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Plateatici e Corona-Pass: i locali italiani all'insegna della creatività

Plateatici e Corona-Pass: i locali italiani all'insegna della creatività

Dopo mesi di buio, il passaggio della maggior parte delle regioni italiane in zona gialla ha dato il via alla riapertura di ristoranti e pizzerie. Le piazze e le vie delle città italiane, in ogni regione, si stanno rianimando giorno dopo giorno e ovunque spuntano i plateatici e tavolini fuori dai locali.
La parola d’ordine, infatti, è “dehors”, all’aperto.
Se nel mondo della danza dehors (al di fuori) è un termine familiare, lo sta diventando anche per i locali, che possono nuovamente riaccogliere i clienti ma solo su plateatici e giardini. Un neologismo per la ristorazione che disegna un nuovo scenario per il settore e nelle città.

plateatici

Il Corona-Pass

Diversa la situazione in Alto Adige che, sfruttando la propria autonomia, ha lanciato il “Corona-Pass”, il primo passaporto Covid d’Europa che permette di mangiare anche all’interno di bar, pizzerie e ristoranti.
Si potrà farlo però solo se in possesso di un Corona-Pass negativo effettuato nelle ultime 72 ore.

Ristorante circolare viminale

A Bolzano e in 90 altri comuni altoatesini sono stati allestiti centri nei quali si possono effettuare gratuitamente i test nasali fai da te.
Il funzionamento è semplice. Il risultato negativo viene registrato dall’Azienda sanitaria in una banca dati, il ristoratore con un codice QR lo può scannerizzare e appare una spunta verde che permette l’accesso al locale pubblico.

Il “Corona-Pass” è necessario anche per accedere agli alberghi, in teatri, cinema, concerti, eventi e palestre, piscine e centri sportivi.
Si basa su tre tipologie di persone: testate, vaccinate e guarite. I testati con test molecolari, antigenici, nasali ricevono il risultato via mail; i vaccinati con ciclo completo direttamente dal centro vaccinale; i guariti devono richiedere un certificato di guarigione. Un po’ come sarà il pass europeo o la certificazione verde che sarà introdotta a breve per potersi spostare tra regioni di diverso colore.

Plateatici e tavoli all’aperto che cambiano il volto delle città

Alto Adige a parte, in tutto il resto del Paese sono spuntati tavolini, sedie e ombrelloni ovunque.
Per poter lavorare, in molte situazioni, però, serve l’ingegno. Succede laddove gli spazi esterni non sono adeguati o sufficienti.
Come a Napoli, dove, in alcune strade in zona Ospedale Pellegrini e stazione Montesanto, i paletti anti parcheggio sono stati trasformati a tutti gli effetti in tavolini.

Napoli, tavoli in strada su paletti Ph.© www.vesuvioline.it

Concessioni ed esenzioni per la ripresa economica

Da parte loro, le amministrazioni comunali tendono una mano per agevolare la ripresa del settore.
A Iseo (Brescia), sul Lago omonimo, fino al 30 giugno, bar e ristoranti sono esentati dal pagamento del canone per gli spazi esterni occupati.
Lo stesso vale per Venezia, dove sono state aperte le richieste di occupazione temporanea di suolo pubblico per chi non disponga di un plateatico e dove è stata introdotta la possibilità, per chi già ce l’ha, di aumentarlo fino al 50%  fissando il termine dell’efficacia delle concessioni alla fine dello stato di emergenza.
Un po’ in tutto il Veneto la volontà è quella di mantenere le vie pedonalizzate chiudendole al traffico e di concedere di allargare i plateatici senza costi aggiuntivi. A Padova potranno essere estesi, davanti al locale, fino al doppio della superficie interna, dall’altra parte della strada o sul marciapiede, in un’area prospiciente o nelle immediate vicinanze.

Silvia Bolognini

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