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Da Tiziano a Rubens: a Venezia le inedite collezioni fiamminghe

Da Tiziano a Rubens: a Venezia le inedite collezioni fiamminghe
Tiziano "Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI" 1503-1506 circa

In mostra a Palazzo Ducale i capolavori provenienti dai principali musei fiamminghi

Spazialità unificata attraverso la luce, interesse per la realtà particolareggiata e la rappresentazione naturalistica, uso dei colori ad olio, gusto per il miniaturismo. E la particolarità dei ritratti con posa di tre quarti. Sono queste le principali caratteristiche della pittura fiamminga, nata nel Quattrocento nelle ricche Fiandre grazie a Jan van Eyck.

La mostra da Tiziano a Rubens a Palazzo Ducale

Da Anversa e da altre collezioni fiamminghe anche private, sono a Venezia esclusivi capolavori che si possono ammirare nella mostra “Da Tiziano a Rubensa Palazzo Ducale dal 5 settembre 2019 al 1 marzo 2020. La prestigiosa esposizione ha portato in laguna raffinate opere d’arte, testimonianza di un’epoca di forti scambi culturali tra la città e le Fiandre. “L’ambizione di “Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe” – spiega la direttrice Fondazione Musei Civici di Venezia Gabriella Belli – è proprio riuscire a restituire il fermento culturale e economico che ha attraversato l’Europa tra il XVI e il XVII secolo, con il suo carico di storie e stili, opere e collezioni”.

Jacopo Tintoretto – L’angelo annuncia il martirio a Santa Caterina d’Alessandria (1560 – 1570)

Il ritorno di tre icone della pittura veneziana

Sono gli spettacolari appartamenti del Doge a ospitare le opere d’arte che rappresentano le ricchezze delle collezioni fiamminghe. Un patrimonio di dipinti  che si possono ammirare nella straordinaria esposizione a Palazzo Ducale.
La mostra è organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia assieme alla città di Anversa, VisitFlanders e la Flemish Community e curata da Ben Van Beneden, direttore della Rubenshuis di Anversa. Capolavori raramente concessi in prestito, alcuni dei quali vengono mostrati in pubblico per la prima volta.

Anthony van Dyck – Il compianto sul Cristo morto, 1634 – 1635
Peter Paul Rubens – Studio per la flagellazione di Cristo, 1617 ca.

Un’esposizione dunque inedita di grandi opere che accanto a quelle di Rubens, van Dick e Michiel Sweerts vede il ritorno a Venezia, loro casa natale, di tre icone della pittura veneziana.
Si tratta di “Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI” e del  “Ritratto di una Dama e sua figlia”, entrambi di Tiziano.  Riguardo quest’ultimo, si pensa rappresenti l’amante del pittore e la loro figlia Emilia. Il percorso espositivo riporta inoltre nel capoluogo lagunare dopo oltre due secoli L’annunciazione del martirio a Santa Caterina di Alessandria del Tintoretto. La pala d’altare è diventata celebre anche per essere appartenuta al cantante David Bowie.

Tiziano Vecellio – Ritratto di dama con la figlia , 1550 ca.

Una sezione speciale per Willaert

La mostra dedica un’intera sezione al famoso compositore fiammingo Adriaan Willaert. Nel 1527 il musicista si stabilì definitivamente nella Serenissima per diventare Maestro di Cappella della Basilica di San Marco. Fu proprio Willaert a fondare l’acclamata Scuola di Musica Veneziana, frequentata, tra gli altri, da Giovanni Gabrieli e Claudio Monteverdi. “Attraverso un percorso ricco di capolavori – ha precisato la presidente  Fondazione Musei Civici di Venezia Mariacristina Gribaudi – viene portata alla conoscenza del pubblico una fase straordinariamente felice dei rapporti tra Venezia e le Fiandre, quando un intenso scambio di persone e idee portava molti artisti fiamminghi a intraprendere il viaggio attraverso le Alpi per raggiungere la città lagunare”.

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