Alberto Piovan, 38 anni, insegnante a Padova, premiato dal Quirinale su iniziativa dei suoi ex alunni. Una storia di scuola, passione e gratitudine. E di un Prof che fa amare i valori civili e l’Europa
Alberto Piovan ha 38 anni, insegna diritto ed economia politica al Liceo Maria Ausiliatrice di Padova e sicuramente è un “prof”, come lo chiamano loro, molto amato dai suoi alunni.
Tanto che sono stati proprio loro a candidarlo ufficialmente a Cavaliere della Repubblica scrivendo una lettera al Presidente Sergio Mattarella. Ora festeggiano con lui il prestigioso riconoscimento che gli è stato consegnato dal prefetto di Padova il 2 giugno.
“Aver ricevuto questa onorificenza – racconta Alberto Piovan a Metropolitano.it – è per me un onore immenso e incredibile, è la più alta benemerenza con cui la Repubblica possa insignire un cittadino o uno straniero. Ciò che rende ancora più significativa questa nomina è che viene dai ragazzi, tutta farina del loro sacco. Mi riesce molto difficile riuscire a descrivere la gioia e la commozione profonda che continuo a provare. Quel giorno dopo la consegna, ho pianto molto”.
Una storia di gratitudine e riconoscenza
Alberto Piovan ogni mattina da 8 anni entra in aula e si relaziona con i suoi alunni trasmettendo loro il suo sapere e questa è una bella storia, una testimonianza che ancora ci sono insegnanti che facendo il proprio lavoro con passione lasciano il segno. “In particolare – continua il Prof per eccellenza – nella lettera i ragazzi hanno scritto che con le mie lezioni si sono sentiti cresciuti e più consapevoli dal punto di vista della cittadinanza attiva, ma anche nei confronti della consapevolezza dell’importanza della Repubblica e dell’Europa. E ancora si legge che per loro sono un esempio di valori civili e morali oltre a essere riuscito a tenere insieme i valori cristiani che sono di ispirazione alla nostra scuola accanto a quelli dell’Unione europea. I ragazzi hanno fatto tutto da soli mettendosi d’accordo con la direttrice della scuola, suor Mafalda Diana e il preside professor Giovanni Aliberti. hanno deciso di annunciare a tutti la candidatura alla festa di Natale del 2022, la prima vera festa dopo la pandemia, quindi un momento già carico di emozioni in sè. Sono saliti sul palco raccontando cosa avesse per loro significato vivere l’esperienza scolastica in un istituto salesiano, nel carisma di don Bosco che mette al centro i ragazzi prima di tutto. Poi hanno comunicato a tutti – genitori, studenti e professori riuniti – l’incredibile notizia. Io sono avvampato, ho sgranato gli occhi e avrei voluto incollarmi alla sedia, ma i colleghi hanno insistito perchè salissi sul palco a prendere il microfono. Non sono riuscito a dire alcunchè, se non un semplice “grazie” rinnovando gli auguri di Natale a tutti. E mi sono commosso“.
Quando un insegnante è capace di andare oltre i libri
L’Onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica è un riconoscimento di merito conferito dal presidente della Repubblica per benemerenze verso la Nazione in diversi campi quali le lettere, le arti, l’economia, la politica e il servizio sociale. Nel caso del giovane professore di Rubano tutto è però partito dai suoi ex alunni.
Due anni dopo, Alberto Piovan ha ricevuto la lettera della Prefettura che gli comunicava il riconoscimento.
Qual è la sua filosofia di insegnamento?
“Credo nel fatto che non ci possa essere più l’educazione idraulica – sottolinea Alberto Piovan -: l’insegnante non ha tutte le risposte, la conoscenza ormai viaggia in rete e il web è a disposizione di ogni possessore di uno smartphone; il docente, dunque, non è la bottiglia del sapere che riempie i bicchieri vuoti (gli studenti). Si tratta piuttosto di un approccio opposto, cioè quello di far saltare i tombini! Mi spiego: ogni giovane, dentro di sè, ha un mondo che è da scoprire e da valorizzare, ma che – per alcuni più e per altri meno – è ancora nascosto. Compito dell’insegnante – amava ripetere don Bosco – è trovare il punto accessibile al bene, cioè far saltare il tombino, aprire questo mondo nascosto, scoprirlo insieme al ragazzo e, in tutto questo, accompagnarlo ad appassionarsi alle materie di studio. Io insegno diritto, economia politica ed economia civile: mi piace ripetere che studiamo con il libro in una mano e il quotidiano nell’altra. Se non sappiamo capire il perchè degli argomenti che studiamo e non riusciamo a collegarli alla contemporaneità, diventa tempo perso”.
L’omaggio degli studenti al loro “Prof”
L’onorificenza è un omaggio sentito da parte della classe del corso di scienze umane con opzione economico sociale che ha preso in carico nell’anno 2028-2019 e che ha portato alla maturità nel 2023. Un docente, Alberto Piovan, che senza dubbio si è saputo distinguere per la sua capacità di andare oltre i libri e le dispense lavorando in classe per far maturare una coscienza europeista e la forza di poterlo testimoniare anche fuori dalla scuola. “Difficile spiegare come mi rapporto con gli alunni – precisa il docente -. Ogni studente è diverso dagli altri, non esiste una ricetta che si possa replicare per tutti, perchè ciascuno ha la propria storia, i propri punti di forza e le proprie fragilità, le proprie passioni e le materie per cui nutre meno interesse. Nel mio piccolo, cerco di partire dal fatto che ogni ragazzo vada prima di tutto ascoltato, accolto, compreso. È nel dialogo che nascono le relazioni, nell’affacciarsi ogni volta in questo periodo così affascinante e terribile che è l’adolescenza nel quale sono immersi. I ragazzi hanno bisogno di avere vicino degli adulti che non siano perfetti, ma che si impegnino ad essere coerenti con quello che dicono e fanno”.
Guardando al suo futuro di docente
“Un aspetto complesso per la scuola di oggi è la valutazione – conclude Albero Piovan -. Molti ragazzi vanno in ansia (non per finta) quando è il momento del voto, perchè sentono addosso una pressione (sociale) insostenibile per loro (A. Pellai, ndr). Al termine di ogni compito scritto tesso con ciascuno un rapporto epistolare: scrivo una valutazione (a volte più lunga, altre meno), in cui cerco di sottolineare cos’è andato bene, cosa no, ma soprattutto capirne il motivo e provare ad offrire spunti di riflessione. Il punto non è che voto prendi, ma il percorso che fai: il ragazzo non è il voto che prende, quello riguarda solo la sua preparazione. Dopo aver ricevuto questo riconoscimento sento una responsabilità ancora maggiore nei confronti dei ragazzi e mi impegnerò per poter rendere omaggio all’onorificenza ricevuta, con il mio lavoro, quello di ogni giorno, anzi, di ogni ora, collaborando con i miei colleghi. Vivere con i giovani significa farsi mettere in discussione in continuazione: non è semplice, ma è un viaggio che – condiviso con loro – diventa veramente appassionante“.
Silvia Bolognini