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Prime prove di ripresa. Venezia si ripopola nel fine settimana del Carnevale

Prime prove di ripresa. Venezia si ripopola nel fine settimana del Carnevale

Week end di San Valentino all’insegna della ripresa.
Per Venezia il fine settimana appena passato è stato positivo e ha visto la città lagunare ripopolarsi di turisti.
Complice il sole, San Valentino, ma sicuramente anche il Carnevale, che terminerà martedì, la città ha accolto, secondo le prime stime, 25 mila visitatori.
Una cifra assolutamente non comparabile a quella dei normali carnevali veneziani, ma che comunque sembrava inavvicinabile dopo un anno di vuoto a causa della pandemia.

“Un segnale di speranza”

“Dall’analisi dei dati del weekend appena trascorso, nel quale abbiamo assistito all’arrivo di visitatori provenienti non soltanto dal Veneto ma anche dall’estero, in primis francesi e svizzeri   – ha commentato il presidente di Confindustria Venezia sezione turismo Salvatore Pisani – si coglie un segnale di fiducia per la ripresa del settore turistico. L’apertura dei musei e il desiderio di tornare ad ammirare le bellezze di Venezia hanno avuto la meglio.  Nonostante il Carnevale non sia stato celebrato come da tradizione, San Valentino ha senz’altro conferito un impulso significativo al settore ricettivo”.

Prenotazioni negli alberghi

Nei grandi alberghi del centro storico, l’indice di occupazione, secondo i dati forniti da Confindustria, ha raggiunto nella giornata di sabato il 70%.
Qualcuno infatti ha scelto Venezia cogliendo al volo i pacchetti di coppia o le offerte a tariffe agevolate per un weekend romantico.
Qualcun altro ha raggiunto la città per una gita giornaliera.

La bella giornata ha invogliato a camminare e lungo Strada Nuova, nelle ore clou, si sono riviste molte persone. Tuttavia, tra le calli, nei campi e neppure in Piazza San Marco ci sono stati problemi. Venezia non si è fatta trovare impreparata.
Già la scorsa settimana l’amministrazione aveva infatti predisposto un’ordinanza per gestire i flussi di visitatori che è riuscita a evitare gli assembramenti grazie alle forze dell’ordine messe in campo e alla chiusura temporanea di alcune zone considerate “a rischio” perché storicamente più frequentate.

 

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