Tutte le modifiche decise da Palazzo Chigi per recuperare risorse per 1 miliardo. Il via al voto in Commissione Bilancio del Senato probabilmente già lunedì 15 dicembre
Un passo indietro sul cambio di aliquote e altre novità in materia di affitti brevi, ma anche l’introduzione di una tassa di 2 euro sui pacchi postali di piccole dimensioni provenienti da Paesi extra-Ue. E poi modifiche sulla stretta nella tassazione dei dividendi, sulla deducibilità delle perdite per le banche, sulla cosiddetta “Tobin Tax” (la tassa sulle transazioni finanziarie) e sulle aliquote per le assicurazioni su alcune polizze nel settore automobilistico. Sono queste le principali voci della Legge di Bilancio su sui ha deciso di intervenire il Governo con il suo maxi-emendamento, appena depositato alla Commissione Bilancio del Senato. Modifiche che puntano a un saldo finale che dovrebbe consentire di recuperare circa 1 miliardo di euro per la Manovra 2026.
Manovra 2026: come cambia la nuova tassazione degli affitti brevi
Il testo elaborato da Palazzo Chigi riformula una serie di emendamenti presentati relativamente all’originaria formulazione della Finanziaria. Il documento recepisce, facendo sintesi, gli accordi raggiunti all’interno della maggioranza. Al riguardo, il contenuto principale introduce, come preannunciato nei giorni scorsi, una serie di modifiche sul regime di tassazione degli affitti brevi. Esattamente, viene cancellato l’aumento della cedolare secca inizialmente previsto, con il ripristino della legge in vigore, che prevede l’applicazione di un’aliquota del 21% per la prima casa affittata e del 26% a partire dalla seconda. Al tempo stesso, però, viene introdotta anche un’altra misura inedita. Si tratta della riduzione a 2 del numero delle case affittate per non far scattare l’automatica presunzione che porta a considerare i proventi delle locazioni come frutto di attività imprenditoriale. Le modifiche (nel maxi-emendamento, per esempio, è prevista anche una riduzione dei tagli inizialmente previsti per l’industria cinematografica), va ricordato, sono possibili solo qualora sia mantenuto l’equilibrio finanziario complessivo della Manovra, prevedendo contestuali e adeguate diverse coperture.
Le coperture previste nel maxi-emendamento del Governo
Per ottenere questo risultato, il Governo ha introdotto così limiti più stringenti per l’accesso al regime della esclusione dal trattamento fiscale sui dividendi percepiti dagli imprenditori e dalle società o enti residenti, pensato per contrastare i fenomeni di doppia tassazione, rendendolo possibile solo per partecipazioni sotto il 5% o di valore fino a 500 mila euro. Da questa misura, la relazione tecnica stima che potranno derivare 22,7 milioni nel 2026 e 32,9 a regime dal 2029. Circa 600 milioni in due anni arriveranno poi dalla riduzione della percentuale di deducibilità delle perdite per gli istituti di credito e altri poco più di 100 milioni l’anno dall’innalzamento al 12,5% dal 2026, senza retroattività, dell’aliquota gravante sulle assicurazioni per gli infortuni al conducente all’interno delle polizze di responsabilità civile auto. Dal prossimo anno raddoppierà quindi, salendo allo 0,4%, l’aliquota della Tobin Tax, portando a ulteriori entrate per previsti circa 337 milioni. Infine, con effetti finanziari stimati in 122 milioni nel 2026 e 245 dal 2027, si introduce la cosiddetta “tassa sui pacchi”. Questa, pari a 2 euro per ogni plico, sarà dovuta per ogni spedizione di valore dichiarato non superiore a 150 euro proveniente da Paesi esterni all’Unione Europea.
L’iter verso l’approvazione della Manovra 2026
Il Governo ha dunque rispettato i tempi annunciati per la formulazione del maxi-emendamento alla Manovra che lo stesso Consiglio dei Ministri aveva varato circa 3 mesi fa. L’iter prevede adesso l’accettazione del testo da parte dei presentatori delle singole modifiche, con tempi ristrettissimi del termine per la presentazione dei sub-emendamenti. In questa prospettiva, è prevista nelle prossime ore una nuova riunione della Commissione Bilancio del Senato, che sarà seguita domenica da una serie di incontri bilaterali, per poi avviare il voto realisticamente lunedì 15 dicembre. La Legge di Bilancio dovrà quindi essere definitivamente approvata entro il 31 dicembre. E, nonostante abbia riconosciuto come i lavori siano “un po’ in ritardo”, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha ammesso di confidare nell’ok di Palazzo Madama “prima del 21 dicembre”. Così come il ministro dei Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, ha ipotizzato il via libera definitivo “entro Natale”.
Alberto Minazzi



