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Padova-Treviso-Venezia-Rovigo “Capitale della Cultura d’Impresa” 2022

Padova-Treviso-Venezia-Rovigo “Capitale della Cultura d’Impresa” 2022

Un modello vincente e integrato di imprese, territorio e società.
Un’area che vale 86 miliardi di Pil (29.900 euro il Pil pro-capite 2019) e oltre 30 miliardi di export (con un attivo commerciale di 8,7 miliardi), un tessuto produttivo fatto di 325 mila imprese attive, pari al 5,1% del totale nazionale), 20 mila imprese che hanno investito in tecnologie e prodotti Green,  760 startup innovative, 31 mila organizzazioni del Terzo settore e ben 44 musei e archivi d’impresa, simbolo di una memoria che guarda al futuro.
Non è un caso se, tradizionalmente, il Veneto viene considerato la “locomotiva” economica dell’Italia.
In parallelo ai grandi patrimoni artistici presenti nella regione, la cultura d’impresa ha da sempre contrassegnato il dna delle popolazioni del Nord-Est.
Non sorprende allora che il titolo di Capitale della Cultura d’Impresa 2022, promosso da Confindustria con il patrocinio del Ministero della Cultura, sia stato assegnato, per la prima volta a un’area vasta diffusa, al progetto unitario di Assindustria Venetocentro (realtà di riferimento per Padova e Treviso) e Confindustria Venezia-Rovigo.

“TerritorImprenditivi”: la cultura d’impresa come creatività e occasione di rinascita

Il progetto entra adesso nel vivo con la presentazione di un calendario fitto già di 70 eventi, ma con un palinsesto aperto e in progress, che coinvolge realtà pubbliche e private dell’area vasta attraverso la loro partecipazione attiva.
L’obiettivo è proprio quello di raccontare l’enorme patrimonio di contenuti e di valori dell’area di Padova-Treviso-Venezia e Rovigo.
Il messaggio che lanciano gli imprenditori è cioè quello che la cultura d’impresa va intesa come creatività, innovazione, lavoro, benessere diffuso e inclusione sociale, ma anche come grande occasione di rinascita, che va oltre le risorse del Pnrr, in un momento storico in cui il Paese necessita di nuova energia per rinnovarsi e ripartire.
Concetti che sono stati sintetizzati nel claim “TerritorImprenditivi”, scelto per il progetto che ha Daniele Marini dell’Università di Padova come responsabile scientifico.

Marinese: “A noi il compito di trasmettere la vocazione a intraprendere del Nord Est”

« Nel corso di quest’anno racconteremo tante esperienze aziendali, parleremo del lavoro, ci rivolgeremo ai giovani e ascolteremo la loro voce. Noi siamo il ponte tra l’oggi e il domani, pertanto abbiamo una grande responsabilità: consegnare il futuro alle nuove generazioni- ha detto Vincenzo Marinese, Presidente di Confindustria Venezia-Rovigo -.  Ecco allora che ci attende il compito di trasmettere la vocazione ad intraprendere che ha reso il Nord Est un modello di sviluppo e ha generato benessere a favore del territorio. Nel cuore di un’azienda, del resto, non c’è soltanto il fatturato. C’è il “saper fare”: quel patrimonio di conoscenze costruito nel tempo e realizzato grazie alla cultura del prodotto, all’innovazione, al capitale umano, alla sostenibilità ambientale e sociale. Questi i requisiti che ci consentono di conquistare i mercati e appropriarci del futuro».

Da sx: il presidente di Confindustria Vincenzo Marinese, la vice presidente Maria Cristina Piovesana e il presidente di Assindustria Leopoldo Destro

Gli appuntamenti principali e la struttura del programma

“TerritorImprenditivi” è anche il titolo del convegno che, in primavera, aprirà a Venezia l’anno di incontri, congressi, ricerche e analisi, spazi di riflessione sul fare impresa, stati generali dei distretti, festival, mostre e spettacoli.
Uno degli eventi più attesi si terrà in autunno, a Padova, con il Forum nazionale della Piccola industria di Confindustria.
Focus tematici si terranno inoltre sui temi specifici della cantieristica navale, del fashion (calzature e Sistema moda), del vino-agrifood, della vallicoltura e dei distretti industriali.
Il progetto ha infatti puntato sui 4 ambiti produttivi che, rispettivamente, caratterizzano maggiormente le province Capitali della Cultura d’impresa, con leadership riconosciute anche a livello mondiale. I “distretti”, invece, sono visti come l’ambito trasversale all’intera area vasta, comprendendo la gran parte delle specializzazioni produttive presenti nel territorio di riferimento. Per ognuno di questi ambiti sono state poi individuate 5 macro aree tematiche.
Si va dalle “Imprese integrate” (guardando alla filiera come nuova forma di organizzazione d’impresa) a “Capitale umano e competenze” (che ribadisce la centralità della persona nei processi produttivi), da “Reciprocità e relazione” (per sottolineare il connubio tra territorio, impresa e società), a “Oltreconfine” (l’apertura internazionale delle imprese” e l’attrattività dei territori), a “Fabbridigitale” (ragionando cioè sui processi di digitalizzazione e innovazione).

Il modello di Padova-Treviso-Venezia-Rovigo

Fin dalle sue premesse, il dossier della candidatura sottolinea come la cultura d’impresa sia figlia tanto di storie individuali, quanto della dimensione sociale. E la descrive come capacità di innovare, ovvero di anticipare i cambiamenti per assecondarli.
L’impresa intesa come bene sociale può dunque consegnare un importante lascito culturale, che consenta al territorio di aprirsi anche oltre i propri confini.
L’assegnazione del titolo alla candidatura veneta, infatti, rinsalda il vertice veneto del nuovo triangolo industriale con Milano e Bologna.

 

Alberto Minazzi

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