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L’Unesco lancia l’allarme per il lago del Sorapis

L’Unesco lancia l’allarme per il lago del Sorapis
Lago di Sorapis

Un “lago vulnerabile”. Viene definito così, il Lago Sorapis, dalla Fondazione Dolomiti Unesco.
Che ha pubblicato sul proprio sito internet ufficiale un video prodotto da Museo della Scienza Muse, Università di Milano e Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo per lanciare l’allarme su una delle meraviglie delle nostre montagne. Un bacino dalle caratteristiche acque turchesi, che devono la loro particolare colorazione ai minerali disciolti e a naturali prerogative chimiche e batteriologiche oggetto di studi e analisi da parte dell’Università di Trento.

La Fondazione riapre così il dibattito relativo alle migliaia di turisti, spesso indisciplinati e poco rispettosi dell’ambiente, che raggiungono il lago e sulla necessità di prevedere misure per proteggere tanto il lago e la sua biodiversità in via di estinzione, quanto i ghiacciai in ritirata dal massiccio.
Torna dunque d’attualità il tema, che si ripropone ciclicamente, di fissare un numero chiuso di visitatori ammessi al lago. In molti ritengono infatti che occorrano norme precise, non bastando il disincentivo del limitato numero di posti auto disponibili nel parcheggio situato nella zona di passo Tre Croci. Né, di fatto, sarebbe sufficiente la maggior sorveglianza messa in campo dai Carabinieri Forestali.
Il lago Sorapis, del resto, è raggiungibile attraverso diverse vie. Si può infatti facilmente accedere al sentiero che parte da passo Tre Croci provenendo sia da Cortina d’Ampezzo, che da Auronzo o Dobbiaco. Vi sono però anche collegamenti più complessi, riservati quindi ai soli escursionisti esperti. Lo spettacolo offerto dai colori pastello del lago, situato a un’altitudine di 1923 metri, ripaga comunque della fatica di un cammino di almeno un paio d’ore.
A seconda dei periodi dell’anno, l’acqua, comunque sempre fredda, appare limpida o torbida e lattiginosa, ricevendo i reflussi limosi attraverso il deflusso proveniente dal soprastante ghiacciaio. Il colore però è sempre turchese. E anche la cornice montuosa, a partire dal Dito di Dio, che sembra quasi a guardia del lago stesso, contribuisce all’unicità dello scenario.

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