L’agenzia spaziale europea ha annunciato una nuova missione. Si chiamerà EnVision e andrà alla conquista di Venere.
Una sonda sarà lanciata in orbita dopo il 2031 per studiare la sua atmosfera, la sua superficie e la sua struttura interna.
Il satellite, ha spiegato l’Esa, “fornirà una visione olistica del pianeta, a partire dal suo nucleo interno fino all’atmosfera superiore, per determinare come e perché Venere e la Terra si siano evoluti in modo così diverso”.
La missione sarà realizzata in collaborazione con la Nasa e permetterà di vedere il pianeta come mai lo abbiamo visto grazie all’utilizzo di sofisticati apparecchi.
Lo studio del sottosuolo sarà affidato a uno strumento di produzione italiana, uno scandagliatore radar che sarà realizzato con l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e che vedrà Lorenzo Bruzzone, uno scienziato del Laboratorio di Telerilevamento dell’Università di Trento, come responsabile scientifico.
Venere è il pianeta più simile alla Terra tra tutti quelli della Galassia per dimensioni e raggio orbitale e innumerevoli sono stati i lanci, tutti effettuati da stati Uniti e Russia, per raggiungerlo.
L’UE ha all’attivo due missioni Venus Express e Bepi Colombo, che è ancora in corso.
Il primo tentativo era stato messo in atto ad opera della Russia nel 1961 con Sputnik, che risultò fallimentare.
Entro il 2030, la Nasa ha già messo in calendario due missioni, Davinci+ e Veritas pianificate per il 2028 e il 2030 e finanziate con 500 milioni di dollari dalla Nasa stessa con il programma Discovery.
Il pianeta Venere che è il più vicino alla terra, ha una temperatura che lo rende invivibile per gli esseri umani; questa è di 400 gradi, è capace di fondere i metalli ed ha una pressione atmosferica tale da riuscire a schiacciare in poche ore le sonde spaziali.
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11 Giugno 2021