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Omicron, Oms: picco in Italia “tra 2 o 3 settimane”. Poi la discesa

Omicron, Oms: picco in Italia “tra 2 o 3 settimane”. Poi la discesa
Il direttore per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità, Hans Kluge.

A Malta e nel Regno Unito, assicura l’Oms, il picco della nuova ondata di Covid, quella legata alla variante Omicron, “è stato raggiunto”. Ma anche in Italia, dove si cominciano già a registrare dati che fanno ipotizzare un inizio di frenata, i tempi per cominciare l’attesa curva discendente inizieranno “molto probabilmente prima di quanto previsto”.
Un punto d’arrivo fissato (come anche per la Grecia), “tra 2 o 3 settimane”.
Lo ha dichiarato in tv, nel programma “Mezz’ora in più” di Rai3, il direttore per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità, Hans Kluge.
“I numeri sono ancora molto alti, ma ci stiamo avvicinando al picco”, ha confermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, sempre in un programma televisivo (“Controcorrente” di Rete4).

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Il ministro della Salute Roberto Speranza

Con Omicron il virus può diventare endemico

Alla diffusione della variante Omicron, che come conferma Kluge ha reso il Sars-CoV-2 “più mite ma molto più contagioso”, si lega la possibilità di endemizzazione del Covid, ovvero la convivenza col virus per la presenza costante della malattia tra la popolazione. Anche se, prevede l’Oms, tra gennaio e maggio 40 Paesi su 53 “avranno un elevato stress in termini di ricoveri e terapie intensive”.
“Nessuno può sfuggire alla variante Omicron” ha concluso il direttore dell’Oms. “La variante Omicron – ha ribadito a “Domenica In” su Rai1 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri – raggiungerà tutti, non c’è scampo. Non c’è dubbio che entro la fine del 2022, salvo che arrivi un’altra variante, quasi tutta la popolazione avrà incontrato questa variante”.

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Pierpaolo SIleri foto Twitter Pierpaolo Sileri

L’importanza della vaccinazione

“Con le vaccinazioni, le terze dosi, le mascherine – ha quindi aggiunto Kluge – credo che l’Italia stia seguendo la traiettoria giusta. È poi importantissimo che le scuole siano l’ultimo luogo a chiudere e il primo ad aprire. Al momento – ha proseguito – dobbiamo mettere in atto un approccio basato sulla vaccinazione. Le persone vaccinate hanno minori possibilità di sviluppare malattie gravi”. E gli altri?
“Un non vaccinato ha un rischio quasi 30 volte superiore di finire in terapia intensiva rispetto a chi ha ricevuto la dose booster – ha chiarito il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Franco Locatelli, a “Che tempo che fa”-. Sopra gli 80 anni, questo rischio arriva a 70 volte”.

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@Franco Locatelli social

Verso un cambio di regole?

Nel Regno Unito, che sembra essere già passato alla fase successiva, il superamento del picco ha portato a nuove regole per gli infetti, a partire da un accorciamento dei tempi di isolamento.
Tra vaccinati e guariti, è presumibile che per la primavera anche circa il 95% degli Italiani avrà sviluppato l’immunità. E ancora non ci sono indicazioni sull’eventuale quarta dose, riguardo a cui si attendono in particolare i dati di Israele.
“Nelle prossime settimane – ha affermato a riguardo il ministro Speranza – dovremo aprire il confronto, in particolare con le Regioni, convocando un tavolo tecnico per discutere le proposte e affrontare questa fase, che sembra diversa rispetto alle precedenti. Dobbiamo valutare bene cosa accade nei prossimi giorni e, come abbiamo sempre fatto, adeguare le regole alla fase epidemiologica che stiamo vivendo”.

Alberto Minazzi

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