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Artico in crisi: il ghiaccio marino ai minimi storici

Artico in crisi: il ghiaccio marino ai minimi storici

Le temperature record e il rapido scioglimento dei ghiacci artici stanno sconvolgendo il clima. I dati di Copernicus mostrano una tendenza preoccupante che potrebbe avere effetti devastanti sulle correnti oceaniche e sugli ecosistemi globali

L’Artico svolge un ruolo fondamentale nel sistema di correnti oceaniche che determinano il clima a livello globale.
Fatta questa premessa, gli studiosi stanno osservando che le coperture di ghiaccio terrestre e marino si stanno sempre più riducendo con l’aumento delle temperature globali e ciò porta a un maggiore riscaldamento della regione artica.
La conseguenza è lo scioglimento di un numero crescente di ghiacciai che si definisce “amplificazione artica”.
Un processo che sta avvenendo rapidamente e che potrebbe mettere in discussione il meccanismo che regola il nostro clima. Perché la riduzione del ghiaccio marino polare non solo influenza gli ecosistemi locali, ma altera le correnti oceaniche e atmosferiche contribuendo a venti meteorologici estremi come ondate di calore, tempeste e inondazioni.

Copernicus Climate Change, uno dei programmi spaziali dell’Unione Europea di osservazione della Terra per monitorare il pianeta e il suo ambiente, nel suo bollettino climatico mensile ha rivelato che l’estensione giornaliera del ghiaccio marino globale, vale a dire che combina le estensioni in entrambe le regioni polari, ha raggiunto un nuovo minimo storico all’inizio di febbraio 2025 rimanendo al di sotto del precedente record nello stesso mese del 2023.

ghiaccio

Le temperature record di febbraio 2025

In particolare il ghiaccio marino artico è arrivato alla sua estensione mensile più bassa nel secondo mese dell’anno, pari all’8% sotto la media. Ed è il terzo mese consecutivo in cui stabilisce questo record.
Il ghiaccio marino antartico, sempre in riferimento al mese di febbraio è invece il 26% sotto la media, la quarta estensione mensile più bassa. Lo scorso mese ha dunque registrato un punto di svolta preoccupante per il clima del pianeta.
E’ stato infatti, come indicano i dati del servizio Copernicus Climate Change C3S rilevati assieme al Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione Europea, il terzo febbraio più caldo a livello globale. La temperatura media ha raggiunto i 13,36° C, superando di 0,63° C la media di febbraio 1991 – 2020, dato di poco superiore rispetto al quarto febbraio più caldo registrato nel 2020.
Inoltre il secondo mese di quest’anno si è rivelato di 1,59° C. sopra la media stimata nel periodo preindustriale 1850 -1900. Non solo. Questo mese ha rappresentato il 19esimo mese degli ultimi 20 in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5° C il livello preindustriale.

l’Artico potrebbe diventare privo di giaccio nel corso di questo secolo

I dati provenienti da Copernicus Climate Change arrivano dal set di rianalisi Era5 che raccoglie miliardi di misurazioni da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo per dare una comprensione il più accurata possibile delle tendenze climatiche e delle anomalie. E i numeri sono allarmanti se si pensa che dal 1979 al 2021 l’estensione del ghiaccio marino artico è diminuita del 12,5% per decennio.
La maggior parte di questo sta diventando stagionale e non dura da un anno all’altro: significa che cresce in inverno e si scioglie in estate. E il ritmo senza precedenti con il quale le masse si stanno riducendo è indicativo che l’Artico potrebbe diventare privo di giaccio nel corso di questo secolo. La regione si sta riscaldando a una velocità più che doppia rispetto alla media globale e sta subendo significativi cambiamenti. A partire dal 2007 sono state registrate 15 estensioni minime di ghiaccio marino artico più basse.

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