porzioni maggiori di territorio legati alle scosse telluriche.
L’intervento messo in campo, in questo caso coinvolgendo anche la Protezione civile nazionale, qualora si presenti una tale evenienza, prevede verifiche dei danni, ripristino di edifici e infrastrutture e soccorso alla popolazione.

L’evacuazione

Lo scenario più grave è il terzo, quello che può rendere necessaria l’evacuazione, parziale o totale, degli abitanti, per la quale è già stata fissata una prova tra il 30 e il 31 maggio prossimi. Il terzo scenario del Piano, che mobilita il sistema nazionale di Protezione civile, può sfociare nella dichiarazione di un eventuale stato di emergenza per bradisismo.
Perché si configuri questa situazione è necessario che le deformazioni aumentino significativamente, così come si intensifichino frequenza ed energia liberata dai terremoti, causando in tal caso gravi danni a edifici e infrastrutture oltre all’impossibilità di garantire i servizi essenziali per i cittadini.

Il Piano di evacuazione e le dichiarazioni del ministro Musumeci

La strategia di intervento per i Campi Flegrei è destinata ad arricchirsi presto anche di un Piano di evacuazione.
Lo ha anticipato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, al termine del vertice interministeriale dedicato proprio all’approfondimento dell’attività sismica in atto nell’area.
Il piano di evacuazione a cui si sta già lavorando, ha spiegato il ministro, “rimane nel cassetto, ma se necessario deve essere subito realizzato e attuato”.
Musumeci ha poi approfondito la situazione, aggiungendo che “le stime saranno fatte nei prossimi giorni, ma servono oltre 500 milioni di euro per la messa in sicurezza degli edifici nei Campi Flegrei”.
Il ministro della Protezione civile, dopo aver stigmatizzato “l’eccessiva antropizzazione del territorio”, ha annunciato anche che “approveremo una norma per vietare nuove costruzioni nella zona del bradisismo dei Campi Flegrei”, non escludendo (“è un’ipotesi che non mi sembra da sottovalutare”) l’ipotesi di aiuti a chi volesse trasferirsi altrove.

“Chi vuole continuare a vivere in quella zona deve attrezzarsi”, ha commentato, pur confermando che “l’intenzione del governo è quella di impegnare risorse nella cosiddetta zona rossa: nell’area più pericolosa ci sono 1.250 case che sarebbero a elevato rischio sismico e 2.750 a medio rischio”.

Alberto Minazzi

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