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Unesco: da 75 anni la cultura per unire i Paesi

Unesco: da 75 anni la cultura per unire i Paesi

La firma della costituzione dell’Unesco avvenne il 16 novembre del 1945, ma ci volle quasi un anno perché, il 4 novembre 1946 a Parigi, l’organizzazione delle Nazioni Unite fosse concretamente istituita, con la ratifica di ulteriori 20 Paesi oltre ai primi firmatari.
Compie quindi 75 anni l’ente creato per favorire la pace e la comprensione interculturale tra gli Stati attraverso l’educazione, la scienza e la cultura. Un obiettivo che, insieme alla promozione della cooperazione scientifica e alla protezione della libertà di espressione, passa anche attraverso la protezione e la salvaguardia dei siti ritenuti eccezionali per valore e bellezza culturale o naturale.

L’Italia e l’Unesco

L’Italia fu ammessa all’Unesco l’8 novembre del 1947.
Oggi, con 58 siti nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità (più 14 realtà inserite nel Patrimonio immateriale), è il primo Stato davanti alla Cina (con 56) e alla Germania (50).
Con 10 siti, la regione italiana al primo posto è la Lombardia, seguita dal Veneto (9) e la Toscana (8). Solo la regione più piccola, la Valle d’Aosta, ancora non conta siti riconosciuti dall’Unesco.

Dal primo all’ “ultimo” sito

Il primo sito del nostro Paese a ricevere il riconoscimento fu, nel 1979, l’arte rupestre in Val Camonica. In 3 sono stati invece, in ordine di tempo, gli ultimi siti italiani a entrare nella lista, con l’accoglimento della candidatura lo scorso luglio a Fuzhou, in Cina, nella sessione del 44° Comitato del Patrimonio mondiale Unesco. Si tratta di Montecatini Terme, in Toscana, inserito tra le località del sito sovranazionale “Grandi città termali d’Europa”, Padova “Urbs picta” e i portici di Bologna. E’ di settembre di quest’anno, invece, il riconoscimento del Monte Grappa, in Veneto, quale 20° Riserva di Biosfera Unesco.

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Monte Grappa, Veneto

I primi siti Unesco in Italia

i criteri fissati dal Comitato, i siti Patrimonio dell’umanità devono rappresentare un capolavoro del genio creativo, una tradizione culturale, testimoniare un cambiamento culturale in un dato periodo o essere esempio dell’interazione umana con l’ambiente.
In ordine di tempo, dopo la Val Camonica, entrarono nella lista nel 1980 la chiesa e il convento domenicano di Santa Maria delle Grazie e il “Cenacolo” di Leonardo da Vinci, a Milano, e il centro storico di Roma. Nel 1982 fu invece la volta del centro storico di Firenze.

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Firenze

Il 1987 fu l’anno di Venezia e la sua Laguna e di Piazza del Duomo di Pisa.
Il 1990 del centro storico di San Gimignano (Siena), il 1993 dei Sassi e del parco delle Chiese rupestri di Matera, il 1994 di Vicenza e delle ville del Palladio.
Ben 4 siti risalgono al 1995: i centri storici di Siena e Napoli, Ferrara e il Delta del Po e il villaggio di Crespi d’Adda (Bergamo). Altri 4 al 1996: i trulli di Alberobello e Castel del Monte in Puglia, il centro storico di Pienza (Siena) e i monumenti paleocristiani di Ravenna.

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Panoramica Delta del Po

Dal 1997 ai primi anni Duemila

Lunga la lista dei siti ammessi nel 1997: le zone archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, la Costiera Amalfitana e la Reggia di Caserta in Campania; la Valle dei Templi di Agrigento; Portovenere, Cinque Terre e le isole di Palmaria, Tino e Tinetto in Liguria; la cattedrale, la Torre civica e la Piazza grande di Modena; il villaggio nuragico di Barumini, in Sardegna; l’orto botanico di Padova; le Residenze Sabaude in Piemonte e la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, in Sicilia.

 

Nel 1998 fu la volta del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, tra il golfo di Salerno e quello di Policastro, del centro storico di Urbino e della zona archeologica e la Basilica patriarcale di Aquileia (Udine). Poi (1999) di villa Adriana a Tivoli e, nel 2000, della Basilica di San Francesco e degli altri siti francescani di Assisi, in Umbria, delle isole Eolie e della città di Verona. Nel 2001 è la volta di Villa d’Este a Tivoli, nel 2002 della Val di Noto, in Sicilia e nel 2003 dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia.

Manarola, Cinque Terre -Toscana

Dal 2004 a oggi

Val d’Orcia (Siena) e le necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia entrano nel Patrimonio nel 2004, la parte antica di Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica nel 2005, Genova, con le Strade nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli, nel 2006. Il 2008 è l’anno di Mantova e Sabbioneta, in Lombardia, oltre che del “Trenino rosso del Bernina”. Il 2009 delle Dolomiti e il 2010 di Monte San Giorgio, gruppo montuoso tra Varese e la Svizzera. Il riconoscimento arriva nel 2011 per i luoghi di potere dei Longobardi in Italia e per i siti palafitticoli preistorici delle Alpi.

Nell’ultimo decennio, diventano siti Unesco le ville e giardini medicei in Toscana oltre all’Etna (2013), i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato in Piemonte (2014), la città di Palermo con le cattedrali di Cefalù e Monreale (2015). Poi, dal 2017, fanno parte della lista le opere di difesa veneziane del XVI e XVII secolo e le antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, comprese Lazio, Abruzzo, Umbria e Molise. E, prima di quest’anno, sono entrati la città industriale di Ivrea (2018) e le Colline del Prosecco, in Veneto (2019).

Alberto Minazzi

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