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Qualità delle acque: inquinati il 32% di mari e laghi italiani

Qualità delle acque: inquinati il 32% di mari e laghi italiani
Lago di Garda

Le campagne delle Golette di Legambiente hanno rilevato, tra i punti più critici, foci dei fiumi, canali e corsi d’acqua che sfociano in mare o lago

Non se la passano troppo bene le acque dei mari e dei laghi italiani. A dirlo sono gli esiti delle 2 campagne itineranti di Legambiente “Goletta Verde” e “Goletta dei Laghi” 2023.

Su un totale di 397 campioni prelevati per il controllo nelle acque marine e lacustri della penisola ben il 32%, vale a dire 124 su 387, è risultato oltre il limite di legge. A destare la maggiore preoccupazione è in particolare lo stato di salute del mare, con un punto oltre quanto consentito ogni 78 km di costa.

Le minacce per mari, laghi e biodiversità

Le campagne dell’associazione ambientalista da giugno a inizio agosto hanno fatto tappa in 18 regioni e 40 laghi della penisola. Tra i punti più critici sono stati evidenziati foci dei fiumi, canali, corsi d’acqua che sfociano in mare o lago. E le principali minacce sono sempre maladepurazione, scarichi abusivi, inquinamento e crisi climatica: dall’aumento della temperatura delle acque artificiali alle ondate di siccità, all’arrivo di specie aliene come il granchio blu. Situazioni alle quali si aggiunge l’aumento degli eventi meteo estremi che colpiscono soprattutto i comuni costieri.

Sono stati più di 200 i volontari impegnati su tutto il territorio nel prelevare i campioni d’acqua sottoposti poi ad analisi. Guardando allo stato delle acque marine, su 262 punti campionati da Goletta Verde lungo la costa italiana il 36% è oltre i limiti di legge. Di questa percentuale, il 30% risulta fortemente inquinato, il 6% inquinato. In particolare il 49% dei prelievi è avvenuto alle foci, il 51% a mare.

Sul fronte tutela della tutela della biodiversità, Legambiente auspica che il Governo acceleri l’istituzione di nuove aree protette per raggiungere gli obiettivi della strategia Ue, che propone il 30% di territorio di mare protetto entro il 2030, considerato che da anni sono in stallo decine di Parchi e di Aree marine protette. Tra queste, quella della costa di Maratea in Basilicata e quella della costa del monte Conero e del Piceno nelle Marche.

La situazione dei laghi

Come di consueto, l’indagine ha riguardato la concentrazione nelle acque di parametri di tipo microbiologico quali enterococchi intestinali ed Escherichia coli. Sono stati considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigenti in Italia e “fortemente inquinati” quelli in cui almeno uno dei parametri supera per più del doppio il valore normativo.

piogge
Lago di Como

Come stanno invece le acque lacustri? Su 125 punti presi in esame da Goletta dei Laghi in 40 laghi, il 23% dei campioni è risultato oltre il limite di legge, numericamente 29 su 125. Il 48% dei prelievi sono stati fatti alle foci di canali e corsi d’acqua sfocianti nelle acque lacustri e il 52% a lago. I risultati delle analisi dicono che il 33% dei primi è risultato oltre i limiti di legge, contro il 14% dei prelievi effettuati nel lago.

La maladepurazione e i ritardi sull’eolico off-shore

Una non adeguata depurazione, come ha sottolineato il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, è un’emergenza cronica del nostro Paese e oltre a minacciare mari, laghi e biodiversità costerà centinaia di milioni di euro nei prossimi anni a causa del pagamento di multe che l’Europa non ci condonerà. Per questo è fondamentale che il Governo lavori a un piano nazionale per la depurazione che comprenda il completamento della rete impiantistica e preveda più risorse perché i 600 milioni previsti da PNRR non sono sufficienti, come ha detto anche la Commissione Europea. Dal punto di vista economico l’Italia ha già pagato sanzioni pecuniarie per oltre 142 milioni di euro.

Lagambiente ha anche fatto il punto sui ritardi e i blocchi dell’eolico off-shore sintetizzandoli in un mappa. Sono 72 i progetti presentati al Mase (Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica) e 150 le richieste di connessioni a Terna a testimonianza dell’interesse su questa tecnologia, ma alcuni di questi sono in attesa di attuazione da una decina di anni.  I progetti sono principalmente situati lungo le coste di Sicilia, Sardegna e Puglia, seguite da Lazio, Calabria, Emilia Romagna e  Molise.

«L’energia dal vento , a terra e in mare – sottolinea Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente – gioca un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, contribuendo alla lotta contro l’emergenza climatica, alla riduzione dei costi in bolletta per famiglie e imprese e alla creazione di nuovi posti di lavoro».

Silvia Bolognini

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