Nella regione i numeri superano la media nazionale, con Treviso e Padova in testa. Il 28 giugno è la Giornata per la prevenzione, ma il tabù resta forte: solo 1 su 4 chiede aiuto. In ottobre il primo bagno pubblico per pazienti a Silea
In Veneto l’incontinenza non è un problema di pochi: ne soffre il 15% della popolazione, un dato ben più alto rispetto alla media nazionale, che si attesta al 10%.
Parliamo di circa 55 mila persone, concentrate soprattutto nelle province di Treviso e Padova, dove l’incidenza è da record. Eppure, nonostante questi numeri, se ne parla ancora troppo poco.
Il prossimo 28 giugno si celebra la Giornata Nazionale per la Prevenzione e la Cura dell’Incontinenza, ma il tema resta circondato da imbarazzo e silenzi nonostante siano ben 51 milioni gli italiani a soffrirne.
Solo 1 paziente su 4 riesce infatti a superare la vergogna e rivolgersi a un medico per affrontare il disturbo, che colpisce in particolare le donne e che, complice l’invecchiamento della popolazione, è destinato a crescere ancora nei prossimi anni.
Una malattia che isola
Passata la soglia dei 45/50 anni il 20% delle donne (1 su 5) scopre di soffrire di incontinenza da urgente.
Per gli uomini, la percentuale si attesta intorno al 12%.
La patologia ha un impatto sociale molto grave che causa frequentemente isolamento, persino la perdita del lavoro e, in molti casi anche forme di depressione.
A sottolinearlo è il presidente dell’Associazione Padovana Incontinenti e Stomizzati Marco Torresan, che ben conosce la realtà veneta in cui la sua associazione opera, non solo sul concreto ma anche con supporto di carattere psicologico e con proposte come la musicoterapia.
Dei 55 mila pazienti che in Veneto soffrono di incontinenza urinaria, il 10% sta a Padova e il 7/8% a Treviso, dove oltre 11 mila persone (6.931 donne e 4.290 uomini) usufruiscono di presidi per incontinenza.
“Le cause di questa patologia invalidante – spiega Torresan – sono diverse e complesse: vanno dall’età alle malattie degenerative come la sclerosi, a traumi derivati da incidenti stradali, tumori gravi o patologie infiammatorie. E’ comunque possibile vivere una vita relativamente tranquilla, l’importante è accettare la problematica e riuscire a gestirla nel migliore dei modi, magari con il supporto di esperti”.

Suonare per stare meglio. E un bagno per sentirsi inclusi
Proprio per rendere i pazienti più tranquilli e predisposti ad affrontare la loro situazione, l’Associazione padovana ha attivato un laboratorio di musicoterapia che si sviluppa attraverso un ciclo di incontri durante i quali imparano a suonare uno strumento.
“E’ un modo per permettere loro di rilassare la mente e di conseguenza anche il corpo e quindi i muscoli reagiscono meglio. Così possono affrontare più serenamente la convivenza con la patologia”.
Proprio in questa direzione, il prossimo mese di ottobre il Comune di Silea, nel trevigiano, inaugurerà il primo bagno pubblico per persone incontinenti e con stomie della Regione Veneto.
Il Veneto si illumina di blu per l’incontinenza
In occasione della Giornata Nazionale per la Prevenzione e la Cura dell’Incontinenza, numerose amministrazioni pubbliche delle province di Treviso, Padova, Verona e Vicenza illumineranno di blu i propri edifici, simbolo di sensibilizzazione e sostegno.
Anche il Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Monastier, da anni punto di riferimento per il trattamento delle disfunzioni pelvi-perineali femminili, tra cui l’incontinenza urinaria, parteciperà all’iniziativa, mantenendo la propria struttura illuminata di blu per tutta la giornata. Un gesto simbolico, ma fondamentale per promuovere consapevolezza e favorire un dialogo aperto su un tema che riguarda milioni di persone.

“Affrontare apertamente il tema dell’incontinenza è fondamentale – commenta Carmelo Morana, Primario di Urologia del Giovanni XXIII -. Soprattutto, è essenziale che le persone affette da incontinenza sappiano che esistono percorsi di cura e che, con un intervento tempestivo e appropriato, è possibile migliorare notevolmente la propria condizione e vivere una vita piena.”
Silvia Bolognini