Salute +

Covid grave? Colpa di Neanderthal

Covid grave? Colpa di Neanderthal

Uno studio individua una causa genetica atavica alla base della strage di Bergamo di inizio pandemia. Intanto il ministro annuncia: “Vaccini gratis per tutti”

È l’immagine-simbolo, consegnata ormai alla storia, dell’inizio della pandemia di Covid in Italia. Ci riferiamo alla trentina di mezzi militari incolonnati il 18 marzo 2020 lungo le strade dal cimitero monumentale per portare via da Bergamo le salme che non potevano più essere gestite nel camposanto della città lombarda.
Il bilancio finale parlò di circa 6.200 persone decedute nella provincia bergamasca tra febbraio e aprile, di cui oltre 5.100 nel solo mese di marzo.
Una vera e propria strage dovuta sicuramente, almeno in parte, all’incapacità iniziale di riuscire a contenere un virus letale e altamente diffusivo prima sconosciuto come Sars CoV-2.
Ma, adesso, i ricercatori dell’Istituto Mario Negri di Bergamo hanno individuato e riassunto in uno studio, pubblicato sula rivista “iScience” e appena presentato in un convegno, anche una spiegazione scientifica. Ovvero una particolare caratteristica genetica, presente in particolare negli abitanti della bergamasca Val Seriana, che risale addirittura alla preistoria.

Una notizia che arriva in giorni in cui la diffusione del contagio da Covid è decisamente ripartita, con un raddoppio dei casi nelle ultime 2 settimane, più 2.500 persone positive in ospedale e 76 in terapia intensiva. E così, pur senza allarmismi, si sta già predisponendo la strategia per l’imminente autunno, tra le approvazioni dei sieri aggiornati alle ultime varianti e l’annuncio del ministro della Salute che la gratuità della vaccinazione sarà garantita a tutti.

covid

Il Covid e i geni dell’uomo di Neanderthal

La predisposizione genetica della popolazione, spiega lo studio “Origin”, avrebbe giocato un ruolo determinante nell’alto tasso di mortalità legato al Covid registrato in Val Seriana.
I ricercatori hanno infatti riscontrato l’associazione tra 6 geni umani che si trovano sul cromosoma 3 e il rischio di contrarre l’infezione da Sars Cov-2 oltre che di sviluppare poi la malattia in forma grave.
“La cosa sensazionale – sottolinea Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri – è che 3 di questi geni sono arrivati alla popolazione moderna dai Neanderthal”.
In particolare è coinvolto il genoma di Vindija, risalente a 50 mila anni fa e trovato in Croazia, riguardo al quale si teorizza che servisse originariamente a proteggere dalle infezioni, mentre adesso ha l’effetto contrario per un eccesso di risposta immune. Si tratta di 2 geni che richiamano i globuli bianchi e causano infiammazione durante le infezioni e un gene che regola lo sviluppo delle cellule epiteliali nelle vie respiratorie.
“Le vittime del cromosoma di Neanderthal nel mondo – prosegue Remuzzi – sono forse 1 milione e potrebbero essere proprio quelle che, in assenza di altre cause, muoiono per una predisposizione genetica”.

covid

L’aumento dei rischi legato ai geni

Lo studio di popolazione si è basato su un campione di 9.733 persone di Bergamo e provincia.
Tra coloro che avevano avuto il Covid, il 92% si era infettato prima di maggio 2020.
Sono state quindi selezionate 1.200 persone: 400 che avevano avuto una forma grave, 400 una forma lieve e 400 che non l’hanno contratto.
Ed è emersa una netta maggioranza di parenti di primo grado morti per la malattia tra chi ha avuto un Covid severo, evidenziando così un nesso tra genetica e gravità della malattia. Il passo successivo è stato quindi l’analisi dei campioni di Dna e delle varianti genetiche di ogni partecipante.
È stato così possibile rilevare le regioni genomiche responsabili delle diverse manifestazioni della malattia.
“I risultati dello studio – spiega Marina Noris, responsabile del Centro di Genomica umana dell’Istituto Mario Negri – dimostrano che chi è stato esposto al virus ed è portatore dell’aplotipo (l’insieme delle variazioni delle singole componenti della catena del Dna, ndr) di Neanderthal aveva più del doppio del rischio di sviluppare Covid grave con polmonite e quasi tre volte in più il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e un rischio ancora maggiore di aver bisogno di ventilazione meccanica”.

covid
terapia intensiva

Nuovi vaccini (gratis) in arrivo

L’Europa e l’Italia si stanno nel frattempo preparando alla nuova campagna vaccinale contro il Covid.
L’Agenzia europea del farmaco Ema ha appena dato il via libera anche al vaccino di Moderna aggiornato alla recente variante Sars CoV-2 dominante “Xbb” di Omicron. Un ok che arriva dopo quello dei giorni scorsi per l’altro siero a Rna messaggero di Pfizer BioNTech, che ha già l’autorizzazione anche dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa.
Le forniture, come ha confermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, sono in arrivo nel nostro Paese entro un paio di settimane.
La campagna anti-Covid potrà dunque affiancarsi, da inizio ottobre, a quella contro l’influenza. Al riguardo, sempre il ministro ha confermato la gratuità della somministrazione del vaccino aggiornato per tutti coloro che vorranno effettuare la vaccinazione e non solo per le categorie più a rischio.
Per gli over-60, i soggetti fragili, le donne in gravidanza e gli operatori sanitari resta quindi in più solo la raccomandazione di vaccinarsi contenuta nella circolare ministeriale del 14 agosto, mentre la somministrazione è solo consigliata per familiari e conviventi di persone con gravi fragilità.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.


Leggi anche: