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Dal 15 giugno un pass per ritornare a vivere

Dal 15 giugno un pass per ritornare a vivere
Digital green certificate

Il 26 aprile l’Europa voterà la proposta di introdurre il Digital Green Certificate per viaggiare sicuri in tutti i Paesi membri.
Una sorta di passaporto legato al turismo, certo, ma utile anche per partecipare a eventi, per entrare in luoghi pubblici, per ritornare alla normalità.
E’ quanto stanno facendo anche America (si chiamerà Passaporto vaccinale federale) e Cina.
Ma è anche quanto già ora, sia pur in forma non istituzionale, attuano diversi Stati per recuperare attrattività turistica.
Mentre in numerosi Paesi, soprattutto alle Mauritius e a Cuba, si afferma il turismo sanitario, con tanto di vaccino incluso nel pacchetto viaggi, l’Europa si appresta a dare il via al Digital Green Pass.

Le informazioni contenute dal pass

Il voto europeo è un po’ una formalità. Il passaporto, secondo quanto anticipato dal commissario per il mercato interno e i servizi Thierry Breton, sarà introdotto nei Paesi membri già a partire dal 15 giugno.
Potrà essere cartaceo o digitale e conterrà un codice QR che fornirà dati utili per la sicurezza sanitaria.
In sostanza, il tipo di vaccino ricevuto nel caso in cui la persona già sia stata vaccinata, il referto dell’ultimo test antigenico eseguito nel caso in cui la persona non voglia vaccinarsi o non abbia avuto ancora modo di farlo, informazioni sulla già avvenuta guarigione, quindi sulla presenza di anticorpi.

Non si tratterà di un documento obbligatorio.
Certamente, però, averlo renderà molto più facile muoversi tra un Paese e l’altro, così come accedere ai futuri grandi eventi, dove in ogni caso un esito negativo recente, sul fronte coronavirus, sarà richiesto.

Nel frattempo, si legge sul sito del Parlamento Europeo, “la Commissione europea istituirà un’infrastruttura digitale che agevoli l’autenticazione dei certificati verdi digitali e gli Stati membri apporteranno le modifiche necessarie ai rispettivi sistemi nazionali di cartelle cliniche”.
La stessa Commissione europea sta lavorando a stretto contatto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità per far sì che la validità del Digital green certificate sia riconosciuta in tutto il mondo.

Consuelo Terrin

 

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