Ambiente +

San Giuliano: il nostro Central Park

San Giuliano: il nostro Central Park
Area parco san Giuliano Mestre

Polo nautico, banchina, area sportiva ed economica, viabilità e infrastrutture per grandi eventi, ricovero per animali. Il progetto per la riqualificazione del Parco di San Giuliano non si ferma. Continua l’iter amministrativo per avviare i lavori nell’’area, strategica per Mestre e per il suo sviluppo. Sono previsti importanti interventi di viabilità e di sottoservizi, lo scavo del Canal Salso, il riordino del Polo Nautico con la realizzazione di nuove tese per le remiere e passerelle ciclopedonali.

Gli interventi previsti nell’area di San Giuliano

Nell’opera di riordino è compresa la sostituzione dei capannoni delle ditte dei trasportatori già presenti nell’area. Proprio quelle degradate che si vedono dal ponte della Libertà e che saranno realizzate ex novo, tutte uguali.

Rendering con le nuove strutture delle aziende operative nell’area

In attesa dell’approvazione, è proprio di questi giorni l’uscita del bando per la realizzazione del nuovo canile.

Un primo passo verso il via ai lavori?

L’assessore all’Urbanistica del Comune di Venezia Massimiliano De Martin

“Dobbiamo attendere l’approvazione, ma gli impianti sono già tutti a bilancio –spiega l’assessore all’ Urbanistica Massimiliano De Martin –La parte relativa alla sostituzione dei capannoni delle ditte che già operano a San Giuliano sarà inoltre a carico dei privati.

A questo proposito chiarisco, visto che c’è stata una petizione con relativa raccolta di firme contro il Masterplan, che non ci sarà alcuna cementificazione in zone di protezione speciale, né costruzioni ex novo a esclusivo beneficio di operatori privati.

Si tratta invece di passare da una situazione di degrado, con vecchie strutture costruite sull’acqua,  a una riqualificazione che rispetti tutti i parametri previsti dalle norme.

Il Parco di San Giuliano è uno dei più grandi polmoni verdi urbani in Italia. E’ sicuro che questa riorganizzazione non trasformi di fatto la zona in un’area di interscambio per il trasporto delle merci?

Cambiano le strutture. Le attività restano quelle che già ci sono. Da questo punto di vista direi invece che ci sarà un miglioramento, anche per la viabilità, che diventerà interna e consentirà quindi di espletare in sicurezza le manovre di carico-scarico, che oggi avvengono nella strada principale, peraltro neanche troppo ampia. La strada sarà inoltre affiancata da un percorso ciclopedonale che collegherà il Parco a Forte Marghera a partire dal polo universitario di Via Torino. Collegare le due aree è importante. Il Parco diventerà un unico campus, sarà davvero vissuto.

Quindi si guarda anche a un rilancio del Parco di San Giuliano in ottica diversa?

Il Parco di San Giuliano è il 19° Parco più grande del mondo.  E’ oggi un polmone verde fondamentale per la città, che sta diventando una grande città. Ovunque, dove ci sono aree come quella di San Giuliano, si fanno grandi eventi. Si pensi a  Central  Park, a New York. Ospita Concerti e spettacoli teatrali, la Maratona di New York,  la festa di Mezzaestate, solo per citare gli appuntamenti più famosi nel mondo. Oppure all’Hyde Park.  Lì gli eventi, non il turismo, sono la prima attività.

San Giuliano come Central Park? Mestre può diventare dunque un riferimento importante per gli eventi?

Grandi eventi, certo, e per lo sport. Ma ricordiamoci che la riqualificazione del Parco di San Giuliano e della gronda lagunare  è anche ambientale. Il basso corso del fiume Marzenego-Osellino, per esempio, sarà presto interessato da importanti lavori di riqualificazione degli argini, lo stesso Canal Salso sarà scavato. Per gli eventi sono previste tutte le funzioni necessarie, dai cablaggi alla predisposizione degli spazi per i palchi, le torri di illuminazione, i servizi igienici. Tutto ciò che serve per una gestione dei grandi eventi e degli spettacoli da realizzare in piena sicurezza e per i quali non ci si dovrà più affidare a servizi provvisori.

Per lo sport invece?

Il Polo Nautico diventerà una realtà davvero interessante. Punta San Giuliano sarà una sorta di cittadella dello sport legata alle attività remiere e veliche tipiche della laguna e alle attività sportive di canottaggio. Demolite le vecchie strutture attualmente in uso alle associazioni remiere, queste saranno sostituite con cinque nuove tese e saranno realizzati 360 posti per il rimessaggio delle barche. Le nuove strutture saranno costruite su due livelli. Al pianterreno troveranno posto le nuove sedi delle remiere. Il piano soppalcato invece ospiterà due palestre per attività legate alla voga. Per il solo Polo Nautico e per le opere complementari è prevista una spesa di 7 milioni e 700mila euro.

Rendering Punta San Giuliano
Le nuove strutture del Polo Nautico rinviano alle Tese dell’Arsenale di Venezia

Sull’area di San Giuliano c’era un vecchio progetto, già approvato dal Consiglio Comunale. Perché non è stato preso in considerazione?

