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LE NOSTRE ECCELLENZE IN BRASILE

LE NOSTRE ECCELLENZE IN BRASILE

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L’esempio della padovana Sunglass che, come altre aziende del nostro territorio, ha sfruttato i mondiali di calcio 2014 per proporsi al mercato carioca concorrendo alla realizzazione di uno stadio da record

Cerimonia inaugurale dei Mondiali di calcio 2014: New Arena Corinthias San Paolo, progetto ideato da Anibal Coutinho. Una gigantesca facciata vetrata copre tutto il lato est. La facciata ovest, costruita in depressione, simula la deformazione della rete al momento del goal: ad Est è stato realizzato uno schermo di 170 metri per 20, il più grande al mondo, visibile a nitida definizione anche a 100 metri di distanza.
Produttrice dei 1.350 pannelli di vetro curvo già predisposti per l’inserimento di 40mila punti led l’azienda di Villafranca padovana Sunglass. Ma Sunglass non è la sola azienda del veneto ad avere colto occasioni di business in Brasile sfruttando i Mondiali di Calcio 2014.
Il Brasile è il quinto maggiore Paese del mondo per estensione territoriale, con un’area di 8.514.876,95 chilometri quadri, dopo la Russia, il Canada, gli Stati Uniti e la Cina. Il Brasile è inoltre il quinto Paese più popolato del pianeta, con circa 183.987.287 abitanti (dato del censimento 2007) con l’85% degli abitanti collocati in aree urbane. Un mercato che scommette ed investe sulla sua crescita, e che dopo aver ospitato i mondiali di calcio del 2014 com’è noto ospiterà le Olimpiadi del 2016. Ma quali possono essere le caratteristiche di una piccola media impresa, così rappresentativa del sostrato economico e produttivo del Veneto per poter operare in mercati esteri quali il Brasile o il Mondo? Ci aiuta a capirlo Giuseppe Bergamin, titolare di Sunglass Spa, che da anni lavora avendo come riferimento il mondo e da oltre 15 anni frequenta il Brasile.
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Giuseppe Bergamin, AD Sunglass

 
Bergamin, com’è nata la vostra attività? «Tutto ha avuto origine dall’idea di creare qualcosa di nuovo nel campo degli involucri vetrati: il nostro vetro curvo non esisteva, quindi, a partire dai primi anni ’80, abbiamo innovato il mercato. Volevamo essere degli stimolatori per gli architetti affinché ideassero opere con la nostra tecnologia; poi è diventato un trend e si è sviluppata l’architettura organica. Il passo ulteriore è stato lo sviluppo e l’utilizzo di software adeguati per realizzare ciascun progetto. Peraltro noi oggi non disponiamo di una rete commerciale in senso tradizionale poiché il passaparola, il riconoscimento costante del valore di ciò che facciamo, l’enorme visibilità delle nostre opere nel mondo, oltre alle nostre relazioni consolidate, sono più che sufficienti. Quindi ormai quando c’è un progetto rilevante siamo direttamente interpellati».
Può citare alcuni dei vostri progetti di rilievo realizzati nel corso degli anni? «Dal primo progetto del 1986, la facciata curva della sede di Le Monde a Parigi, Sunglass ha percorso moltissima strada e realizzato numerosi progetti: dal terminal aeroportuale di Dublino, al Research Center Nardini di Bassano, dalla Biosfera del Porto Antico di Genova fino alle ruote panoramiche di Londra e Los Angeles, passando anche per Russia e Kazakistan. E ancora Danimarca, ARoS Aarhus Kunstmuseum, Amburgo, Elbphilarmonie, Milano, Belvedere Pirelli, Nyon, La Clairière – UEFA, in ambito locale inece, abbiamo lavorato alla realizzazione della sede di Martellago per Banca Santo Stefano oltre che per molti altri».
Come si sviluppa la vostra produzione? «Realizziamo progetti su misura in cui nulla è standardizzato. Operando in una area commerciale non definita e collaborando a progetti di architetti di varie nazioni che coinvolgono aziende enti e istituzioni internazionali, spesso sono necessari molti mesi per trovare la soluzione tecnica e in diverse occasioni noi stessi produciamo i macchinari necessari per giungere al risultato richiesto».
Come avviene solitamente lo sviluppo dei progetti? «In genere noi iniziamo a lavorare ad un progetto uno o due anni prima della sua effettiva realizzazione, in un momento in cui non si sa ancora chi sarà il promotore, l’appaltatore, chi lo eseguirà concretamente. Il nostro è un investimento molto rilevante nello studio di nuove soluzioni, nella ricerca continua, senza sapere esattamente se si riuscirà ad acquisire la commessa. Di volta in volta si ragiona e si valuta come approcciare ciascun progetto».
Oltre al Brasile in quali altri paesi si svolge la vostra attività? «In realtà i nostri mercati di riferimento in termini geografici variano di anno in anno a seconda delle tendenze del momento e degli architetti o progettisti con cui stiamo lavorando. Quindi non solo Brasile. Ci stiamo muovendo anche verso Cina, Giappone e Corea. Non sono sicuramente mercati semplici da approcciare».
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Una evidente realtà è che le grandi imprese italiane e venete con una base nel Paese sudamericano, non sono solo in grado di produrre profitto per sé, ma si trasformano in uno strumento chiave per costruire un indotto di imprese italiane.
Da esportatore di materie prime che era, il Brasile sta oggi sempre più diversificando la propria struttura economica. Ci sono sempre maggiori opportunità per le aziende italiane, purché comprendano che devono radicarsi nel territorio, con investimenti produttivi, accordi di collaborazione industriale, joint venture, piuttosto che attivare solo rapporti commerciali. Il Brasile ha appena ospitato i Mondiali di Calcio e ospiterà i Giochi Olimpici nel 2016. Questi eventi sono grandi opportunità di business per le imprese che operano nel settore dei servizi e della subfornitura per i grandi eventi: logistica, food, catering, sicurezza, studi di progettazione, allestitori, scenografi, designer.
Si assiste inoltre al cambiamento delle principali regole per fare affari: nell’ultimo periodo non ci sono state sostanziali modifiche nel fare impresa in Brasile, ma a causa della crisi mondiale si è sviluppata una più acerrima competitività internazionale per cui spesso le imprese straniere, anche europee, agiscono con maggiore fermezza e decisione nel perseguire i propri obiettivi di penetrazione nel mercato locale. Inoltre grazie alla maggiore offerta internazionale, gli operatori brasiliani sono diventati spesso poco facilmente gestibili sul piano delle opportunità economiche; due nuovi scenari strategici che se non corretti rapidamente, stanno collocando il “super gradito Made in Italy”, in una posizione di difesa rispetto alle reali potenzialità ed alle sue reali possibilità.
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Nelle foto: Arena Corinthias sede dell’inaugurazione della Coppa del Mondo 2014. Nella parte Est dello stadio Sunglass ha realizzato uno schermo di 170 metri per 20, il più grande al mondo visibile a nitida definizione anche a 100 metri di distanza: sono stati prodotti 1.350 pannelli di vetro curvo già predisposti per l’inserimento di 40mila punti led.

