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Lavoratori autonomi: via libera all'equo compenso

Lavoratori autonomi: via libera all'equo compenso
Jadon Bester/peopleimages.com

Con l’ok della Camera, diventa legge il provvedimento che riconosce e tutela la qualità del lavoro dei liberi professionisti

Dai giornalisti agli avvocati, ma anche ai professionisti che svolgono un’attività che non prevede un’Ordine specifico, come per esempio gli amministratori di condominio, il fenomeno delle prestazioni sottopagate è destinato a finire.
Dopo l’ok unanime, in seconda lettura, al Senato, con 213 voti favorevoli, nessun contrario e 59 astenuti, la Camera dei deputati, in terza lettura, ha dato ora il via libera definitivo al testo che fissa l’equo compenso, ovvero la previsione per tutti i lavoratori autonomi di una retribuzione minima che sia equa e “proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro”, oltre che “conforme ai parametri ministeriali” per determinare la remunerazione concreta dell’attività svolta.
La legge si applicherà ai datori di lavoro, pubblici e privati, che presentino almeno uno dei due requisiti fissati: un organico di oltre 50 dipendenti e/o un fatturato annuo che superi i 10 milioni di euro.
Il quotidiano economico “Il Sole 24 Ore” stima che siano circa 78 mila, 27 mila Pubbliche Amministrazioni e 51 mila grandi aziende, le realtà interessate dal provvedimento.

meloni camera

Ordini e Ministeri chiamati a vigilare sull’equo compenso

Qualora da parte di questi soggetti, o da altre società da loro controllate o mandatarie, venga affidato al professionista un incarico, si applicheranno le norme, basate su parametri già in essere, anche se in molti casi da aggiornare, o che verranno fissati ora per la prima volta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Questa seconda ipotesi riguarda le professioni non ordinistiche, che non prevedono al momento valori di riferimento per le retribuzioni.
La riscrittura dei parametri sarà comunque necessaria anche per gran parte dei mestieri organizzati in Ordini professionali, visto che si tratta di tabelle determinate da decreti ministeriali risalenti nel tempo e che spesso non tengono conto delle più recenti evoluzioni delle competenze richieste al professionista.
Saranno in questo caso proprio gli Ordini, insieme ai Ministeri chiamati a vigilare sui rispettivi ambiti, a effettuare il lavoro di aggiornamento, con successive revisioni che avranno cadenza biennale.

Le sanzioni e la nullità del contratto rilevata anche d’ufficio

L’impianto legislativo fissa infine il sistema delle sanzioni, indicando le clausole che possono far scattare la nullità del contratto, che potrà essere rilevata anche d’ufficio.
Accanto all’applicazione di parametri che esulano dai criteri di congruità fissati nei parametri di riferimento, in tal senso è prevista la nullità dell’accordo tra committente e professionista anche quando il contratto stabilisca il divieto di acconti o l’anticipazione delle spese a carico del professionista.
Sull’altro fronte, l’Ordine potrà sanzionare, anche dal punto di vista deontologico, i professionisti che accettino incarichi con compensi al di sotto della soglia.

Meloni prima firmataria: “Restituiamo dignità e giustizia a tanti professionisti”

La proposta di legge vedeva come prima firmataria, insieme al parlamentare leghista Luca Morrone, anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
“Una norma – ha commentato il premier sui social – che ha l’intento di riconoscere e tutelare la qualità e la quantità del lavoro svolto dai liberi professionisti nei confronti dei cosiddetti contraenti forti. Una legge attesa da anni che ho voluto riproporre a inizio legislatura e di cui sono orgogliosamente prima firmataria. Ringrazio tutti i deputati e i senatori per questo importante traguardo raggiunto volto a restituire dignità e giustizia a tanti professionisti a cui per troppo tempo sono state imposte condizioni economicamente inique”.

Alberto Minazzi

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Tag:  Lavoro