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Dal Teatro La Fenice di Venezia, il Premio Campiello 2019

Dal Teatro La Fenice di Venezia, il Premio Campiello 2019

 La diretta televisiva sarà trasmessa su Rai 5 dalle 21 e in tutto il mondo attraverso Rai Italia.

 

Chi sarà il vincitore del Premio Campiello 2019?
Al Teatro la Fenice di Venezia i preparativi fervono. Questa sera si terrà la premiazione del Concorso di Letteratura Contemporanea più importante e  prestigioso in Italia e tra gli addetti ai lavori si tira a indovinare.
In realtà nemmeno i 300 anonimi lettori della Giuria popolare  sanno ancora a chi andrà la vittoria. Ognuno ha votato per sé, da ogni parte della penisola, scegliendo a fatica tra i cinque libri finalisti selezionati dalla giuria dei letterati presieduta quest’anno dall’ex magistrato e scrittore Carlo Nordio.
Quel che sanno, è che nei  57 anni di vita del Premio Campiello, nato per volontà dell’Associazione degli Industriali del Veneto per unire due mondi che fino ad allora sembravano distanti, l’industria e la cultura italiana, sono passati per il Concorso i più grandi scrittori della letteratura italiana: Primo Levi, Mario Soldati, Dacia Maraini, Michela Murgia, Margaret Mazzantini, solo per citarne alcuni.

Chi giungerà quindi alla consacrazione nell’edizione 2019?
Giulio Cavalli, con il suo “Carnaio”? Laura Pariani, con “Il gioco di Santa Oca”? Francesco Pecoraro con “Lo stradone”? Paolo Colagrande con “La vita dispari”? Oppure Andrea Tarabbia con il suo “Madrigale senza suono”?
Non lo sappiamo.
L’unico nome finora noto è quello di  Marco Lupo, il già decretato  vincitore del Premio Campiello – Opera Prima – 2019.
Con il suo Hamburg, edito da Il Saggiatore, lo scrittore torinese che fa parte del collettivo di TerraNullius ha già il suo palmares.

In attesa che inizi la cerimonia, condotta da Andrea Delogu,  e che sia pubblico il nome del vincitore del Premio Campiello 2019, ripercorriamo con voi le trame dei cinque libri finalisti.

Premio Campiello 2019. Al centro, il presidente della Fondazione Il Campiello Matteo Zoppas tra il sindaco di Firenze Dario Nardella e la presentatrice Andrea Delogu in occasione della presentazione della cinquina dei finalisti a Palazzo Vecchio, Firenze.

Magari ci azzeccate…

Giulio Cavalli, “Carnaio”, Fandango 

Giovanni Ventimiglia è un pescatore. Vive in un paesino come tanti, con “un parroco che fa la predica ma va a puttane, un sindaco che è padre di sindaco, un’emittente locale che scalda i cuori delle casalinghe con il suo conduttore brizzolato”. Nel mare normalmente lui raccoglie con le sue reti granchi e acciughe. Ma lo stesso mare un giorno restituisce un cadavere. E’ il corpo di un giovane di colore “da giorni in ammollo”. E’ solo il primo. Ne seguiranno molti altri da seppellire, identificare, gestire. Il Paese non sa che fare. Roma prende tempo e i cittadini si ritrovano a dover escogitare un sistema per rispondere all’emergenza. Per trarne profitto.

Giulio Cavalli, finalista Premio Campiello 2019 con
Carnaio, edito da Fandango

 

Giulio Cavalli, milanese è uno scrittore, autore teatrale e giornalista che vive  dal 2007 sotto scorta a causa del suo impegno contro le mafie e dei suoi diversi libri d’inchiesta.

