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Un… filo di seta ci unirà!

Un… filo di seta ci unirà!

L’inaugurazione dell’Anno del Turismo Europa-Cina rilancia la vocazione di Venezia come terreno d’incontro internazionale

Cina ed Europa chiamano, Venezia risponde. Definitela “Via della Seta 5.0” o come preferite: quel che conta è la sostanza. E la sostanza è che il “Vecchio continente” e la sempre più emergente economia del colosso orientale hanno voluto fortemente che fosse la città lagunare la “cerniera” dei loro crescenti rapporti, nello specifico in ambito turistico. Un’ulteriore tappa di consolidamento del feeling di Venezia con la Cina e l’Estremo Oriente che non ha solo le ben note radici storiche legate a Marco Polo, ma che si è venuta ad arricchire, in particolare negli ultimi anni, di nuove sinergie, ripensate nell’ottica del mutato contesto globale del terzo millennio. «Su questi temi dobbiamo essere tutti compatti: ci giochiamo il futuro dei prossimi vent’anni», ha sottolineato a Palazzo Ducale il “padrone di casa”, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

Le rotte commerciali sulla via della seta

Non si può dunque bollare come un semplice evento “di facciata”, la tre giorni vissuta in Laguna (tra Fenice, Palazzo Ducale e Ca’ Vendramin Calergi) dai rappresentanti politici ed economici di Cina ed Europa per l’ufficiale inaugurazione dell’“Anno del turismo Europa-Cina 2018”, che si è svolta a gennaio. A Venezia si sono infatti già iniziate a gettare le basi per ulteriori iniziative di sviluppo, con gli investitori asiatici che hanno confermato il grande interesse nei confronti del nostro Paese e delle prospettive di una nuova Venezia metropolitana dal più ampio respiro in particolare. «Nella serata alla Fenice – ha rivelato ad esempio il sindaco – ho incontrato il rappresentante di un gruppo cinese leader del turismo, con potenzialità economiche molto importanti. Abbiamo parlato della possibilità di investire su Marghera e sul porto, tant’è che, a seguito della giornata veneziana, ci sarà una grande riunione di investitori. Perché si rendono conto che Marghera è realmente al centro di quella che potremmo chiamare “silk valley”». «Fin dal suo primo giorno – ha confermato il presidente del Veneto, Luca Zaia – Marghera ha la vocazione ad attrarre investimenti puliti e il nuovo corso può ripartire proprio da qui».

Con lungimiranza, dunque, anche l’Europa (con la forte e ferma volontà del presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, di far svolgere l’evento di apertura a Venezia) e l’Italia si sono accorte del nuovo posizionamento baricentrico negli equilibri internazionali che una città (ampiamente intesa) come Venezia può tornare a rivestire. «Venezia – ha ammesso nell’occasione il sottosegretario del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, Dorina Bianchi – ha un ruolo importantissimo, perché rappresenta la punta verso l’Oriente dell’intera Europa ed è con grande orgoglio che abbiamo accolto la scelta di Venezia per l’avvio di questo anno importantissimo nei rapporti con la Cina».

«Gli obiettivi di questo anno – ha chiuso Elzbieta Bienkowska, Commissario europeo per il mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le piccole e medie imprese – sono molto chiari: cercare la comprensione reciproca tra le due popolazioni, stimolandole a scoprire tradizioni e patrimonio reciproco, ma anche stimolando, con eventi come questo, nuove opportunità di investimento».

Venezia, ancora una volta, ha dunque avuto i riflettori dell’attenzione internazionale puntati addosso.

E, conformemente alla sua natura, ha saputo rispondere all’altezza, confermando la propria vocazione a terreno d’incontro per genti diverse.

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