 
Il nostro Paese, già da tempo gioca in casa in terra carioca e, nonostante la complessità fiscale, la lentezza burocratica e i dazi doganali, il Brasile è da decenni terreno fertile per le imprese made in Italy e made in Veneto. In Brasile ci sono oltre 1.000 imprese italiane con 845 stabilimenti produttivi, che hanno guardato e guardano al Mondiale e le Olimpiadi come a una buona occasione per far crescere le proprie attività.
Sono italiani, per esempio ben 1.550 chilometri di autostrade gestite da Atlantia il Gruppo Brasiliano Bertin, e che nel 2013 hanno registrato ricavi per oltre 300 milioni di euro. C’è del tricolore anche negli aeroporti dove il gruppo Autogrill, attraverso il marchio World duty free ha numerose licenze. Ma c’è e con una folta rappresentativa anche il Veneto. Tra le altre, Lotto Sport di Montebelluna è stata protagonista sui campi di gioco sia con la sponsorizzazione della Nazionale del Costa Rica, sia con giocatori di varie nazionali che hanno indossato calzature della nota marca. C’è poi l’esempio dell’azienda vitivinicola trevigiana Bottega Spa, che ha offerto un calice di Prosecco a tutti i viaggiatori in transito negli aeroporti di San Paolo e di Rio de Janeiro in Brasile, accompagnata dall’azienda Santa Margherita di Fossalta di Portogruaro che è stata presente a Casa Azzurri con i propri vini, per accompagnare l’Italia guidata da Cesare Prandelli, durante la permanenza a Mangaratiba. Ma il Veneto è volato in Brasile non solo in occasione dei Mondiali di Calcio: la Ceccato Spa di Montecchio Maggiore (VI) da anni lavora in Brasile nel settore della produzione e installazione degli impianti di lavaggio e dei depuratori d’acqua, insieme a FIAMM sempre di Vicenza nel settore delle batterie industriali, batterie avviamento e mobilità, energy storage, Luxottica di Agordo (BL) leader mondiale nella produzione di lenti per occhiali, nella provincia di Venezia Umana Holding è presente in Brasile dal 2006, attraverso Umana Brasil con sede a Recife, attiva nella gestione delle risorse umane per conto terzi e ha da poco aperto nuove filiali a São Paulo, Campinas, Porto Alegre, Caxias do Sul.

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