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"A far rigore pensaci tu": l'Italia vola in finale

"A far rigore pensaci tu": l'Italia vola in finale

C’era voglia.
Di vittoria, di allegria, di festa nelle piazze e lungo le strade.
La nazionale italiana di calcio, a Wembley, contro la Spagna, ha regalato una delle più sentite “Notti magiche” del 2021. Una di quelle “vecchio stampo”, prima della pandemia, del timore di ammalarsi, dei contagi.

Tesi davanti a televisori e megaschermi, italiani e spagnoli, che prima del fischio d’inizio hanno condiviso l’omaggio a Raffaella Carrà chiesto dalla Figc e autorizzato dalla Uefa, con la diffusione, durante il riscaldamento, della canzone A far l’amore comincia tu, si sono appassionati, hanno gioito e sofferto guardando due squadre che non si sono risparmiate fino alla fine, che hanno messo in campo un grande gioco e tante emozioni, sfociate nel boato che in tutte le città ha accolto l’entrata in rete del rigore di Marcos Llorente con Jorginho.
Quello decisivo del 5-3, che ha portatol’Italia alle finali di Euro 2020.
Ancora a Wembley, l’Italia ora si confronterà con la squadra vincitrice dell’altra semifinale che si disputerà oggi tra Inghilterra e Danimarca.
Prima di quel goal arrivato dopo l’1-1 che ha chiuso i primi 120’ di gioco che hanno visto protagonisti Chiesa e Morata, le due squadre, già stanchissime, hanno dovuto andare ai supplementari e poi ai rigori.
Alla Spagna, Morata ha dato e Morata ha tolto, portandola al pareggio nel secondo tempo durante la partita e sbagliando clamorosamente durante i rigori.
L’Italia, invece, con tutta la forza infusa dalla panchina dal Ct Roberto Mancini, è riuscita a sostenere al meglio l’ultimo sforzo.
Poi, solo una grande gioia, la vittoria dedicata al compagno di gioco Spinazzola, infortunato , la meritata festa e gli aneddoti che tra gli azzurri diventeranno memorabili: Bonucci scambiato per un tifoso in campo al termine della partita e caldamente invitato da un inesperto steward a uscire e il simpatico infiltrato spagnolo alla festa della nazionale, scoperto solo quando qualcuno, guardandolo bene, ha posto la fatidica domanda: “ma tu chi sei?”

 

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