Si, il progetto dell’architetto Di Mambro. E’ un progetto sicuramente interessante, nato negli anni ’90 con lo scopo di bonificare un’area fortemente inquinata e da riconsegnare alla collettività. L’intervento che abbiamo previsto è compatibile con il progetto di Di Mambro e lo andiamo ad attuare 30 anni dopo con decisioni condivise con i soggetti ad oggi attivi sul territorio. Il progetto è quindi frutto di una pianificazione partecipata ed è stato  presentato a tutte le società del Polo Nautico e ai trasportatori già a giugno 2018 raccogliendo l’apprezzamento di tutte le rappresentanze. Non esclude il futuro ampliamento del Parco previsto dal progetto Di Mambro, che riguarda un’area molto più estesa di quella in oggetto e che per questo necessita di investimenti decisamente maggiori.  Per quest’area abbiamo ritenuto però di attribuire funzioni più coerenti con i tempi.

10 commenti su “San Giuliano: il nostro Central Park

  1. Le tese se fatte simili a quelle dell’arsenale hanno una gestione più che problematica.
    Valuterei caldamente un’altra soluzione e magari più moderna….
    Le cose oltre ad essere belle devono essere funzionali garantendo la massima resa con la minima manutenzione.

    Inoltre vi consiglio, da giovane mestrino, di riqualificare la zona offrendo servizi , aree sportive e qualche zona d’ombra ai cittadini in modo da incentivare le presenze nell’area verde… San Giuliano al momento sembra Pripyat.


    • È vero. Manca l’ombra a San Giuliano. Ma quale polmone verde, è un grande pratone dall’erba quasi sempre giallognola. I radi alberelli sono in gran parte sofferenti o ammalati, come le querce, preda da tempo di imenotteri a cui non si pone rimedio. Ma allo Iuav non insegnano un po di botanica? Non sa il nostro sindaco che se pianti un geranio su 2 cm di terra forse fatica a esercitare la sua funzione ornamentale?


  2. Renata Cecchinato

    Al Parco S. Giuliano, per essere la meraviglia che è ci son voluti 20 anni… Un ecosistema recuperato dal degrado causato dagli uomini. Ora arriva il Sig.Sindaco che trasforma tutto a sua immagine. Naturalmente non dice che prevede anche un ponte che collega l’area Pili. Usati i fondi per inclusione, di fatto vengono esclusi i cittadini se non pagano. Si poteva fare l’area concerti in zona ex Expo oppure a Tessera dove dovrà sorgere il nuovo stadio. Perché distruggere una realtà così fragile? Ci sono scavi profondi che hanno intaccato i rifiuti sottostanti. Per fare questa americanata si doveva fare una consultazione tra tutti i fruitori del parco non solo il polo nautico, già privilegiato per la posizione che ha o i trasportatori che risultano abusivi. Si doveva con i soldi che il comune ha avuto portare a termine il progetto Di Mambro che prevedeva l’uso della riva.


  3. Renata Cecchinato

    Americanata degna di incompetenti o speculatori. Non sanno che ciò che fanno è incompatibile con la vita del parco. Ci sono venuti 20 anni per recuperare l’ ecosistema.


  4. E il cemento che ho visto sulle sponde del laghetto a che serve?


  5. maria teresa morini

    Sono passata oggi per san Giuliano e ho visto la devastazione in atto. Mi pare evidente che sta cambiando di fondo la destinazione del parco. Non è più un’area a totale verde, ma deve servire ad altri scopi( eventi e commerciali). Basta dirlo. Non c’è nemmeno un cartello che avvisi la cttadinanza di che cosa si sta facendo. Segnalo che i lavori sono vicinissimi all’area acquea piena di anatre ed altri uccelli acquatici. Disturbati come saranno , di certo lasceranno l’ habitat naturale. Possibile che questa Ammnistrazione non interpelli mai i cittadini e vada avanti coe un carter-pillar? Pure a Forte Marghera hanno fatto una spianata di dubbio utilizzo, proprio davanti alla laguna.


