Nei prossimi anni gli Stati membri Ue dovranno recepire il nuovo regolamento europeo ed espandere gli spazi verdi anche nei centri urbani
Ripristino e conservazione degli ecosistemi naturali degradati entro il 2050.
E’ l’obiettivo principale della Nature Restoration Law, il nuovo regolamento europeo entrato in vigore il 18 giugno scorso con la pubblicazione del testo in Gazzetta europea.
Il regolamento sul ripristino della natura, primo nel suo genere, punta a mettere in atto misure che portino a rispristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell’Ue e il 15% dei fiumi nella loro lunghezza entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitino di intervento entro il 2050.
Traguardi significativi per raggiungere i quali ora è compito degli Stati membri lavorare e presentare il proprio Piano nazionale entro il 1 settembre 2026.
La natura al centro dei piani urbanistici
L’insieme delle nuove norme contribuirà non solo a ripristinare gli ecosistemi degradati in tutti gli habitat terrestri e marini degli Stati membri quali boschi, foreste, fiumi e laghi, praterie, zone umide, banchi di spugne e coralliferi.
La Nature Restoration Law prescrive anche di mappare con metodologia scientifica tutti gli ecosistemi urbani presenti nelle città e nelle periferie per catalogare le aree che hanno bisogno di intervento, pianificare il rinverdimento e mettere nero su bianco soluzioni in grado di mitigare gli effetti del riscaldamento globale per arrivare a mantenerlo sotto la soglia di sicurezza di + 1,5°C stabilita dall’IPCC, l’organo dell’Onu preposto a studiare i cambiamenti climatici.
La legge aiuterà anche a prevenire le catastrofi naturali e migliorare la sicurezza alimentare nel nostro continente. Nel regolamento sono stabiliti obblighi specifici per diversi tipi di ecosistemi tra i quali terreni agricoli e appunto quelli urbani. Come si legge nel regolamento, “gli ecosistemi urbani rappresentano circa il 22% della superfice terrestre dell’Unione dove vive la maggioranza degli europei”.
Verso metropoli naturali e più vivibili
L’articolo 8 della Nature Restoration Law dice che entro il 2030 gli Stati devono provvedere affinchè non si registri alcuna perdita netta della superfice nazionale totale degli spazi verdi urbani, né di copertura della volta arborea nelle zone di ecosistemi urbani. L’unica esclusione riguarda i centri e gli agglomerati che già presentano una quota di spazi verdi superiore al 45% e di copertura arborea superiore al 10%. Un impegno in crescita perché dal 1 gennaio 2031 è richiesto un incremento della superfice nazionale totale degli spazi verdi anche con l’integrazione di elementi vegetali anche negli edifici e nelle infrastrutture fino al raggiungimento di una quota soddisfacente. Un trend sottoposto a monitoraggio ogni sei anni.
Tre miliardi di nuovi alberi per il 2030
La strategia dell’Ue per il 2030 prevede di piantare almeno tre miliardi di nuovi alberi seguendo una tabella di marcia basata sul principio generale di piantare e far crescere l’albero giusto nel posto giusto e per il giusto scopo. Per monitorare il rispetto di tale impegno c’è on line un contatore di alberi nel quale i singoli Stati devono indicare quanti alberi hanno via via piantato.
In questo modo si verificano i loro contributi e i progressi compiuti per arrivare a quanto richiesto. Atri articoli riguardano il ripristino delle popolazioni di impollinatori; degli ecosistemi agricoli, forestali e marini, terrestri, costieri e di acqua dolce e la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Silvia Bolognini