Annunciati i vincitori della 16^ e 17^ edizione del prestigioso Premio
Una mostra internazionale, per un concorso di arti visive riconosciuto tra i più importanti al mondo.
Nell’area nord dell’Arsenale di Venezia, fino al 16 aprile si potranno ammirare le opere selezionate dai giurati di Art Laguna Prize.
Non solo dipinti ma anche sculture, installazioni, video arte e cortometraggi, performance, grafica, arte ambientale, street art, land art, urban art, cartoon, arte digitale e design.
Sono ben 240 le opere, provenienti da 50 Paesi del mondo, distribuite nei ben 4 mila mq di esposizione.

Art Laguna Prize ha annunciato già i vincitori delle due ultime edizioni, quest’anno celebrate insieme.
Si tratta di Anna Drozd-Tutaj (Polonia) e di Ohau Chen (Taiwan), autori rispettivamente delle opere “The power of the element” e “Bak to Glory: Make Grest Again”, entrambe della categoria “Scultura e Installazione” .
The power of the Element
Linearità e semplicità sono le caratteristiche dell’opera di Anna Drozd-Tutaj, la cui installazione è stata premiata, hanno motivato i giudici “per la sua pulizia esecutiva. E’ un ordigno visivo che, attraverso l’assemblaggio di centrini colorati, evoca il potere degli elementi e della memoria che compatta il nostro essere emozionale e logico. Stabilità e dinamismo, originario ed originale – si legge nella motivazione -operano come conspiratio oppositorum in perfetta armonia”.

Bak to Glory: Make Grest Again
L’opera di Ohau Chen è invece una video installazione che coinvolge il pubblico chiedendo di votare su un’ipotetica campagna di militarizzazione della popolazione anziana. Sullo sfondo, il conflitto in atto ma anche l’invecchiamento della società e il cosiddetto “biopotere”.
“Il lavoro – spiegano i giurati – presenta un futuro distopico in cui gli anziani sono persuasi a servire l’esercito nazionale in preparazione di una guerra imminente…. Il dilemma è chiaro: chi sacrificare? Giovani o anziani?”.
Il Premio ha conferito anche due menzioni speciali all’opera fotografica di Kailum Graves “The Otherness of Self” e alla performance di Chih Chiu “Self Service Barbershop”.
