Uno studio dimostra come l’Elicriso possa accelerare la guarigione delle ferite, stimolando la rigenerazione della pelle e aprendo la strada a nuovi cerotti naturali e trattamenti avanzati per le cicatrici
L’Elicriso (Helichrysum italicum), una pianta mediterranea con fiori gialli e foglie argentine, non è solo bella da vedere, ma potrebbe anche rivoluzionare il modo in cui trattiamo le ferite.
Da sempre riconosciuta nella medicina tradizionale per le sue proprietà terapeutiche, questa pianta ha recentemente dimostrato di poter fare ancora di più: potrebbe infatti sostituire cerotti e altri strumenti usati per cicatrizzare le ferite.
Un recente studio, coordinato da Margherita Maioli, professoressa di Biologia Cellulare e Applicata all’Università di Sassari, ha rivelato infatti che l’Elicriso può stimolare la rigenerazione della pelle danneggiata.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, ha esaminato l’efficacia di un idrolato (un liquido derivato dalla pianta) nel favorire la guarigione delle cellule cutanee danneggiate. I risultati sono promettenti: l’Elicriso potrebbe, infatti, offrire una nuova soluzione per accelerare il processo di cicatrizzazione, superando le limitazioni dei trattamenti tradizionali.
Una soluzione efficace contro le cicatrici
La pelle, il nostro organo più grande, si rigenera quando viene danneggiata, grazie a un meccanismo naturale di guarigione. Tuttavia, nelle ferite, nelle ustioni o dopo un intervento chirurgico, il corpo non sempre riesce a rigenerare correttamente i tessuti, creando cicatrici dure e permanenti.
Sebbene esistano terapie tradizionali, come cerotti, farmaci e tecniche invasive, questi non sempre riescono a ottenere i risultati desiderati. L’Elicriso potrebbe aprire nuove prospettive in questo campo, offrendo una soluzione naturale ed efficace per migliorare la guarigione della pelle danneggiata promuovendo la formazione di nuovo tessuto sano.
Il team di ricerca di Sassari ha ricreato la fisiologia cutanea con un bioreattore che imita la comunicazione tra cellule staminali cutanee (SSC) e fibroblasti (HFF1) come negli strati cutanei in vivo, entrambi esposti a due diverse concentrazioni di HH e sono stati confrontati con cellule di controllo non trattate.
I benefici dell’Elicriso con l’utilizzo di nanofibre
Il collagene è il costituente di molti prodotti per la cura delle ferite e agisce direttamente sull’ambiente danneggiato della stessa. In questo studio è stato analizzato il ruolo svolto dall’HH, il prodotto derivato da Elicriso, nella stimolazione della produzione di collagene durante la riparazione del tessuto, sia in condizioni di coltura statica in assenza di stimolazioni esterne che dinamica, all’interno di un bioreattore.
Il gruppo di ricerca ha utilizzato nanofibre costituite da polimeri biocompatibili, realizzate tramite elettrofilatura in collaborazione con l’Università di Praga, partner del team guidato dalla professoressa Maioli.
Questi materiali, mille volte più sottili di un capello umano e capaci di emulare l’architettura della matrice extracellulare, sono stati successivamente intrisi di olio essenziale di Helicrysum italicum e applicate in vitro su colture di cheratinociti (cellule dell’epidermide che sintetizzano la cheratina e costituiscono il 90% dello strato superficiale della pelle, ndr) umani, fornite dall’Università di Ferrara, simulando una sorta di cerotto.
Verso “cerotti naturali”
Le cellule così trattate hanno dimostrato un aumento significativo di una proteina chiave delle giunzioni cellulari che consente alle cellule di rimanere ben collegate tra loro, creando una barriera cutanea compatta e protettiva. E’ stato inoltre osservata una maggiore elasticità nella zona nucleare delle cellule trattate, un aspetto che facilita la loro divisione e il movimento verso l’area da riparare; maggiore elasticità cellulare e proliferazione accelerata e regolazione positiva di geni chiave nella guarigione precoce tra i quali un mediatore dell’infiammazione che rappresenta uno dei primi segnali attivanti il processo riparativo.
Una volta verificata la piena efficacia sull’essere umano attraverso ulteriori test, si potrebbero immaginare nuove medicazioni innovative quali bende per ferite complesse, cerotti post operatori e dispositivi per applicazioni in dermatologia e medicina estetica. I composti naturali mostrano effetti terapeutici benefici sia sulle malattie della pelle che sul ripristino dell’omeostasi cutanea e l’identificazione di molecole bioattive nelle piante offre l’opportunità di utilizzare questi prodotti per migliorare la rigenerazione dei tessuti e i trattamenti delle ferite come in questo caso, non mostrando alcun segno di irritazione cutanea.