  6. Anna Forte Zorzetto

    Inaugurato nel 1858, Central Park fu progettato con un concorso internazionale e concepito come grande operazione per la salute pubblica e la formazione della cittadinanza democratica. Oggi si estende per circa 341 ettari, contro i 70 di San Giuliano.
    Gestito e finanziato da una fondazione pubblico-privata, ha subito alterne vicende ed è passato nel secolo scorso in uno stato di abbandono e di abusivismo che lo hanno fatto diventare per alcuni decenni esempio di vergogna nazionale. Si è risollevato solo alla fine dell’ultimo decennio del 1900, grazie a un’operazione dapprima culturale e poi economica, che ha visto Stato e Municipio lavorare insieme in sinergia con i privati.
    Conta vari boschi, la celeberrima passeggiata fra gli olmi, prati e strutture storiche, un anfiteatro all’aperto per circa 1900 posti dove ogni anno si tengono spettacoli gratuiti e il Great Lawn, il prato di circa 21 ettari dove si svolgono i concerti e si gioca a softball. Grazie all’uso dissennato per i concerti negli anni ‘60, ‘70 e ‘80, con affluenza di centinaia di migliaia di spettatori, il Great Lawn si trasformò in uno spazio arido e polveroso soprannominato “La grande ciotola di polvere”. Solo dopo il 1997 ed un esborso di 18 milioni di dollari, fu restaurato. Ora è interessato dal programma Forever Green, con una spesa prevista di 300 milioni di dollari e una pianificazione a lungo termine per mantenere ciò che si è riuscito a rigenerare, che prevede la chiusura da novembre ad aprile, il divieto ai cani e la controversa limitazione a 50.000 accessi, per salvaguardare il manto erboso.
    Ricapitolando: Central Park 341 ettari di cui solo 21, cioè il 6%, a prato di alta qualità, a fruizione libera e in parte gratuita per manifestazioni culturali e sportive; San Giuliano 70 ettari di cui 45, cioè il 64% ad uso privato per manifestazioni a pagamento.
    Assessore De Martin, ci dica cosa ha pensato questa Giunta per evitare che anche San Giuliano diventi una spianata polverosa. Quanti accessi sono compatibili con il prato di scarsa qualità che lo caratterizza? Per quanti giorni sarà usato dai privati, e quanto tempo dovrà restare chiuso per far ricrescere l’erba? E soprattutto:di quanti soldi si dispone per la manutenzione? Sarebbe gradita maggior cautela, qualche conoscenza in più e una riflessione ponderata su cosa significa “ bene comune”.


    • L’Assessore De Martin usa toni rassicuranti e di ampia condivisione del Master Plan di S.Giuliano da parte dei “soggetti fruitori del Parco”; ma così non è! Sappiamo bene come sia avvenuta tale “condivisione ” : una assemblea di un anno fa con le sole remiere promettendo il loro permanere in punta S.Giuliano anziché il trasferimento nel Seno della Sepa (come previsto da sempre) e l’edificazione di nuove strutture “impattanti e alte 12 mt.” per il rimessaggio barche. Dall’altro una “garanzia” ai trasportatori che occupano abusivamente la riva del Canal Salso di via S.Giuliano, di poterci rimanere costruendo nuove e più funzionali infrastrutture; ignorando le attuali norme e le sentenze del TAR.
      La condivisione e la partecipazione è ben altra cosa se si pensa al bene comune, all’interesse collettivo e quindi alle migliaia e migliaia di fruitori organizzati o meno in associazioni, famiglie, scuole ecc. a cui sta a cuore il futuro del parco S.Giuliano e che quotidianamente lo attraversano per goderne la sua crescita, auspicandone il suo ampiamento previsto e possibile.
      Quello che vediamo invece è il presupposto della esatta negazione di tutto ciò. I tre soggetti : remiere, trasportatori e il sig.Brugnaro che si vuol fare il ponte da S.Giuliano ai Pili (sua proprietà) sembrano essere in conflitto di interessi ripartendosi spazi a proprio uso di una struttura pubblica.
      I lavori di scavo eseguiti ed in fase di esecuzione sono stati fotografati e documentati da decine e decine di cittadini turbati da quel che si stava consumando. Soprintentenza ai Beni Ambientali? UNESCO? Rispetto del PALAV? Non è dato sapere!
      Gli scavi sono andati ben più profondi dei limiti previsti arrivando fino allo strato della vecchia discarica e oltre.
      La terra frammista a rifiuti è stata in parte scaricata ……nell’area “bonificata di recente” nei pressi di punta S.Giuliano e Seno della Sepa.
      Il progetto Di Mambro prevede ben altre cose….ed è ancora vigente con delibera del Consiglio Comunale del 1996 se non sbaglio: punta S.Giuliano deve essere aperta alla piena fruizione dei cittadini. Rappresenta l’affaccio di Mestre verso la laguna e Venezia. L’asta del Canal Salso fino alla punta S.Giuliano deve essere percorsa da pista ciclo pedonale da piazza Barche per consentire ai cittadini di accedervi.
      Le scelte fatte dalla Giunta Brugnaro sono già tragicamente in fase di attuazione ma nulla è ancora passato per il Consiglio Comunale. Ma che razza di.modo di governare la Citta’!


    • Cristiano Tommasi

      Ho sempre saputo che il Parco San Giuliano aveva 700 ettari, non 70. Basta guardare le foto aeree e confrontarle col Central Park per convincere e https://www.travel365.it/parchi-urbani-piu-grandi-del-mondo.htm


  7. Maurizio Angelini

    Pianificazione partecipata: renda noto l’Assessore l’elenco di chi ha invitato a presentare proposte, fare osservazioni, critiche ecc. Ci si accorgerà che manca qualunque riferimento ai cittadini, i primi fruitori ( e finanziatori) del parco. Area grandi eventi: quanti all’ anno? con quali accorgimenti di conservazione del manto erboso e della scarsa vegetazione esitente?


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.


Leggi anche: