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A Venezia, una settimana dedicata ai brevetti

A Venezia, una settimana dedicata ai brevetti
Galileo Galilei

La tutela delle opere di Ingegno nacque il Laguna 550 anni fa

Il 19 marzo 1474 fu una data importante per Venezia e per il mondo.
Nacque infatti in laguna il primo sistema brevettuale della storia.
Che fece in pochi anni della Serenissima un centro di innovazione e di eccellenza.
Vi giunsero gli inventori di ogni dove, portando la loro ingegnosità, sicuri di trovare la tutela e la concessione dei diritti di sfruttamento delle loro scoperte.
Oggi, a 550 anni da quella storica data, l’Università Ca’ Foscari, in collaborazione con il Ministero delle Imprese del Made in Italy e con l’Archivio di Stato, celebra quella grande intuizione con “Venezia Brevetti 550”: cinque giornate di incontri aperti alla cittadinanza con studiose e studiosi “per porre la tutela e la valorizzazione della proprietà industriale al centro del dibattito sui processi di innovazione e sviluppo economico”.
“L’evento di oggi – ha sottolineato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso- si pone come passaggio di testimone dell’avvio del B7 di Confindustria e del G7 dell’Industria, Tecnologia e Digitale che nei prossimi tre giorni vedranno confrontarsi, tra Verona e Trento, centinaia di imprenditori nazionali e internazionali”.

La tutela della proprietà intellettuale motore dell’innovazione

A inaugurare la rassegna, che comprende anche una tavola rotonda che “affronterà il tema della proprietà intellettuale come motore dell’innovazione attraverso la testimonianza di importanti esperti di istituzioni ed imprese”, laboratori di didattica e il seminario aperto alla cittadinanza ‘I ‘privilegi’ di Venezia: 550 anni di serenissimo ingegno e odierne invenzioni’, è stata stamani, in Aula Baratto, una cerimonia durante la quale si è tenuto anche l’annullo del francobollo celebrativo della deliberazione del Senato della Repubblica.

Lippiello: ” Il brevetto presupposto per la creazione d’impresa”

“Lo Statuto veneziano dei brevetti è il primo esempio di sistema brevettuale conosciuto a livello europeo e internazionale – ha ricordato la rettrice di Ca’ Foscari Tiziana Lippiello-. Il brevetto, per le università, rappresenta un punto di intersezione tra due obiettivi che la ricerca si deve porre. I titoli di proprietà intellettuale fungono da presupposto per i processi di creazione d’impresa: si pensi agli spin-off, organizzazioni capaci di portare al mercato l’innovazione generando lavoro: per i ricercatori junior, studenti, professionisti ed esperti. Inoltre, il brevetto, e l’insieme di leve che le università possono mettere al lavoro per darlo in licenza, cederlo, sfruttarlo in collaborazione con partner esterni, ed è soprattutto lo strumento con cui si rende disponibile al mondo, alla società, il risultato della ricerca”.
Attualmente sono 18 quelli depositati da Ca’ Foscari.

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La rettrice di Ca’ Foscari Tiziana Lippiello

Brugnaro: “La tutela come prima forma della libertà d’impresa”

In quel lontano 1474, i primi brevetti riguardarono soprattutto il vetro, la meccanica, la produzione dei tessuti di seta e la stampa. Tra il 1474 e il 1797, ne furono registrati più di 2000.
“Furono concessi a chiunque: cittadini veneziani e stranieri, donne e uomini, di qualsiasi ceto sociale -ha sottolineato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro -. Tra questi, ci fu anche il brevetto concesso a Galileo Galilei, riguardante l’invenzione del suo telescopio. La Repubblica Serenissima ha così tutelato l’intelletto, il pensiero, l’intuizione che ha aperto nuovi mercati. Una tutela che è libertà di impresa”.
Una strada che la città intende intraprendere nuovamente, perché, ha detto ancora Brugnaro, “Venezia è la più antica città del futuro e con il progetto “Venezia Città Campus” vogliamo riportare sempre più “sapere” in città, attirando giovani studenti provenienti da tutta Europa”.

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Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

Non solo nel centro storico.
“Il distretto industriale di Porto Marghera, dove nel Novecento i diversi brevetti portarono anche Giulio Natta a prendere il Nobel per la chimica nel 1963 per lo studio sui polimer – ha spiegato il sindaco – oggi è sede di sperimentazioni ed innovazioni, come quella per l’idrogeno. L’ingegno, nel passato così come nel presente, è sempre stato e sarà il motore dell’innovazione”.

Consuelo Terrin

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