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Veneziani, tranquilli: ecco dove finiscono i masegni

Veneziani, tranquilli: ecco dove finiscono i masegni
Masegni veneziani

Nessun masegno è stato rubato e solo l’1,9% di quelli che sono stati rimossi hanno subito danneggiamenti durante le lavorazioni.
I Veneziani possono stare tranquilli: le pietre che costituiscono la pavimentazione storica della città sono in buone mani.
Anche quando vengono temporaneamente rimosse per consentire l’effettuazione di lavori nel sottosuolo.

 

Che fine hanno fatto i masegni

A fare il punto della situazione, in una conferenza stampa a Ca’ Farsetti, è stata l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Venezia, Francesca Zaccariotto.
La precisazione si è resa necessaria dopo che, in città, avevano cominciato a circolare false voci relative ai masegni.
Si stava diffondendo sempre più l’idea che le pietre non fossero trattate in maniera corretta. O, ancor peggio, che molte fossero sparite dopo la rimozione.
Con la posa della fibra ottica (che consente a Venezia di essere una delle cinque città pilota in Italia per la banda ultralarga) e la conseguente realizzazione degli appositi nuovi pozzetti, i vecchi masegni non sono infatti più ricollocabili.
È un problema di profondità: per mantenere allineati i pozzetti e le pietre storiche, sarebbe stato necessario tagliare queste ultime. Con elevatissimi rischi di danneggiarle.
L’assessore, insieme al consigliere Maurizio Crovato, ha quindi effettuato un sopralluogo in calle Priuli, a Cannaregio, dove sono custoditi 105 bancali, contenenti 2.300 masegni. Quelli in sovrappiù, infatti, sono registrati per numero e provenienza dal Comune (che ne è proprietario) e poi destinati a uno dei tre depositi (tra cui quello di calle Priuli) presenti in città.

 

Sopralluogo dell’assessore ai Lavori Pubblici Francesca Zaccariotto e del consigliere Maurizio Crovato

 

Il recupero dei masegni

Nel 2018, il Comune ha avviato un’opera di reimpiego dei masegni.
Sei bancali sono stati destinati al cantiere per le riparazioni dei sottoportici di Rialto e Oresi; altri quattro alla ripavimentazione di alcune parti vicine al ponte di San Francesco della Vigna; tre bancali sono stati utilizzati dalla stessa Flash Fiber, che sta posando i cavi, per dei ripristini sugli interventi in esecuzione.
Sono circa 200 masegni. La parte più rilevante dei pezzi eccedenti è servita, tra dicembre 2018 e i giorni scorsi, per ripavimentare corte del Bagolaro e ramo Bosello.
In quella zona, una superficie di circa 250 metri quadri era in terra battuta e ghiaino.
La strategia di intervento è dunque chiara.
Da un lato si effettua un’opera di manutenzione e miglioramento di alcune aree del centro storico; dall’altro si recupera in maniera virtuosa la pavimentazione storica rimossa. Con un intervento costato 40.000 euro, è stato così possibile posare una nuova condotta del gas e rifare le linee di acqua potabile.
E sono stati ricollocati, nel corso dei lavori conclusi nei giorni scorsi, circa 800 masegni, pari a 32 bancali.
Nel deposito di calle Priuli, così, rimangono ancora 60 bancali. Ovvero 1.300 masegni.
Anche questi verranno impiegati per interventi analoghi.

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