A 129 anni dal brevetto che cambiò le comunicazioni, la rivoluzione senza fili mostra la sua forza e le sue sfide. Anche nei blackout estivi
In questi giorni d’estate soffocante, tra blackout elettrici e reti sotto stress, trovandoci improvvisamente isolati, senza corrente, muti per l’impossibilità di connetterci ai tanti nostri contatti sul cellulare scarico diventati improvvisamente inutili, molti sono andati in tilt.
Viviamo di tecnologia. E la diamo per scontata.
Ci affidiamo al Wi-Fi come all’aria che respiriamo, al segnale del telefono come alla luce del giorno.
Basta un’interruzione per renderci vulnerabili, spaesati, soli in un mondo che ci ha abituati a essere ovunque e con chiunque, in ogni momento.
Tutto iniziò con il sogno di abbattere muri invisibili
Ma se oggi possiamo contare su comunicazioni d’emergenza, sistemi distribuiti, antenne, segnali che attraversano il cielo anche quando le infrastrutture si fermano, è perché, 129 anni fa, qualcuno ha pensato che si potesse inviare un messaggio nell’aria.
Un ragazzo solitario di appena vent’anni, curioso, che studiava nel silenzio della sua casa e sognava di abbattere muri invisibili.
Era il 1895 e tutto iniziò dal suono di un campanello.
Un impulso inviato senza fili, che scattava improvviso e metallico nella stanza accanto.
D lì cominciò una rivoluzione che avrebbe attraversato oceani, superato le guerre, reso possibile il mondo connesso che oggi conosciamo.

(Oxford, Bodleian Libraries, MarconiArchives)
Guglielmo Marconi non immaginava TikTok, le smart city o le chiamate via satellite.
Ma intuì ciò che nessuno prima aveva osato pensare: che la comunicazione potesse viaggiare libera, senza vincoli fisici, nell’etere. Non un sogno, ma una costruzione lucida, sperimentata con pazienza, fallimenti, ostinazione.
2 luglio 1897: tutto cambia
E proprio in questo mese, luglio, quella visione si trasformò in qualcosa di ufficiale, riconosciuto, destinato a cambiare il mondo. Il 2 luglio 1897 segna uno spartiacque: è la data del brevetto inglese che consacra la radio come tecnologia.
La nascita legale del wireless.
Marconi aveva già depositato un primo brevetto nel 1896, ma è con questo secondo riconoscimento che si chiude il cerchio della sperimentazione e si apre l’era della rivoluzione.
In pochi anni, da Ballycastle a St John’s, dalla Manica all’Atlantico, dalle prove con la Royal Navy alle grandi navi transoceaniche, la sua invenzione diventa sinonimo di sicurezza e progresso. Le onde radio superano gli ostacoli, arrivano dove l’uomo non può, salvano vite, accorciano distanze.

2025: ancora omaggi al genio cui si deve l’invenzione del wireless
Nel luglio del 2025, a 128 anni da quel brevetto, l’eredità di Marconi continua a essere celebrata con eventi che testimoniano quanto ancora sia viva la sua influenza.
Non si tratta solo di un ricordo storico: il 2025 è un anno speciale per il rinnovato omaggio a questo gigante della scienza e dell’innovazione.
L’Italia, culla di questa rivoluzione, ha messo in campo celebrazioni di grande rilievo, come la prestigiosa mostra Rai aperta fino a febbraio, la conferenza internazionale che ha visto protagonisti luminari come il premio Nobel per la Fisica Anne L’Huillier e il direttore della NASA Mark Clampin, e persino l’emissione di una moneta commemorativa da 5 euro, simbolo tangibile del valore del suo lascito.
Villa Griffone, la dimora dove tutto ebbe inizio a Pontecchio Marconi, è oggetto di una ristrutturazione da 3 milioni di euro, a sottolineare la volontà di preservare e raccontare la storia che ha cambiato il mondo. Altri 4 milioni di euro sono stati stanziati dal Governo per realizzare un museo a Villa Aldini, a Bologna, città in cui Guglielmo Marconi è nato.
Un’eredità intessuta nel nostro presente
L’Italia celebra Marconi, ma lo fanno anche le agenzie spaziali, le università e le startup che portano avanti il suo spirito pionieristico.
Perché l’eredità marconiana non è un patrimonio confinato nei musei: è intessuta nel nostro presente, palpabile in ogni telefonata mobile, in ogni rete Wi-Fi, in ogni messaggio che viaggia invisibile, in tempo reale.
Dal codice Morse a Internet, dai segnali di soccorso dei transatlantici ai satelliti in orbita, la linea è continua.
Marconi non si fermò al primo successo. Mise a punto il telegrafo senza fili, l’antenna direzionale, la sintonia dei segnali, la trasmissione transoceanica. Anticipò i radar, immaginò il futuro delle telecomunicazioni, rese possibile la radio, la televisione, persino la futura esplorazione spaziale.
Nel tempo in cui la connessione è diventata il nostro battito quotidiano, forse vale la pena fermarsi un momento.
E ricordare che tutto questo, davvero, nasce da un campanello che suonava nel 1895.