Laura Pariani,Il gioco di Santa Oca”, La Nave di Teseo

Nei paesi della brughiera lombarda, nel 1652, Bonaventura Mangiaterra diventa un eroe tra i contadini e i poveri stanchi di subire le razzie dei nobili. Predica la libertà, ha carisma, saggezza e una lingua sciolta che lo porta ad aizzare la rivolta. La sua storia viene raccontata da una donna che, vent’anni dopo i fatti, ripercorre le stesse brughiere che hanno vissuto l’epopea di Bonaventura e della sua banda. Mentre, come una cantastorie, in cambio di ospitalità racconta ai contadini le loro imprese , che lei stessa ha vissuto travestendosi da uomo, Pulvara si avvicinerà al mistero di Bonaventura Mangiaterra. Lo stesso che era riuscito a scardinare tutte le certezze dell’inquisizione e del poderoso esercito che aveva tentato di sedare la sommossa.

Laura Pariani, finalista del Premio Campiello con
Il gioco di Santa Oca edito da La Nave di Teseo

Laura Pariani ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui Premio Grinzane Cavour, Premio Selezione Campiello, Premio Piero Chiara, Premio Elsa Morante, Premio Mondello. Ha all’attivo una ventina di opere teatrali rappresentate in Italia e all’estero. Ha partecipato alla sceneggiatura del film di Gianni Amelio Così ridevano (Leone d’oro 1998).

Francesco Pecoraro, Lo stradone, Ponte alle Grazie

Dal balcone della sua casa un uomo di settant’anni racconta la storia del suo quartiere.
Lo stradone è quella della città di Dio, i cui abitanti testimoniano un inesorabile declino. Lui, il protagonista narratore, ex funzionario del Ministero, ex comunista, è un uomo corrotto che mette in luce ciò che si è impadronito della sua città: il razzismo, il sessismo, l’assenza di ideologie politiche, il conformismo, il populismo. Ciascuno rappresentato dalle caratteristiche di ogni singola persona che vive nello stradone, personaggi “sorprendenti e imbruttiti dalla vita”.

Francesco Pecoraro, finalista Premio Campiello 2019 con
Lo stradone, edito da Ponte alle Grazie

Francesco Pecoraro è uno scrittore romano. Già vincitore del Premio Viareggio con  La vita in tempo di pace, è autore anche di  Dove credi di andare , Questa e altre preistorie e  Primordio vertebrale

Paolo Colagrande, “La vita dispari”, Einaudi

La vita dispari è la parabola umana di un ragazzino che vede solo una metà del mondo.  La sua vita, oscurata per metà e ristretta nello spazio basico di una stanza e di una strada, è un tragicomico susseguirsi di inciampi, di intuizioni e di casualità. Quando scompare – e intorno alla sua figura si crea un alone di mistero – non resta che raccogliere,  la testimonianza del suo amico nullafacente Gualtieri, che genera però numerosi altri malintesi.

Paolo Colagrande, finalista Premio Campiello 2019 con
La vita dispari, edito da Einaudi

Paolo Colagrande è nato a Piacenza nel 1960. Ha pubblicato i romanzi: Fídeg (Alet 2007, Premio Campiello Opera Prima, finalista Premio Viareggio), Kammerspiel (Alet 2008), Dioblú (Rizzoli 2010), Senti le rane (nottetempo 2015, Premio Campiello Selezione Giuria dei Letterati

Andrea Tarabbia, Madrigale senza suono, Bollati Boringhieri

Nel 1959, il compositore russo Igor Stravinskij, durante un suo viaggio a Napoli, trova un manoscritto che fa tradurre, legge e commenta.
E’ un “brogliaccio”, una biografia del Principe Carlo Gesualdo da Venosa, autore di famosi madrigali,  scritta da un suo servo, Gioachino Ardytti . A unire a due secoli di distanza i due compositori sarà la musica.

Andrea Tarabbia, finalista Premio Campiello 2019 con
Madrigale senza suono, edito da Bollati Boringhieri

Andrea Tarabbia, di Saronno è autore di diversi sagggi e romanzi tra cui Il giardino delle mosche (Premio Selezione Campiello 2016 e Premio Manzoni Romanzo Storico 2016) Nel 2012 ha curato e tradotto Diavoleide di Michail Bulgakov. Madrigale senza suono è il suo primo romanzo per Bollati Boringhieri. Vive a Bologna.

 

 

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