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Campagne vaccinali nel mondo: ecco come stanno le cose

Campagne vaccinali nel mondo: ecco come stanno le cose
vaccino

Il piano vaccinale messo a punto con le regioni e le province «funziona a pieno ritmo», ha detto nei giorni scorsi il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri.
Sabato 6 febbraio sono arrivate all’aeroporto di Pratica di Mare anche le prime 249.600 dosi del vaccino di Astrazeneca, che sarà somministrato agli under 55.
Se non ci saranno altri intoppi e ritardi, entro marzo l’Italia riceverà in totale 14,7 milioni di dosi sui 28 previsti.
Ma come stanno andando le campagne di vaccinazione in Italia e nel mondo?

Italia

La campagna vaccinale è partita ufficialmente il 27 dicembre con il cosiddetto “Vaccine day”, ma la distribuzione è iniziata il 31 dicembre.
Nella prima fase era previsto l’arrivo di circa 470 mila dosi a settimana del vaccino sviluppato da Pfizer/BioNTech ma, come sappiamo, alcuni problemi all’impianto produttivo hanno causato ritardi di alcune settimane sulle consegne programmate.
Finora abbiamo ricevuto poco più di 2 milioni di dosi e ne sono previste altre 12 entro marzo e 25 milioni per il trimestre successivo. Per un totale di circa 40 milioni di dosi pari a 20 milioni di persone vaccinate. Altro tipo di vaccino somministrato è Moderna.

Un piano vaccinale “adattivo”

Numeri che potrebbero variare se venissero approvati altri vaccini e infatti l’approccio del governo italiano è quello di un piano vaccinale adattivo, che già dalla prossima settimana cambierà grazie all’arrivo del vaccino AstraZeneca.
Indicate per gli under 55, le 249.600 dosi di AstraZeneca in via prioritaria saranno somministrate a insegnanti, forze dell’ordine, forze armate, lavoratori dei servizi essenziali, personale carcerario e persone chi vive all’interno delle carceri.
Al 4 febbraio l’Italia risulta aver vaccinato il 3,86% della popolazione (sempre conteggiate come dose singola) per un totale di 2,34 milioni di dosi ricevute.

Modello Israele

E’ il Paese che ha vaccinato quasi il 62% della popolazione alla data del 4 febbraio per un totale di 5,34 milioni di dosi singole somministrate.
Anche Israele somministra Pfizer e Moderna e ha scelto di vaccinare prima gli operatori sanitari e le persone più vulnerabili, allargando velocemente agli over 40 e agli adolescenti tra i 16 e i 18 anni. Tutto questo grazie al suo sistema sanitario, uno dei migliori al mondo insieme a quello italiano e all’avanguardia nell’utilizzo degli strumenti digitali. Ciò ha consentito ai centri vaccinali di contattare in fretta i propri assistiti e somministrare in fretta le dosi.
Il governo, oltre a essersi mosso molto in anticipo, stipulando dei contratti con le aziende farmaceutiche quando ancora il vaccino non c’era, si è impegnato a fornire alle stesse dati rapidi sugli effetti dei vaccini. Questo ha assicurato al Paese forniture massicce.  L’obiettivo nazionale di Israele è di “vaccinare il 90% degli over 50 nelle prossime 2 settimane
Al 3 febbraio le dosi di vaccino somministrate sono pari a 60,19 ogni cento persone, per un totale di 5,21 milioni di dosi singole

popolazione completamente vaccinata al 4 febbraio

Brasile

Il Brasile risulta il secondo Paese al mondo per numero di morti e terzo per contagi da Covid-19. La campagna vaccinale è cominciata a fine gennaio con l’utilizzo di vaccini importati (il cinese Sinovac e AstraZeneca). In questi giorni arriverà dalla Cina la prima delle 13 spedizioni di principi attivi che consentiranno al Brasile di produrre in casa il vaccino AstraZeneca.
La campagna di vaccinazione brasiliana ha riguardato per primi il personale sanitario, i popoli indigeni e le persone anziane.
Oltre agli ospedali, in questi giorni anche i supermercati di Rio de Janeiro si sono resi disponibili per diventare punti di vaccinazione della popolazione.
Al 3 febbraio le dosi di vaccino somministrate sono pari a 1,45 ogni cento persone, per un totale di 2,52 milioni di dosi singole.

