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Oltre gli insetti, saranno le microalghe il cibo del futuro?

Oltre gli insetti, saranno le microalghe il cibo del futuro?

Gli scienziati dell’Università della California sostengono che potrebbero sostituire il 25% del consumo europeo di proteine e la metà del consumo di olio vegetale

Dagli insetti alle larve. E ora nella lista ci sono anche le microalghe.
Sta diventando sempre più variegato il cibo che in un futuro ormai non troppo lontano potrebbe arrivare sulle nostre tavole.
Secondo gli studiosi, infatti, migliaia di specie di alghe e organismi fotosintetici acquatici potrebbero rappresentare il futuro dei superfood non inquinanti.

Da biocarburante a cibo proteico

Dal punto di vista nutrizionale le alghe sono ricche di vitamine, minerali e soprattutto macronutrienti essenziali per l’alimentazione umana come gli aminoacidi e gli acidi grassi omega-3. Studiate a lungo come fonte di biocarburante, grazie all’elevata concentrazione di lipidi, le alghe potrebbero in realtà costituire anche una fonte di cibo molto efficiente.

microalghe

«Con il cambiamento climatico e la popolazione in crescita – rileva Stephen Mayfield, scienziato alla guida del team di studiosi – è fondamentale comprendere la necessità di raggiungere una maggiore efficienza nella produzione di proteine. Le alghe possono produrre annualmente una biomassa 167 volte più utile del mais utilizzando la stessa quantità di risorse». Allo stesso tempo, hanno rilevato gli esperti, molte specie di microalghe possono prosperare in acqua salmastra o salata e altre potrebbero addirittura crescere nelle acque reflue di un’attività casearia.

Le sfide per il futuro

Alla luce di crisi climatica e degrado degli ecosistemi che stanno minacciando la sicurezza alimentare di miliardi di persone in tutto il mondo, i ricercatori hanno valutato le tecnologie per lo sviluppo commerciale e la coltivazione di microalghe.
Oltre alle sfide scientifiche ed economiche che sarebbero necessarie per incrementarne la produzione.
Secondo le stime attuali, le alghe esistenti potrebbero sostituire il 25% del consumo europeo di proteine e il 50% del consumo totale di olio vegetale.

Una delle sfide alla quale stanno lavorando i ricercatori è quella di ottenere con le alghe prodotti commercialmente validi e scalare la produzione a livello globale. I ricercatori ipotizzano, ad esempio, la possibilità di potenziare attraverso una serie di mutazioni genetiche l’effetto dell’astaxantina, un pigmento antiossidante che ha dimostrato di avere vari benefici per la salute.
In un precedente esperimento un team ha inoltre sviluppato delle alterazioni capaci di aumentare la resa della biomassa e il contenuto proteico delle alghe con approcci promettenti derivati da una combinazione di tecniche tradizionali e ingegneria molecolare.

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