Ambiente +

Il riciclo: una questione di qualità e di risparmio

Il riciclo: una questione di qualità e di risparmio

Dal 2018 grazie alla differenziata nessun rincaro in bolletta.
Con una maggior attenzione si poteva risparmiare 1.546.294 euro

La Città Metropolitana è sempre più virtuosa nella differenziazione del rifiuto urbano.
Lo evidenzia lo studio realizzato da Veritas (che gestisce la raccolta nei Comuni veneziani e a Mogliano Veneto) sui dati più recenti a disposizione.
Nel 2018, cioè, delle 504.612 tonnellate di rifiuti raccolte dal Gruppo nel bacino di competenza, ne sono state mediamente differenziate il 66,36%.

Il riciclo come qualità

Un risultato che pone il Veneziano in linea con le nuove direttive adottate dall’Unione Europea, che innalza il target di riciclaggio per promuovere l’economia circolare.
Ma questo non toglie che si può sempre fare meglio. Sia in termini quantitativi che, soprattutto, qualitativi. Perché la stessa Europa precisa che non è importante solo differenziare tutto ciò che è rifiuto, ma anche fare in modo che diventi sempre più rilevante la qualità del rifiuto urbano effettivamente immesso nei processi di riciclaggio.

Basterebbe ad esempio un po’ più di attenzione nel conferimento, da parte di ciascuno di noi, per migliorare i risultati e avere diversi benefici. Anche economici, per le nostre tasche.

Le cifre della raccolta dei rifiuti

Il Gruppo Veritas gestisce la raccolta nel territorio di 45 comuni. I residenti, nell’area, nel 2018 erano 881.106. A questi vanno aggiunti i quasi 36,4 milioni di presenze turistiche, che si traducono in un impatto, in termini di rifiuti prodotti, di circa 100.000 abitanti in più.

Nel 2018, la raccolta differenziata è aumentata dell’1,22% rispetto al 2017 (66,36% contro 65,14%), continuando la progressione virtuosa degli anni precedenti: 64,52% di differenziata nel 2016, 63,45% nel 2015. In parallelo, diminuiscono le quantità di rifiuto urbano residuo: dalle 167.166 tonnellate del 2015, si è passati alle 156.397 del 2018 (-6,44% e un peso del 30,99% sul totale). Le tonnellate di rifiuti urbani raccolti da Veritas sono state così 531.103.

Nel totale, rientrano anche 26.492 tonnellate di cosiddetti “rifiuti fuori statistica”, che non rientrano nel calcolo percentuale della raccolta differenziata. E cioè, ad esempio, rifiuti spiaggiati, miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche.
Delle oltre 500.000 restanti tonnellate, 334.877 sono differenziate. Tra le restanti 169.735 indifferenziate, il 92,1% sono “rifiuto urbano residuo” e 13.338 (7,9%) ingombranti.

La raccolta differenziata

La percentuale del 66,36% di raccolta differenziata del 2018 è calcolata con i vecchi metodi, per consentire un confronto con gli anni precedenti. Si sale al 69,16% con la nuova metodologia ISPRA, in vigore dal 2016. Il dato pone il territorio gestito da Veritas ben al di sopra della media nazionale (55,5%) e leggermente al di sopra di quella del Nord Italia (66,2%). La media veneta è invece del 73,6%.

Se, però, si esclude il dato del centro storico di Venezia, con le sue ben note peculiarità (e un 29,48%), la percentuale di differenziata salirebbe al 70,74%, con una forbice tra il 52,61% di Caorle (cresciuta comunque del 3,14% nel 2018) e l’86,59% di Fossalta di Piave. La media del centro storico veneziano e dei comuni turistici è del 51,93%, con Cavallino Treporti a primeggiare (71,71%). Merita una menzione in ogni caso l’area di Lido-Pellestrina, passata dal 62,26% al 69,37% (+7,11%).

Raccolta differenzia a Venezia – Veritas

La percentuale più alta in peso, tra i rifiuti raccolti in modo differenziato, è quella dell’organico (18,33% del totale), seguita dal multimateriale (vetro, plastica e lattine) al 14,28%, poi “verde” (12,23%) e carta (12,06%).

Gli errori nel conferimento

A causa di una errata suddivisione a casa, ammonta al 17,15% la percentuale di rifiuti (pari a 86.544 tonnellate) che prende la strada sbagliata. Ed è questo uno degli aspetti sui quali, per migliorare dal punto di vista qualitativo, bisogna lavorare di più. Anche perché differenziare male comporta per la collettività un costo importante ed evitabile, pari a 8.042.079

euro per tutto il bacino nel 2018. Va comunque già segnalato un miglioramento: rispetto ai 9.074.217 euro del 2017, l’extra costo (legato alla raccolta, al trasporto e al trattamento) è stato nel 2018 ridotto dell’11%. Uno studio, per ora effettuato solo su parte del territorio, mostra come il conferimento dei pannolini (che vanno nel “secco”) sia quello effettuato in maniera più corretta (98,7%), ma i tecnici sottolineano anche l’ottimo 92,71% dell’organico.
All’ultimo posto del riciclo, invece, la plastica (45,6%), seguita dai medicinali (57,4%), la cui gestione ha un elevato costo di trattamento, ma uno smaltimento non corretto comporta il rischio di gravi danni, ambientali ed economici.

Le “frazioni estranee” del riciclo

Il fenomeno dell’errato conferimento ha principalmente due aspetti. Il primo è quello delle cosiddette “frazioni estranee”. Ovvero i materiali erroneamente inseriti nei cassonetti della differenziata non di loro pertinenza. La percentuale, sul rifiuto totale raccolto, è del 3,68%, pari a un totale di 18.564 tonnellate.
Nello specifico, si parla di 2.877 tonnellate per carta e cartone, 13.174 tonnellate per vetro, plastica e lattine, 2.512 per l’organico.
Rispetto al 2017, quando le tonnellate erano state 19.338, c’è una riduzione, che, almeno per ora, ha permesso di non aumentare le tariffe per l’utenza a fronte di un aumento del 31% dei costi. Se però il conferimento fosse avvenuto correttamente, si sarebbero risparmiati 2.203.853 euro.

 

Le “frazioni valorizzabili” nel riciclo

La seconda questione è legata invece alle frazioni valorizzabili che finiscono nel “secco”. Questi materiali, potenzialmente differenziabili, in un anno sono scesi da 90.815 a 70.013 tonnellate (il 44,77% del totale del rifiuto urbano residuo). E questo si è tradotto in minori costi aggiuntivi (5.838.226 euro contro 7.387.520, -21%).
A costituire materiale che sarebbe stato possibile destinare al riciclo (con correttivi percentuali applicati dallo studio a plastica, carta e cartone) sono 67.980 tonnellate (13.47% del totale). Nel dettaglio, si parla tra l’altro di 25.036 tonnellate di plastica, 15.863 tonnellate di carta, cartone e tetrapak e 7.178 tonnellate di vetro.
Un corretto conferimento avrebbe incrementato la percentuale totale della differenziata all’80,24%, con un incremento del 13,87%.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.