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Contaminanti chimici nel latte materno. Come evitarli

Contaminanti chimici nel latte materno. Come evitarli

Lo studio: molti interferenti endocrini arrivano ai neonati, ma le mamme possono prevenire i rischi. Ecco come

La premessa è d’obbligo: l’allattamento al seno è e resta il miglior modo per nutrire e far crescere un neonato.
Ma, per evitare che il latte materno risulti contaminato da sostanze chimiche e proteggere i propri figli da potenziali conseguenze negative, secondo gli esperti è bene che le neomamme seguano una serie di raccomandazioni .
Perché, come dimostrano i risultati preliminari di uno studio ancora in corso, coordinato dall’Università di Parma e finanziato dall’Unione Europea, presentati e discussi a Bologna in occasione del congresso della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, non sono solo le microplastiche a riuscire a filtrare nel comunque ricco di benefici latte materno.

I contaminanti chimici che possono arrivare al latte materno

Per la prima volta, i ricercatori italiani hanno analizzato e misurato nel latte materno e nelle urine di 654 coppie madre-figlio, dalla nascita al primo anno di vita, i livelli di concentrazione dei cosiddetti interferenti endocrini, ovvero sostanze chimiche utilizzate in numerosi prodotti di uso comune che però potrebbero avere effetti negativi, in particolare in soggetti vulnerabili come i neonati.
Alterando il sistema ormonale, infatti, provocano un aumento del rischio di obesità, pubertà precoce, diabete e disturbi neurocomportamentali nell’infanzia.
Inoltre, spiega Maria Elizabeth Smith, partner dello studio e professoressa associata di Pediatria all’Università di Parma, “i contaminanti interagiscono tra loro, potendo recare conseguenze nocive potenzialmente maggiori nelle epoche successive di vita”.

Il lavoro svolto nella prima parte della ricerca ha portato a individuare soprattutto tracce di ftalati in circa il 70% di campioni di latte materno e il 96% di urine dei neonati e di bisfenolo A, rispettivamente fino al 44% dei campioni di latte e al 14% nelle urine. Meno diffusi, ma comunque presenti, anche glufosinati e glifosati (attorno al 18%), idrocarburi policiclici aromatici (fino al 6%), parabeni e piretroidi (nel 2,4% dei campioni).

Preoccupazione, ma nessun allarme

“L’esposizione a queste particelle – commenta la presidente del congresso Siedp, Mariacarolina Salerno – è inevitabile, data la loro onnipresenza nell’ambiente”.
Gli ftalati, per esempio, si trovano nelle plastiche degli imballaggi alimentari. Il bisfenolo A, attualmente bandito, è stato a lungo utilizzato per stoviglie di plastica monouso e detergenti per il corpo. I parabeni sono componenti dei cosmetici e i glifosfati si usano come pesticidi.

“La scoperta di numerosi contaminanti nel latte materno – riprende Salerno – aumenta la preoccupazione. Questi risultati non devono tuttavia scatenare allarmismi: l’allattamento al seno non va sospeso, ma protetto, prevenendo l’esposizione agli interferenti endocrini e agendo sulle abitudini nutrizionali e sullo stile di vita delle donne durante la gravidanza e l’allattamento”.

“A tal fine – suggerisce quindi Smith – vorremmo consigliare alle donne in gravidanza di prestare maggiore attenzione ed evitare cibi e bevande confezionate in plastica, cosmetici e dentifrici contenenti microplastiche e vestiti realizzati con tessuti sintetici”.

I consigli per evitare la contaminazione

La Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica ha dunque stilato una lista di raccomandazioni, finalizzate proprio alla riduzione dell’esposizione delle donne agli interferenti endocrini durante la gravidanza e l’allattamento. Per quanto riguarda la cucina, i consigli sono quelli di limitare l’utilizzo di plastica monouso, di biberon non certificati e di contenitori di plastica per conservare e scaldare i cibi.

Restando in tema di alimentazione, è quindi meglio risciacquare a fondo frutta e verdura in scatola prima della consumazione, scegliendo in ogni caso di consumare preferibilmente alimenti freschi e di stagione. Inoltre, è consigliabile una dieta varia, consumando alimenti provenienti, ove possibile, da fornitori diversi.

In generale, alle donne incinte e a quelle che stanno allattando è quindi suggerito di indossare un abbigliamento con tessuti naturali, così come di utilizzare prodotti naturali per l’igiene personale e la cosmesi. Infine, è sconsigliato l’uso di solventi, pesticidi, erbicidi e fungicidi, utilizzando comunque dispositivi di protezione durante il loro impiego qualora questo sia necessario.

Alberto Minazzi

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Tag:  latte, pediatria

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