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Mattarella ha giurato: dignità e responsabilità comune

Mattarella ha giurato: dignità e responsabilità comune
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha prestato giuramento oggi per la seconda volta.
Alle 15.30, a Montecitorio, accompagnato dai rintocchi della campana e successivamente, come da prassi, dai 21 salve di artiglieria sparati dal Gianicolo, il capo dello Stato si è presentato davanti al Parlamento riunito in seduta comune giurando fedeltà alla Repubblica e alla sua Costituzione.
Alla presenza delle massime autorità civili, religiose e militari oltre che dei familiari del presidente, è iniziato il rigido cerimoniale del suo insediamento, ma per un presidente assolutamente sereno (sia pur in certi momenti emozionato) e visibilmente a proprio agio lungo quei corridoi e quelle aule di Montecitorio che ha percorso molte altre volte.
Prima di entrare nell’emiciclo, arricchito per l’occasione di drappi rossi e tricolori, il presidente si è fermato per un dialogo con le altre 4 cariche più alte dello Stato: il presidente del Senato Elisabetta Casellati, il presidente della Camera Roberto Fico, il presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato.

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Il discorso del presidente Mattarella, tra lunghi applausi e ovazioni

Poi, il lungo discorso di inizio mandato rivolto alla Nazione e interrotto più volte da interminabili applausi e da standing ovation, fino allo scroscio finale.
Dopo aver ringraziato per la fiducia nuovamente manifestata nei suoi confronti, il presidente Mattarella ha garantito che adempierà al suo dovere secondo i principi e le norme della Costituzione, come ha cercato di fare sempre nel precedente settennato.
“Questo impegno si lega a quello per la ripresa e per la costruzione del futuro del nostro Paese – ha detto -. L’Italia è un grande Paese. Lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istiuzioni, ci hanno permesso di riprendere ma nuove difficoltà si presentano. Dobbiamo rilanciare l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione nell’ambito della transizione ecologica – ha ricordato-. I tempi duri ci hanno lasciato una lezione: dobbiamo dotarci di strumenti nuovi per affrontare futuri eventuali pericoli globali“.

La chiamata alla responsabilità comune

Dopo aver ricordato che siamo tutti chiamati all’impegno e alla responsabilità, Mattarella ha auspicato che si riesca a costruire “un’ Italia più giusta, più moderna, un Paese – ha rilevato – che cresca in unità, in cui le diseguaglianze che attraversano le nostre comunità vengano meno. Un’Italia che offre ai suoi giovani percosi di studi e di lavoro, che sappia superare il declino demografico cui l’Europa sembra condannata, impegnata nella difesa dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e soprattutto consapevole delle responsabilità nei confronti delle nuove generazioni”.

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Mattarella: “Nessun popolo deve temere l’aggressione dei popoli vicini”

Passaggi importanti sono stati poi legati al ruolo del nostro Paese in Europa e a quanto sta accadendo in questi giorni nello scenario mediterraneo e medio orientale.
Non possiamo accettare che si alzi nuovamente il vento dello scontro in un continente che ha conosciuto le tragedie della prima e della seconda guerra mondiale – ha intimato il presidente – Dobbiamo fare appello alle nostre risorse e a quelle dei Paesi alleati amici affinché nessun popolo debba tenere l’ aggressione dei popoli vicini”.

L’impegno per la salvaguardia della democrazia

Da qui, la profonda riflessione sulla democrazia, sul ruolo cruciale del Parlamento, delle riforme che devono essere portate avanti dalla politica e sul compito dei partiti, che devono lavorare per favorire la partecipazione dei cittadini, che “devono poter fare affidamento sulla politica e sulla comunità civile”.
Poteri economici internazionali tendono a prevalere e a imporsi aggirando il processo democratico – ha detto il capo dello Stato -. Regimi autoritari autocratici tentano di apparire più efficaci di quelli democratici, le cui decisioni sono basate sul libero consenso . Siamo nel pieno di una sfida per la salvaguardia della democrazia”.

“La dignità è la pietra angolare del nostro impegno”

Infine, l’intenso passaggio su quello che è la dignità di un Paese, che si concilia con azioni che devono garantire i diritti basilari delle persone. Il diritto alla vita, al lavoro, allo studio e all’uguaglianza. Dignità è stata riconosciuta nell’inclusione, nella difesa delle donne e nell’opposizione al razzismo e all’antisemitismo, alla tratta e alla schiavitù degli esseri umani, nel rispetto per gli anziani, “che non possono esser lasciati alla solitudine – ha esortato – e neppure possono esser privi di un ruolo che li coinvolga. Dignità è contrastare la povertà – ha continuato il presidente – non dover essere costretti a scegliere tra lavoro e maternità, dignità è un paese dove le carceri non siano affollate e che non sia distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare. Dignità è un Paese libero dalle mafie, libero anche dalla complicità di chi fa finta di non vedere. Dignità è garantire ai cittadini un’informazione libera e indipendente. La dignità – ha concluso -è la pietra angolare del nostro impegno”.

La parata delle frecce tricolori, gli onori militari e il picchetto d’onore

Uscito da Montecitorio, il presidente è stato accolto dal reparto d’onore schierato e dalla banda che ha intonato l’inno d’Italia.
Assieme al presidente del Consiglio Mario Draghi, poi, si è diretto all’Altare della Patria per deporre una corona al milite ignoto e infine al Quirinale, dove ancora una volta ha ricevuto gli onori militari. Poco prima, la parata delle frecce tricolori ha colorato il cielo terso di Roma con i colori della nostra bandiera.

Consuelo Terrin

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