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Coronavirus: il report regionale sulla mortalità

Coronavirus: il report regionale sulla mortalità
Coronavirus conferenza stampa presidente della regione Luca Zaia 15 dicembre 2020

La regione Veneto si mette in stand-by. Pronta ad adottare una serie di misure per limitare gli assembramenti nelle prossime festività natalizie, resta al momento in attesa delle decisioni del Governo prima di emanare un’ordinanza autonoma.
Nel frattempo, rende noti i risultati del report sulla mortalità realizzato dal Servizio Epidemiologico Regionale.

Il report sulla mortalità

Lo studio analizza, confrontandoli con lo stesso periodo dell’ultimo triennio,  i dati di aumento della mortalità registrati nelle due fasi della pandemia e identifica i “casi tipo” dei positivi veneti.

Tra gli ultimi 15 giorni di marzo e i primi 15 di aprile la mortalità, rispetto ai dati del triennio precedente, risulta aumentata del 38-39%.
Dopo il calo estivo, che ha fatto ben sperare,  il dato ha iniziato a riprendere la risalita da fine ottobre, toccando il +32% nella prima quindicina di novembre e il +44% nella seconda metà del mese scorso.
“I dati più recenti – ha ammonito la responsabile del Dipartimento di Prevenzione regionale Francesca Russo – vanno presi con le pinze, perché potrebbero variare. Ma la prima e la seconda fase, dal punto di vista della mortalità, presentano gli stessi eccessi di mortalità”.

L’identikit del positivo veneto

Ma quali sono i casi più a rischio?
Come nella prima fase, il rischio di mortalità colpisce soprattutto le persone over 75, con un aumento proporzionale all’aumento dell’età. Ugualmente, per le cause di morte, si continua a riscontrare un eccesso di mortalità in tutti i casi di presenza di patologie croniche, a partire da quelle respiratorie, dal diabete e dalle patologie circolatorie, cardio e cerebro vascolari. Ma, a differenza della prima ondata, “a infettarsi sono soprattutto persone tra i 25 e i 64 anni, con un’età media che si è quindi molto abbassata.  Sono maggiormente colpiti ancora gli uomini – ha rilevato Russo – Non c’è invece un quadro importante di manifestazioni cliniche tra i più giovani, fino ai 12/14 anni. L’argomento -ha concluso- sta comunque venendo approfondito con la Pediatria di Padova”.

La situazione nell’Ulss 3

A contribuire a fare il punto della situazione nel territorio veneziano è stato, in un’autonoma conferenza stampa, il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Giuseppe Dal Ben.

“Quello che stiamo vedendo – ha premesso – ci preoccupa molto: gli assembramenti dell’ultimo fine settimana si tradurranno in un aumento dei casi positivi e dei ricoveri. I numeri ci dicono che si sta andando su un binario che non porta nella stazione giusta”.

Nello specifico, Venezia, con 351, da inizio epidemia è sotto la media regionale (attestata a 400) dei positivi ogni 10.000 abitanti, preceduta solo da Rovigo (134).

coronavirus
coronavirus

Ma i picchi registrati il 4 dicembre, con 514 casi di positivi e soprattutto quello di domenica 13, che ne ha fatti registrare 569, evidenziano la pericolosità della situazione.

coronavirus ricoverati 15 dicembre 2020
coronavirus ricoverati 15 dicembre 2020

Anche nelle case di riposo il coronavirus è più diffuso del mese di marzo, con 21 strutture su 33 interessate dai contagi, che hanno raggiunto quota 508 persone. Nelle scuole, invece, i positivi totali da inizio pandemia risultano 1.097, di cui 762 alunni Gli attuali sono 133 (73 scolari).
Per far fronte in modo più capillare alle necessità, il Policlinico San Marco di Mestre è entrato nella rete delle strutture covid. Oggi ospita 23 degli attuali 428 ricoverati ((con una media di ricoveri attorno al 7,5% dei positivi) tra strutture pubbliche e private accreditate.

coronavirus ulss 3
coronavirus ulss 3

Ore decisive per le misure per le feste

Come ci si appresta quindi a trascorrere il Natale?
Con quali divieti, quali misure, quali tutele a difesa della salute pubblica?
Ancora non si sa. “Tutte le Regioni – ha sottolineato il presidente della regione Luca Zaia- hanno avviato un’interlocuzione con Roma, oltre a essersi confrontate tra loro. E’ in programma anche una riunione del Cts nazionale – ha anticipato il presidente – Penso che ormai sia questione di ore, per saperne di più. Intanto la convinzione è quella che occorrono misure unificate a livello nazionale”.

Il tema dei ristori

Nell’incontro di lunedì con la “squadra responsabile” dei sindaci veneti, pur tra posizioni logicamente variegate è emerso un minimo comun denominatore. “Il vero tema – ha spiegato Zaia – è quello dei ristori. Se le misure nazionali saranno sostenute dai ristori, la chiusura può essere la soluzione decisiva in questa fase”.

Al riguardo, Zaia ipotizza infatti due scenari: “Si potrebbero mutuare le misure già in vigore legate alle diverse colorazioni delle regioni. Ovvero, visto che adesso siamo tutti “gialli”, andrà cambiato il colore di tutta Italia. Questo, però, prevedendo adeguati ristori per le attività che sarebbero costrette a chiudere. In caso contrario, vedo possibili solo soluzioni di minima, per evitare gli assembramenti il sabato e la domenica”.

 

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