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Padova in LIS

Padova in LIS

60 video e contenuti audio specifici raccontano il patrimonio culturale padovano a sordi, ciechi e ipovedenti grazie alla LIS

Padova, la città del Santo, senza nome.
Nella lingua italiana, è una parola di sei lettere e altrettanti suoni; in inglese e spagnolo i suoni si riducono a cinque; in francese le lettere tornano sei, i fonemi rimangono cinque.
Nella Lingua dei Segni italiana invece, Padova è indicata da due mani che ‘tambureggiano’ nell’aria.
Un segno a suo modo festoso, metafora di un primato nazionale giunto dopo anni di lavoro lo scorso febbraio.
Dall’estate del 2022 infatti la ‘Città del Santo’ è la prima italiana a dotarsi di una segnaletica turistica inclusiva.
Padova in LIS comprende 60 video, ai quali connettersi da cellulare via QRcode, in cui la LIS, contenuti audio specifici e sottotitoli raccontano il patrimonio culturale padovano a sordi, ciechi e ipovedenti.

L’origine di Padova in LIS parte da molto lontano, in una città la cui sensibilità per il mondo dei non-udenti parte dal secolo scorso, con l’attivismo di Antonio Magarotto, fondatore dell’ENS – Ente Nazionale dei Sordi.
“Negli ultimi 10 anni la crescita turistico culturale della città ci ha portato a ripensare la segnaletica turistica – racconta Federica Millozzi, conservatrice e responsabile dell’ufficio Patrimonio Mondiale del Comune di Padova per “I cicli affrescati del XIV secolo” di Padova, neo-patrimonio dell’UNESCO – per renderla più accessibile ai turisti. Da qui ci siamo interrogati sul tema dell’inclusione sociale, mentre lavoravamo alla candidatura UNESCO”.

“Padova in LIS è un risultato corale”

Il progetto, promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune, nasce e si sviluppa nel periodo del lockdown, portando la squadra di lavoro a reinventare nuovi modi di includere le persone, in presenza o meno.  “La durata del progetto ha seguito anche il rispetto dei tempi necessari per dare la possibilità a ogni professionista di realizzare un prodotto di qualità, in un clima collaborativo e sereno” afferma Consuelo Agnesi, socia di Architettura STUDIOINMOVIMENTO, lo studio che ha realizzato i video in collaborazione con venti professionisti, tra sordi e udenti, con la supervisione scientifica dei contenuti di Federica Millozzi e la consulenza del settore Cultura, Turismo, Musei e Biblioteche della municipalità padovana.

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Scorcio della Basilica del Santo a Padova

I video per la segnaletica culturale di Padova – la cui promozione sui social è iniziata a febbraio 2023 – sono la ‘punta di un iceberg’ a cui sottostà un lavoro di collaborazione e inclusione raro: “Padova in LIS è un risultato corale che ha coinvolto anche la cittadinanza sorda della città – continua la dott.ssa Agnesi – alla ricerca di aneddoti e segni locali legati ai monumenti. Ringraziamo di cuore il Comune di Padova per l’opportunità di aver dato la possibilità a noi professionisti sordi di poter essere alla pari di tutti gli altri. Il progetto, oltre al patrimonio culturale di Padova, racconta anche questo: la straordinaria storia di un’esperienza di lavoro inclusiva. Le differenze tra i partecipanti sono scomparse grazie al metodo e alle strategie usate per esaltare le competenze di ognuno, finalizzate al progetto. Inoltre, ringraziamo l’ENS per l’interesse e il patrocinio al progetto”.

Un percorso che arricchisce tutti

Motivo d’orgoglio questo, per la squadra che ha realizzato Padova in LIS, nel solco tracciato dal già citato Antonio Magarotto, quando nel 1932, in pieno Ventennio fascista (e a dispetto delle norme vigenti) fondò l’Ente Nazionale Sordi e fu successivamente rettore dell’Istituto Statale d’Istruzione Specializzata per Sordi di Padova (nonché fondatore di 22 scuole per sordi in Italia). Un percorso padovano che parte da lontano e dimostra quanto la volontà sia potere, e a quali risultati  possa portare.
Il lavoro di Padova in LIS si è incentrato soprattutto sulla traduzione dei testi, dall’italiano alla Lingua dei Segni. Un esercizio comunicativo difficile e stimolante.
“Da un punto di vista scientifico, nelle persone sorde l’apprendimento della lingua dei segni modifica aree cerebrali inutilizzate delle cortecce acustiche – spiega Carlo Di Biase, storico dell’arte e consulente di accessibilità nei luoghi della cultura, collaboratore del progetto – che si rispecializzano rispondendo agli stimoli provenienti dall’uso di questa lingua. Da un punto di vista linguistico, il suo apprendimento consente di visualizzare concetti sia concretamente che in astratto; un ‘dialogo visivo’ che incrementa il pensiero e arricchisce l’espressività. La traduzione ha rielaborato i testi, senza togliere il contenuto e mantenendone l’essenza”.

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Momenti di verifica delle registrazioni in LIS

Il conio di nuove parole, l’orgoglio di “avere una lingua in più”

Grazie alla collaborazione con le persone sorde locali, Padova in LIS ha potuto risalire alla maggior parte dei segni utilizzati dalla comunità per i luoghi storici: Caffé Pedrocchi, Palazzo della Ragione, Prato della Valle. Sono stati però creati per l’occasione alcuni nomi di artisti storici come Tiepolo, Jacopo Dondi dell’Orologio e di luoghi come la Cappella degli Scrovegni.
Segni vecchi, segni nuovi, segni che mutano: come tutte le lingue del mondo, anche la LIS ha le sue evoluzioni.
Ne sa qualcosa quel ‘tambureggiare’ nell’aria che segna ‘Padova’: in realtà, il gesto nasce dal “coprirsi la testa con un cappuccio”, simbolo dei frati francescani e di Sant’Antonio, di cui era parte. Il segno poi si è spostato di fronte al petto e le mani si sono alternate, distinguendo così il segno della città e il segno del Santo. ‘Santo senza nome’ la cui più famosa reliquia è la sua lingua intonsa, esposta nell’omonima basilica. Coincidenze o mistero: dallo scorso febbraio, per le strade di Padova, è possibile ascoltarne una in più: quella inclusiva dei Segni.

Damiano Martin

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