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Dopo Amsterdam e Barcellona, ecco Milano: si balla?

Dopo Amsterdam e Barcellona, ecco Milano: si balla?

Sarà un mega party il test per decidere sulle riaperture delle discoteche.
La proposta è al momento in fase di valutazione da parte della prefettura di Milano, che nelle prossime ore dovrebbe sciogliere la riserva, ma avrebbe già incassato un parere positivo da parte del sindaco Giuseppe Sala.
Il luogo scelto è il Fabrique di Milano, noto locale in via Fantoli, che si prepara per il primo esperimento di evento affollato al chiuso in vista della prossima stagione.
L’iniziativa parte su suggerimento degli stessi proprietari del Fabrique, Gianluigi Ottomeni e Daniele Orlando, pronti  a ospitare 2.500 persone negative al test sia venerdì 29 maggio che sabato 30.

milano discoteca
La discoteca Fabrique di Milano

In condizioni normali, il locale avrebbe una capienza di circa 3.300 persone.

L’esperimento sul tavolo di prefetto e ministro

Ora si aspetta l’ok definitivo, ma la prova potrebbe essere utile anche in vista del green pass riservato a negativi, guariti e vaccinati che il governo potrebbe approvare a breve per la stagione turistica. Il tutto per evitare gli errori dello scorso anno, quando i locali avevano riaperto senza nessuna strategia precisa.
“Abbiamo presentato l’istanza per fare l’esperimento al Comune di Milano, come primo referente – hanno spiegato dallo spazio concerti che aveva proposto di aprire a 2.500 spettatori a fine maggio per due giorni, il venerdì e il sabato -. Al momento non c’è ancora nulla di organizzato ma noi siamo pronti e attendiamo fiduciosi un segnale“.
Dal canto suo, il Comune ha inviato la richiesta, con i dettagli del protocollo da seguire per questa apertura sperimentale, al prefetto Renato Saccone che il 28 aprile l’ha trasmessa al ministero dell’Interno.

Tampone molecolare e controlli una settimana dopo

Le due date proposte sono quelle del 28 e 29 maggio. L’orario nel rispetto del coprifuoco, con deflusso del pubblico dalle 21. Già decisa anche la modalità di fruizione della serata. I partecipanti dovranno presentare all’ingresso l’esito del tampone molecolare (non quindi quello rapido) eseguito al massimo 36 ore prima. In alternativa, dovranno dimostrare di aver completato il ciclo vaccinale.
Ma c’è di più: il locale metterà a disposizione anche un gazebo per effettuare tamponi in loco prima di entrare.
Il Comitato tecnico scientifico è stato chiaro sull’obbligo della mascherina durante l’esperimento, anche se sembra improbabile riuscire a controllare che migliaia di persone in discoteca la tengano ben indossata tutto il tempo. La novità rispetto agli esperimenti europei è che tutti i partecipanti dovranno impegnarsi a replicare il test una settimana dopo la serata, così da poterne monitorare gli effetti. Il test sarà utile per gestire l’estate, ma l’obiettivo per chi non ha spazi aperti sarà ottobre.

Un momento del concerto dei ‘Coma Cose’ durante un evento Porsche al Fabrique di Milano, 20 novembre 2019. @ Matteo Bazzi/ Ansa

Vaccini ai giovani: “facciamoli nei locali”

Un ulteriore passo in avanti verso la normalità dopo 15 mesi di stop forzato per l’intero settore.  E non è tutto: Maurizio Pasca, presidente della Silb-Fipe, rende noto che i locali notturni sono disponibili ad organizzare open day per i vaccini affinché si possano raggiungere sempre più giovani: “Serviranno gazebo e spazi esterni – commenta Pasca – ma, se il governo lo ritenesse opportuno, ne potremmo discutere. Noi siamo disponibili: prima si vaccinano tutti, prima si torna alla normalità, ognuno deve dare il proprio contributo”.

Amsterdam, Barcellona e Milano

Quello in programma a Milano è il terzo evento-test dopo quelli effettuati nelle scorse settimana a Amsterdam e Barcellona. Quello spagnolo risale al 27 marzo, al Palau de Sant Jordi, con un pubblico di cinquemila persone tutte sottoposte a test anti-Covid prima dell’ingresso e rifornite di mascherina Ffp2 da parte dell’organizzazione, senza distanziamento. A un mese dall’evento, le autorità catalane avevano diffuso i risultati: dopo il concerto erano stati rilevati sei nuovi contagi da Covid ma, attraverso successive indagini, era stato stabilito che quattro di questi non erano riconducibili alla partecipazione al concerto, mentre vi erano dubbi sui restanti due.

Carlo D’Elia

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Tag:  riaperture