Stati Uniti d’America

Resta il Paese con il maggior numero di contagiati e di morti al mondo da Covid-19 ma, grazie agli investimenti colossali e anche a protocolli sulle procedure meno restrittivi rispetto all’Europa, gli Stati Uniti d’America sono partiti con un grande vantaggio.
La campagna è iniziata il 15 dicembre con la somministrazione dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna mentre è in attesa di via libera, da parte della FDA, per il terzo vaccino, il Johnson&Johnson, per cui è stata chiesta la procedura di emergenza e che sarà in distribuzione forse già a inizio marzo.
A differenza dei primi due, il J&J si conserva più facilmente e ne basta una sola dose perchè sia efficace. La casa farmaceutica dichiara una completa efficacia contro l’ospedalizzazione e la morte e l’85% di efficacia contro le forme gravi del virus.
Se il vaccino verrà approvato anche dall’EMA, in Europa ne giungeranno 400 milioni di dosi.
In questi giorni il governo Biden ha cominciato a distribuire circa 1 milione di dosi di vaccino a 6500 farmacie americane per accelerare la somministrazione.
Al 3 febbraio le dosi di vaccino somministrate sono pari a 10,53 ogni cento persone, per un totale di 35,20 milioni di dosi singole.

vaccino persone con almeno una dose di vaccino dato al 3 febbraio

Regno Unito

Molti si ricordano la foto della signora novantenne Margaret Keenan, la prima vaccinata nel Regno Unito.
Era l’8 dicembre 2020 e le veniva somministrato il vaccino Pfizer. La Gran Bretagna è stata infatti uno dei primi Paesi al mondo ad aver cominciato la campagna di vaccinazione, insieme a Stati Uniti e Canada. Purtroppo è anche il primo Paese europeo per contagi e numeri di morti da Covid-19.
La Gran Bretagna è stato il primo Paese a utilizzare il vaccino AstraZeneca, somministrato la prima volta il 15 gennaio.
I 40 milioni di dosi già preordinati alla Pfizer, se la consegna non slitterà per ritardi nella produzione, garantiranno la vaccinazione di 20 milioni di persone, quindi la gran parte delle categorie indicate come prioritarie per età e vulnerabilità. La bella notizia è che a oggi risultano vaccinati tutti i pazienti della case di riposo.
Al 3 febbraio le dosi di vaccino somministrate sono pari a 16,89 ogni cento persone, per un totale di 10,99 milioni di dosi singole.

Germania

Cambiano drasticamente i numeri per i paesi dell’Unione Europea che a giugno dello scorso anno aveva concordato un approccio centralizzato per l’approvvigionamento delle dosi. La Germania per adesso somministra vaccini Pfizer e Moderna ma sta valutando di utilizzare anche il vaccino russo e cinese e, secondo le ultime dichiarazioni della cancelliera Merkel, entro la fine del terzo trimestre 2021 tutta la popolazione tedesca potrebbe essere vaccinata.
A differenza dell’Italia e di altri Paesi, la Germania ha scelto di vaccinare per primi gli anziani delle RSA anziché il personale sanitario.
In più, oltre che sulle 55 milioni di dosi che le spettano in base agli accordi europei, la Germania può contare su 30 milioni di vaccini aggiuntivi grazie a per un accordo con la Pfizer-Biontech, accordo stipulato dal governo prima della decisione presa dalla Commissione Europea di gestire gli acquisti a livello centralizzato.
Al 3 febbraio risulta aver vaccinato il 3,43% della popolazione (sempre conteggiate come dose singola) per un totale di 2,87 milioni di dosi.

La strategia europea

Al 19 gennaio 2021 la Commissione europea ha siglato accordi con sei case farmaceutiche per oltre 1,3 miliardi di dosi garantite dei vaccini autorizzati, che salgono a oltre 2 miliardi se si contano gli acquisti opzionali: 405 mln CureVac, 400 mln AstraZeneca, 400 mln Johnson&Johnson, 600 mln Pfizer/BioNTech, 300 mln Sanofi-GSK, 160 mln Moderna. La Commissione ha inoltre concluso colloqui esplorativi con Novavax per l’acquisto di 200 milioni di dosi e con Valneva per altre 60 milioni di dosi.

Luisa Quinto

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