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Un fiore sulle tombe di San Michele, cimitero pluriconfessionale

Un fiore sulle tombe di San Michele, cimitero pluriconfessionale
L'isola di San Michele, cimitero cittadino, a Venezia

Anche quest’anno, il pensiero oggi è rivolto a loro. Ai nostri cari che non vivono più e che in molti avremmo voluto “andare a trovare” portando un fiore sulla loro tomba.
Nel 2019, a Venezia, il pellegrinaggio al cimitero di San Michele era stato accompagnato dal ritorno a una delle tradizioni più sentite, con la realizzazione di un ponte celebrativo che collegava per l’occasione Fondamenta Nove al cimitero.

Il cimitero voluto da Napoleone

Nel 2020, il Covid ha spazzato via anche quello. Avrebbe creato assembramenti che di questi tempi è meglio evitare.
Così, a San Michele, tra il week end e oggi ci si è recati con il vaporetto, distribuendosi nei giorni e nelle varie fasce orarie di ogni singola giornata.
In quello che anticamente era la Cavana de Muran, tra gli alti cipressi e le pareti in terracotta dell’isola, ci sono le tombe dei veneziani e di illustri personaggi particolarmente legati, nella vita come nella morte, a Venezia.

L’isola non è sempre stata così come la conosciamo oggi. Dopo esser stato il luogo in cui i muranesi ormeggiavano le loro barche, nel 1837 è stata unita alla contigua San Cristoforo della Pace. Fu scelta come cimitero di Venezia da Napoleone solo nel 1807.

Interno del cimitero di San Michele, a Venezia
Interno del cimitero di San Michele, a Venezia

La chiesetta e il monastero

Già nel X secolo le famiglie Briosa e Brustolana vi avevano fatto erigere  la chiesa di San Michele Arcangelo. Tuttavia, nel 1212 l’isola venne concessa a tre monaci dell’ordine camaldolese che vi fondarono un monastero.
La leggenda narra che San Romualdo, fondatore dell’ordine camaldolese, vi avrebbe trascorso alcuni anni in eremitaggio, diffondendo i principi ispiratori dell’Ordine che furono ben accolti dalle autorità locali. La chiesa fu quindi riconsacrata nel 1221.
Più tardi vi avrebbero soggiornato, fra gli altri,  fra’ Mauro, geografo e autore del famoso planisfero di fine Quattrocento (ora conservato presso la Biblioteca Marciana), e fra’ Cappellari, il futuro papa Gregorio XVI.
Verso il 1300 la Sede Apostolica concesse al monastero il titolo di abbazia. Questa venne poi ampliata nel 1436, con la costruzione del chiostro detto “piccolo”, e tra il 1456 e il 1460, con quella del campanile.

Da carcere politico a cimitero cittadino

Alcuni anni dopo, l’abate Pietro Donà affidò l’incarico di riedificare la chiesa all’architetto Codussi.
Tra il 1523 e 1526 fu aggiunta al convento un’ala da adibire a foresteria, mentre due anni più tardi si iniziò la costruzione della cappella Emiliana, edificata per volontà della vedova del patrizio Giovanni Emiliani.
Dal 1817 al 1829 il governo austriaco usò il monastero come carcere politico.
Qui furono imprigionati anche Silvio Pellico e Pietro Maroncelli. In seguito fu affidato ai Minori conventuali di San Francesco, che tuttora l’hanno in uso.

San Michele e l’immortalità

Oggi la visita al cimitero di Venezia può trasformarsi in un viaggio sui generis, intimo e commovente.
Ad attendere il visitatore e guidarlo nell’area cintata del cimitero, si trova un importante simbolo dell’iconografia cristiana: San Michele, l’arcangelo che ottiene l’immortalità sconfiggendo un drago. La statua si colloca sul portale del chiostro della vecchia abbazia camaldolese.
L’interno del complesso architettonico è costituito da una pianta a tre navate, con un interessante e armonico insieme di monumenti e sculture, oltre a ricche decorazioni splendidamente inserite nell’elegante struttura dell’edificio.
Proseguendo verso il cuore del cimitero, tra lunghe file di cipressi, le tombe antiche e logorate dal tempo e dalla salsedine conducono nel silenzio dei viali verso il centro dell’isola. L’atmosfera profonda e malinconica che si percepisce rappresenta un unicum per la sua particolarità.

Ospiti di diverse religioni

Sono molti i personaggi celebri qui sepolti. Soprattutto, appartengono a diverse religioni diverse.
Peculiarità di San Michele, infatti, è di essere un cimitero pluriconfessionale.

Due figure imprescindibili per riconoscere la poetica del secolo scorso sono sepolte nel settore evangelico di San Michele. Il primo è lo statunitense Ezra Pound, l’autore dei Cantos condannato per propaganda antiamericana, il quale trascorse gli ultimi anni della sua vita proprio a Venezia. Tantissimi i suoi capolavori rivolti al magico clima della città.

Ezra Pound
Il poeta Ezra Pound

L’altro è il poeta russo Brodskij, Premio Nobel 1987, che ha attinto alle atmosfere veneziane per scrivere Fondamenta degli Incurabili. Non c’è da stupirsi se entrambi scelsero Venezia come ultima tappa del loro viaggio.

Settori e “discipline”: dalla poesia alla musica e allo sport

Nel settore greco la musica fa da protagonista. Qui riposano il grande compositore e innovatore della musica moderna Stravinskij, di cui si ricordano l’ Uccello di fuocoPetruska e la Sagra della primavera, e il grande impresario teatrale russo Diaghilev, ideatore dei Ballets russes.

I due collaborarono a rinnovare il linguaggio musicale del Novecento e forse, ancora oggi, il visitatore può percepire una melodia latente passeggiando in prossimità delle lapidi.
Si tratta di una melodia che la stessa città di Venezia evoca in ogni suo angolo e che nell’isola di San Michele si scopre in tutta la sua potenza, mostrando le sue radici.

Nessun interesse rimane scoperto, il visitatore riconoscerà figure che hanno fatto la storia degli ambiti più disparati della cultura.
Dai turisti più sportivi, che ricorderanno la figura del calciatore e allenatore Helenio Herrera, agli appassionati di scienze, che rievocheranno la memoria del matematico e fisico austriaco Christian Andreas Doppler.

I chiostri accolgono le spoglie dell’architetto Giuseppe Jappelli e il poeta-patriota Alessandro Poerio.
Molti altri ancora sono i personaggi famosi che riposano nell’isola, chiunque cammini tra le tombe del cimitero riconoscerà nei tanti nomi incisi grandi artisti e icone universali.
Il visitatore potrà porgere un fiore per commemorarne la memoria.

 

 

 

 

 

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