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Un frammento di Dna ha fatto perdere la coda agli umani

Un frammento di Dna ha fatto perdere la coda agli umani

Uno studio della Grossman School of Medicine mette in luce un significativo passaggio dell’evoluzione dell’uomo

Un tempo nell’uomo la presenza della coda aveva una funzione legata all’equilibrio e alla vita sugli alberi.
Poi la vita si è spostata sul terreno e la coda, che non serviva più, è scomparsa.
Su come questo sia avvenuto risponde oggi un recente studio scientifico della Grossman School of Medicine della New York University pubblicato su nature.
Alla perdita della coda dei nostri antenati, ben 25 milioni di anni fa, suggeriscono i ricercatori, potrebbe aver portato una modifica genetica. Un piccolo cambiamento del DNA legato all’elemento Alu, sequenza di DNA lunga circa 300 paia di basi che si ripete in circa 750.000 punti del genoma umano.
La ricerca si è concentrata sul meccanismo genetico, che fino a ora non si conosceva, che ha permesso l’evoluzione della perdita della coda negli ominoidi.

La proteina chiave nell’evoluzione

Lo studio ha portato a scoprire che il cambiamento nel DNA avrebbe alterato la formazione di una proteina chiave nello sviluppo della coda causando poi la sua scomparsa mettendo a confronto il Dna degli umani e delle scimmie antropomorfe senza coda quali gorilla e scimpanzè con quello di macachi e babbuini ovvero le scimmie dotate di coda. In particolare, si è focalizzato su 140 geni legati allo sviluppo di questa appendice nei vertebrati.
L’assenza della coda è stata associata al cambiamento di un gene chiamato TBXT per l’inserimento di un piccolo frammento di DNA, una sequenza Alu. Questo fa sì che dallo stesso gene possano essere prodotte forme diverse della proteina corrispondente che a loro volta determinano una diversa lunghezza della coda o anche la sua scomparsa.

L’esperimento nei topi in laboratorio

Tra i vertebrati, la coda è un elemento estremamente comune e tutti i mammiferi ne sviluppano una durante lo sviluppo embrionale, anche se alla nascita non è magari presente.
Nel caso degli esseri umani, la coda scompare circa all’ottavo mese di gravidanza e ne rimangono soltanto alcune piccole tracce che formano il coccige e le cui dimensioni sono variabili da persona a persona. La perdita della coda è tra i cambiamenti anatomici più notevoli avvenuti nel percorso evolutivo che ha portato l’uomo al bipedismo e postura eretta.
Gli scienziati che hanno lavorato per quasi tre anni per arrivare a dei risultati accertati, hanno testato la scoperta in laboratorio riproducendo il meccanismo genetico sui topi.
Hanno coì potuto osservare che certi animali nascevano senza coda, in altri invece era più corta del normale. Inoltre alcuni privati della coda hanno sviluppato una condizione simile alla spina bifida, un difetto comune nel tubo neurale umano.

coda

Gli autori dello studio sono anche arrivati a comprendere che la mutazione sul gene TBX espone le specie che ne sono portatrici a un maggiore tasso di difetto o malformazioni della colonna vertebrale durante lo sviluppo embrionale che attualmente negli esseri umani colpisce circa un neonato su mille.

 

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